Roma, 5 dimissioni in 24 ore e Giunta in crisi: Raggi stritolata dalle faide interne al M5S

Cinque dimissioni “pesanti” in meno di 24 ore non si erano mai viste in Campidoglio. Il record negativo resterà per sempre nel curriculum della neo sindaca di Roma, …

Cinque dimissioni “pesanti” in meno di 24 ore non si erano mai viste in Campidoglio. Il record negativo resterà per sempre nel curriculum della neo sindaca di Roma, Virginia Raggi.

In una sola giornata, il 1° settembre, si è vista sbattere la porta in faccia dal suo capo di gabinetto, Carla Romana Raineri, dal plenipotenziario assessore al Bilancio e alle Società partecipate, Marcello Minenna, dal nuovo amministratore unico di Ama, la società che si occupa di rifiuti nella Capitale, Alessandro Solidoro (nominato meno di 1 mese fa), dal dg e dall’amministratore unico di Atac, azienda dei trasporti capitolini, Marco Rettighieri e Armando Brandolese. Un colpo al cuore dell’Amministrazione proprio ora che inizia la vera partita.

Rimettendo in ordine le cose, queste defezioni hanno assolutamente nomi, cognomi e moventi. Stando alle voci di corridoio in Campidoglio, lo scontro ai piani superiori del Movimento 5 Stelle sarebbe la causa del domino a cui stanno assistendo i romani in queste ore. E a muovere i fili sarebbero sempre gli stessi due protagonisti della scena nazionale: Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, sempre più in lotta per la leadership M5S, che aprirebbe a uno di loro le porte di Palazzo Chigi in caso di vittoria alle prossime elezioni.

Riavvolgendo il nastro a metà luglio, dopo settimane di attesa, Raggi riuscì finalmente a comporre la sua Giunta e nel risiko interno a spuntarla su tutti fu un uomo indicato dal vice presidente della Camera, quel Marcello Minenna, uomo Consob, milanese d’adozione, che per 40 giorni ha avuto il potere sui conti della Capitale e sulle nomine alle partecipate, che pretese e ottenne di avere nella stanza dei bottoni della sindaca una “sua” persona, individuata in Carla Romana Raineri, giudice della Corte d’Appello di Milano e capo dell’Anticorruzione capitolina sotto il commissario Tronca.

Un doppio colpo forte per gli equilibri interni al Movimento, infatti da quel momento Di Battista è sparito dal fianco della sindaca, mentre prima di lui aveva abbandonato la nave Roberta Lombardi, deputata e membro del mini-Direttorio romano, estromessa dalle scelte sulle nomine.

Serviva una risposta decisa per riprendere le briglia del Campidoglio e così, per una volta, le fazioni Dibattistiane e lombardiane avrebbero marciato compatte per mettere in difficoltà. Come? Contestando la nomina della Raineri (193mila euro l’anno), avvenuta senza concorso pubblico come prescrive la legge. In difesa della giudice la truppa di Di Maio, pronta a chiudere un occhio su una eventuale “forzatura” della Raggi, che invece si è affidata all’Anac di Raffaele Cantone per sciogliere la questione. Risultato: la nomina della Raineri è risultata sbagliata in base al Tuel, va rimossa e il decreto rimodulato. Ma la magistrata non ci sta, torna a Milano e sbatte la porta: “I soldi non c’entrano, pensavo di essere stata chiamata a difendere la legalità, invece…”. Invece parlerà, spiegherà le vere ragioni, ma non adesso.

La revoca della capo di Gabinetto innesca la reazione del suo primo sponsor, Minenna, che non ci sta a farsi mettere all’angolo e molla l’assessorato nel bel mezzo della riorganizzazione delle partecipate, proprio ora che riaprono le scuole, la vita di Roma riprende con la solita regolarità e i problemi si accumulano. Soprattutto in materie delicate come rifiuti e trasporti. E infatti, con il capo dell’economia del Campidoglio se ne sono andati pure i vertici di Ama appena nominati (Solidoro) e quelli di Atac nel mirino di altri assessori (Rettighieri e Brandolese).

Insomma, le voci di dentro raccontano di un caos studiato a tavolino. Di una bomba attivata nelle mani della Raggi, che ora non sa più a che santo votarsi. E soprattutto con l’avallo di Di Maio, che ora potrebbe mettere in atto il più antico dei trucchetti della solita, vecchia politica: offrire il suo appoggio alla sindaca, dopo averle smontato i bulloni della sedia.

Infatti, l’unico rimasto a difenderla nella bufera è proprio il vice presidente della Camera, nonché responsabile Enti locali del Movimento 5 Stelle, che rinnova la fiducia alla Raggi solo poche ore dopo che i suoi “fedelissimi” hanno tolto le tende. In tutto questo Roma e i romani attendono alla finestra: le sfide vere iniziano dal mese di settembre, l’amministrazione capitolina ce la farà a resistere alla faida a 5 Stelle?

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4 commenti

  1.   

    peter, il tuo ragionamento non fa una piega. Sei meglio di 30 editoriali di Scalfari, con la tua concisione e cinico sarcasmo: Tolte le due donne, rimangono il fighetta napoletano, messo in particolare evidenza dal ruolo di vicepresidente della camera e dal burino focoso e tipico figlio del blog Di Battista, amico dell’ISIS, “di cui capiva molto bene le rivendicazioni”…. grande!!
     

