Ricerca, Cattaneo boccia il piano di Renzi: “Come il pifferaio magico”

“Serve programmazione seria, sennò è un grande spot fondato sull’improvvisazione”, lo dice la scienziata e senatrice a vita sul progetto Human Technopole presentato dal premier per valorizzare l’ex …

Serve programmazione seria, sennò è un grande spot fondato sull’improvvisazione”, lo dice la scienziata e senatrice a vita sul progetto Human Technopole presentato dal premier per valorizzare l’ex area Expo.

Per investire in innovazione e ricerca, “prima ancora di scegliere su cosa e chi puntare le risorse, servono una programmazione e una valutazione terza, competente e indipendente delle proposte. Questa è politica per la ricerca. Il resto è un grande spot fondato sull’improvvisazione”. La senatrice a vita Elena Cattaneo critica in un intervento su Repubblica il progetto post Expo.

Cita le parola di mercoledì 24 febbraio di Renzi: “‘Quella di Human Technopole è una sfida complicata e difficile, ma ciò che sta accadendo è che dopo anni di ambizioni al ribasso la possibilità di avere il meglio viene finalmente messa in cantiere’. Queste parole – scrive la ricercatrice – non sono state dette ad Hamelin dal pifferaio magico. Le ha pronunciate ieri a Milano il Presidente del Consiglio, presentando il progetto a suo dire ‘petaloso’ per fare dell’ex area Expo un centro di ricerca di rilevanza mondiale. Progetto per il quale si investiranno un miliardo e mezzo di euro nei prossimi dieci anni. Risorse pubbliche, di tutti. La narrazione del premier in tema di politiche sulla ricerca fa sorgere il dubbio di essere spettatori della famosa favola dei fratelli Grimm”.

“Che alla politica interessi e percepisca il valore di investire in ricerca in Italia è una favola a cui non crede più nessuno”, scrive la docente, “e mentre la ricerca agonizza, spunta lo Human Technopole”, “affidandone (alla cieca) la gestione all’Istituto italiano di Tecnologia (Iit) di Genova, fondazione di diritto privato”. “È bastata – prosegue – l’urgenza di mettere una ‘toppa glamour’ al dopo Expo. Servirebbe, invece, mettere un limite all’arbitrio della politica, che dovrebbe solo scegliere gli obiettivi da perseguire. Si lasci alla libera e meritocratica competizione tra idee la selezione dei mezzi migliori per raggiungerli”.

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