Primarie Usa: Jeb Bush già al bivio in New Hampshire, Trump prova a rimontare su Cruz

Clima rovente tra i repubblicani in vista del secondo appuntamento con le urne il 9 febbraio: il Granite State potrebbe escludere il terzo esponente della dinastia Bush e …

Clima rovente tra i repubblicani in vista del secondo appuntamento con le urne il 9 febbraio: il Granite State potrebbe escludere il terzo esponente della dinastia Bush e lanciare definitivamente sfidanti o outsider.

Mentre gli strascichi polemici dell’Iowa non accennano a placarsi (con Donald Trump e Ben Carson che si sono coalizzati nell’accusare Ted Cruz di slealtà per gli stratagemmi usati durante la campagna), la battaglia elettorale in vista delle primarie del New Hampshire si fa sempre più cruenta. E per il repubblicano Jeb Bush l’appuntamento del prossimo 9 febbraio potrebbe essere fatale.

Intanto i vari candidati in lizza si scannano a colpi di spot televisivi: basti pensare che ad oggi sono stati spesi 100 milioni di dollari in video promozionali contro i 2 milioni che nello stesso momento della campagna elettorale erano stati investiti nel 2012. Il dato dà la misura non solo dello scontro in atto ma anche del maggior numero di aspiranti alla Casa Bianca. La lotta appare particolarmente dura soprattutto tra i repubblicani. Da settimane, il cosiddetto Granite State è diventato teatro dello scontro tra i candidati dell’establishment del partito: ciascuno per tentare di accreditarsi quale leader del fronte moderato. Più nel dettaglio, si tratterebbe di una sfida a quattro, tra l’ex governatore della Florida, Bush; il governatore del New Jersey, Chris Christie; il senatore della Florida, Marco Rubio; il governatore dell’Ohio, John Kasich. Proprio Bush si gioca tutto in New Hampshire. Dopo una campagna elettorale mai decollata e un risultato deludente in Iowa (collocatosi sesto, col 2,8% dei consensi e appena un delegato), Jeb ha disperatamente bisogno di una vittoria nel Granite State, per poter sperare di proseguire nella sua corsa elettorale.

In caso di sconfitta, è infatti difficile che i suoi già scettici finanziatori continueranno a foraggiarlo. Bush lo sa. E, forte di risorse copiose (7,6 milioni di dollari in banca e 59 milioni in mano al Super Pac a suo sostegno), sta mobilitando il suo potentissimo network sul territorio. Con un solo obiettivo: screditare il rivale più pericoloso. Il suo ex pupillo, Rubio. Per quanto non disponga della potenza di fuoco di Bush, Rubio può tuttavia contare su un ottimo risultato conseguito in Iowa, un’immagine fresca, una retorica efficace, potenzialmente capace di attrarre voti trasversali. E lui ci spera. Perché sa perfettamente che nel caso riuscisse ad espugnare il Granite State, la maggioranza dei finanziatori di Jeb passerebbe tra le sue file.

E anche i senatori del Gop (attualmente restii ad appoggiare Rubio), finirebbero per convergere sul suo nome, pur di contrastare l’ascesa del candidato anti-establishment, Ted Cruz. D’altronde, le potenzialità del senatore di Miami sono note. E per questo anche Christie negli ultimi giorni non fa che attaccarlo in ogni modo possibile.

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