    Originariamente inviato da peter pan: Ciao Belfagor, come tu sai io mi sono scoperto Renziano solo quando ho capito che l’era Berlusconi era terminata e non c’erano (e non ci sono) candidati alla successione. A questa mia decisione hanno molto contribuito le decisioni prese nel tempo dal M5S,  la mia inesistente considerazione nei confronti dei dirigenti di questo movimento e la mia apprensione nel pensare che un giorno potremmo finire nel crogiuolo delle lotte fra i membri dell’armata brancaleone, ben raffigurati dall’articolo. Tolte le due donne, rimangono il fighetta napoletano, messo in particolare evidenza dal ruolo di vicepresidente della camera e dal burino focoso e tipico figlio del blog Di Battista, amico dell’ISIS, “di cui capiva molto bene le rivendicazioni”…. E noi dovremmo affidare la conduzione del nostro Paese a questa gente? Forse è la volta buona che me ne vado a Fuerventura a pescare i barracuda, almeno quelli sono commestibili….
     

    Originariamente inviato da belfagor: era ovvio che sarebbe andata cosi’. Il M5S e’ un fallimento, perche’ non e’ un partito, e’ un’armata brancaleone eletta al parlamento in base a umori anti-istituzionali montati dal web, io preferisco un solo politico tipo Andreotti a 50 giovani pentastellati senza arte ne’ parte. La democrazia diretta ha fallito, come si vede nelle citta’ dove hanno beccato il sindaco a Parma, Livorno, Roma; Casaleggio era un folle Grillo era fantastico quando era in piazza e arringava le folle. Ragazzi, io che sono di centro-sinistra e comunque progressista (e ho votato M5S nel febbraio 2013), forse sotto-sotto e inconsciamente rimpiango la vecchia DC di Andreotti!!!!!!!!!!!!!!!!! ci rendiamo conto? Non vorrei, alla fine, scoprirmi renziano come il nostro ottimo peter pan…..  saluti a tutti, per me, inizio di settembre pieno di sfide e trabochetti su tutti i fronti

     

     

  2.   

    Ciao Belfagor, come tu sai io mi sono scoperto Renziano solo quando ho capito che l’era Berlusconi era terminata e non c’erano (e non ci sono) candidati alla successione. A questa mia decisione hanno molto contribuito le decisioni prese nel tempo dal M5S,  la mia inesistente considerazione nei confronti dei dirigenti di questo movimento e la mia apprensione nel pensare che un giorno potremmo finire nel crogiuolo delle lotte fra i membri dell’armata brancaleone, ben raffigurati dall’articolo. Tolte le due donne, rimangono il fighetta napoletano, messo in particolare evidenza dal ruolo di vicepresidente della camera e dal burino focoso e tipico figlio del blog Di Battista, amico dell’ISIS, “di cui capiva molto bene le rivendicazioni”…. E noi dovremmo affidare la conduzione del nostro Paese a questa gente? Forse è la volta buona che me ne vado a Fuerventura a pescare i barracuda, almeno quelli sono commestibili….

    Originariamente inviato da belfagor: era ovvio che sarebbe andata cosi’. Il M5S e’ un fallimento, perche’ non e’ un partito, e’ un’armata brancaleone eletta al parlamento in base a umori anti-istituzionali montati dal web, io preferisco un solo politico tipo Andreotti a 50 giovani pentastellati senza arte ne’ parte. La democrazia diretta ha fallito, come si vede nelle citta’ dove hanno beccato il sindaco a Parma, Livorno, Roma; Casaleggio era un folle Grillo era fantastico quando era in piazza e arringava le folle. Ragazzi, io che sono di centro-sinistra e comunque progressista (e ho votato M5S nel febbraio 2013), forse sotto-sotto e inconsciamente rimpiango la vecchia DC di Andreotti!!!!!!!!!!!!!!!!! ci rendiamo conto? Non vorrei, alla fine, scoprirmi renziano come il nostro ottimo peter pan…..  saluti a tutti, per me, inizio di settembre pieno di sfide e trabochetti su tutti i fronti

     

  3.   

    Il M5S sta diventando come tutti gli altri partiti. Roma cadrà nel caos e ne beneficeranno tutti i tangentari che hanno mangiato fino a ieri all’ombra del cupolone. Chi potrebbe dire che dietro a tutto questo non vi siano le cosche pseudo mafiose che vogliono rifare le elezioni per tornare al potere?

  4.   

    era ovvio che sarebbe andata cosi’. Il M5S e’ un fallimento, perche’ non e’ un partito, e’ un’armata brancaleone eletta al parlamento in base a umori anti-istituzionali montati dal web, io preferisco un solo politico tipo Andreotti a 50 giovani pentastellati senza arte ne’ parte. La democrazia diretta ha fallito, come si vede nelle citta’ dove hanno beccato il sindaco a Parma, Livorno, Roma; Casaleggio era un folle Grillo era fantastico quando era in piazza e arringava le folle. Ragazzi, io che sono di centro-sinistra e comunque progressista (e ho votato M5S nel febbraio 2013), forse sotto-sotto e inconsciamente rimpiango la vecchia DC di Andreotti!!!!!!!!!!!!!!!!! ci rendiamo conto? Non vorrei, alla fine, scoprirmi renziano come il nostro ottimo peter pan…..  saluti a tutti, per me, inizio di settembre pieno di sfide e trabochetti su tutti i fronti