Quasi 200mila i casi di sordocecità in Italia, 10mila sono bambini

Sono in maggioranza donne e anziani. Ecco i risultati dello studio condotto dall’Istat per la Lega del Filo d’Oro, il primo che fotografa con esattezza le dimensioni del …

Sono in maggioranza donne e anziani. Ecco i risultati dello studio condotto dall’Istat per la Lega del Filo d’Oro, il primo che fotografa con esattezza le dimensioni del fenomeno. Al Sud la maggioranza dei casi.

Quasi 10.000 bambini in Italia hanno una disabilità legata alla vista o all’udito, sono cioè condannati a vivere tutta la vita nel buio o nel silenzio. In generale gli alunni con disabilita’ riconosciuta e iscritti all’anno scolastico 2014/2015 sono stati quasi 235.000, ovvero il 2,7% della popolazione studentesca, quasi 3 su 100, e con un trend in crescita. Nell’anno scolastico precedente rappresentavano il 2,5%, nel 2007 il 2,1. A fornire i numeri è uno studio realizzato dall’Istat, in collaborazione con la Lega del Filo d’oro, e presentato giovedì 25 febbraio alla Camera.

Per coloro che hanno una disabilita sensoriale legata a vista o udito, i problemi sono complessi. Spesso presentano anche altri disturbi: nel 38% la disabilità visiva è associata a disabilità intellettiva, nel 37% a disabilità motoria, nel 20% a problemi linguistici, nel 16% a disturbi dell’apprendimento. Meno complessa la situazione di bimbi con disabilità uditive. Per tutti però imparare a leggere, scrivere, cantare o recitare una poesia diventa un traguardo difficile. “In questi casi intervenire tempestivamente e individuare una terapia riabilitativa più idonea rappresenta una vera e propria scommessa sulla loro indipendenza futura”, dichiara Patrizia Ceccarini, direttore tecnico scientifico della Lega del Filo d’oro.

Quasi 190mila gli italiani affetti da sordocecità

In Italia le persone affette da qualche forma di sordocecità sono quasi 190mila, 189 mila per la precisione, pari allo 0,3% dell’intera popolazione. Un numero esponenziale rispetto alle stime precedenti, che contavano da 3 a 11 mila persone. È quanto emerge ancora dallo studio Lfdo-Istat, che ricostruisce per la prima volta, attraverso la classificazione internazionale Icf (che considera la disabilità come il risultato dell’interazione tra le condizioni di salute di un individuo e l’ambiente in cui vive), le reali dimensioni del fenomeno della sordocecità, finora decisamente sottostimato. Secondo la ricerca, il 64,8% delle persone sordocieche è donna, mentre l’87,9% ha più di 65 anni.

Il 30,6% vive nelle regioni del Sud, il 21,4% nel Centro, il 16,8% nelle Isole. Circa 108 mila persone (circa 6 su 10) sono di fatto confinate in casa, non essendo in grado di provvedere autonomamente a se stesse a causa di altre gravi forme di disabilità che spesso si aggiungono ai problemi di vista e udito. “Dopo oltre 50 anni di attività – ha spiegato Rossano Bartoli, segretario generale della Lega del Filo d’Oro – da tempo avevamo avvertito la responsabilità di dover identificare il numero delle persone con problemi di vista e di udito realmente presenti in Italia, perché l’esperienza quotidiana ci dimostrava che i dati in nostro possesso derivanti da precedenti analisi non potevano essere attendibili. Il prezioso contributo dell’Istat, a cui va il nostro sentito ringraziamento, ha evidenziato i contorni di una vera e propria emergenza a cui è necessario rispondere con forza”.

Secondo i dati emersi dal nuovo studio Istat, la metà circa delle persone sordocieche (il 51,7% del totale) presenta anche una disabilità motoria. Per 4 disabili su 10, invece, si riscontrano danni permanenti legati ad insufficienza mentale, mentre disturbi del comportamento e malattie mentali riguardano quasi un terzo dei sordociechi (il 32,5% dei casi). Solo il 36% del totale non presenta invalidità aggiuntive rispetto alle problematiche legate a vista e udito, mentre ben il 21,6% somma a queste almeno altre 2 forme di invalidità. Nella maggioranza dei casi – 7 su 10 – i sordociechi hanno difficoltà ad essere autonomi nelle più semplici attività quotidiane (lavarsi, vestirsi, mangiare, uscire da soli). Anche per questa difficoltà ad affrontare la vita senza un sostegno esterno, 6 su 10 (il 57.1%, circa 108 mila persone) sono di fatto confinati in casa, sul letto o su una sedia, vedendosi quasi totalmente preclusa una vita sociale e, spesso, anche affettiva. E il 30,1% ha difficoltà a muoversi e camminare.

Esiste poi una minoranza (13,2%), pari a circa 20 mila persone, che assommano tutti e tre i livelli di difficoltà (confinamento, difficoltà di movimento e difficoltà nelle più semplici funzioni quotidiane), di fatto vivendo in uno stato di dipendenza assoluta e di bisogno di assistenza nell’intero arco della giornata. Con le conseguenze e le difficoltà che si possono immaginare sia per le persone stesse, che per le loro famiglie. “Questo studio ha permesso di evidenziare che la disabilità sensoriale – ha affermato Linda Laura Sabbadini, direttore del Dipartimento per le statistiche sociali e ambientali dell’Istat, – interessa un collettivo molto ampio di persone che affronta quotidianamente diverse criticità, dovute anche all’assenza di interventi, servizi e ausili che consentirebbero loro di sperimentare condizioni di vita migliore, sia nelle attività che nei livelli di partecipazione sociale. I dati presentati dimostrano chiaramente che molto spesso è l’ambiente di vita a condizionare l’inclusione sociale delle persone con deficit sensoriale, ciò dovrebbe spingere le politiche a intervenire, eliminando barriere fisiche e sociali e fornendo maggiori ausili, aiuti e servizi”.

“La Lega del Filo d’Oro – ha promesso il segretario generale Bartoli – si farà carico di promuovere un dibattito a livello pubblico e istituzionale non più rimandabile, in grado di individuare tutte le modalità possibili per contrastare un bisogno davvero rilevante, a partire dalla piena attuazione della legge 107/2010, che riconosce alla sordocecità una disabilità specifica unica, come d’altronde già formalizzato fin dal 2004 in sede europea dagli indirizzi contenuti nella dichiarazione sui diritti delle persone sordocieche”.

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