Sanders unifica i democratici e si schiera con Hillary Clinton: «Sarà presidente»

Bernie Sanders scende ufficialmente in campo al fianco di Hillary Clinton. Dopo 14 mesi di battaglia, alla fine il senatore del Vermont ha compiuto l’atteso passo indietro, ammettendo …

Bernie Sanders scende ufficialmente in campo al fianco di Hillary Clinton. Dopo 14 mesi di battaglia, alla fine il senatore del Vermont ha compiuto l’atteso passo indietro, ammettendo la vittoria della rivale. Lo ha fatto amaramente ma in modo risoluto, assicurando che farà tutto il possibile per farla entrare alla Casa Bianca. «La rivoluzione politica non si ferma. Va avanti», e lo fa con Hillary, è stato il suo endorsement.

La Clinton ha incassato e chiuso definitivamente la pagina delle primarie per concentrarsi adesso solo sul ‘nemico’ Donald Trump. Proprio il tycoon è stato fra i primi a commentare l’endorsement dando a Sanders del «venduto»: «Si è svenduto totalmente alla corrotta Hillary Clinton», ha attaccato, e i suoi fan sono «arrabbiati». Ma nel 2008 non era dello stesso avviso: secondo un audio di ‘Trumped’, la trasmissione giornaliera del tycoon che in 60 secondi commentava i principali fatti e andata in ondata dal 2004 al 2008, Hillary sarebbe stata «un buon presidente», secondo le parole di Trump dell’epoca. Proprio in New Hampshire, dove Sanders le ha inflitto una pesante sconfitta, Hillary e il senatore sono saliti insieme sul palco, cercando di trasmettere un messaggio di unità del partito a poche settimane dalla convention.

Durante le agguerrite primarie, proprio il partito democratico è stato quello che ha pagato il prezzo più alto spaccandosi in modo evidente, con fratture difficili da ricucire. «Ringrazio i 13 milioni di americani che mi hanno votato. Ringrazio tutti coloro che hanno donato fondi alla mia campagna, ringrazio i volontari. Clinton ha ottenuto la nomination. Mi congratulo con lei. Sono qui per chiarire perché l’appoggio e perché deve diventare il prossimo presidente», ha affermato Sanders. Hillary ha ascoltato, poi ha preso la parola. «Con il tuo aiuto uniamo le forze per sconfiggere Trump, vincere a novembre e costruire un futuro in cui tutti possiamo credere. Insieme siamo più forti», ha detto, ringraziando «Bernie» e sua moglie Jane, per i quali «la Casa Bianca è sempre aperta». I due si sono scambiati gentilezze cercando di far dimenticare i fendenti che si sono scambiati per mesi. Ora però c’è l’esame delle urne: l’obiettivo di Sanders è convincere i suoi sostenitori ad appoggiare Hillary. E Clinton ha bisogno dei voti di Sanders.

Ma il popolo di Bernie è scettico sull’ex segretario di Stato e convincerlo non sarà facile. Agli indipendenti e ai liberal, zoccolo duro degli elettori del senatore insieme ai giovanissimi, Hillary sembra proprio non piacere. E anche se un recente sondaggio di Pew ha evidenziato che l’85% dei democratici che ha votato Sanders intende votare alle elezioni di novembre, tramutare questo numero in voti per Hillary non sarà semplice. All’endorsement si è arrivati dopo settimane di trattative, in cui Sanders ha ottenuto alcuni successi, come l’introduzione nella piattaforma democratica della battaglia per l’aumento del salario minimo a 15 dollari.

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