POTERI FORTI, POTERI DEBOLI / Big del M5S scalzati dalle nuove leve. Appendino superstar

Di Maio, Di Battista, Lombardi, Crimi: tutti rottamati? Ora che il Movimento 5 stelle ha vinto due partite di quelle che contano, soprattutto grazie al fatto che i …

di battista-dimaioDi Maio, Di Battista, Lombardi, Crimi: tutti rottamati? Ora che il Movimento 5 stelle ha vinto due partite di quelle che contano, soprattutto grazie al fatto che i cosiddetti “big” sono rimasti fuori dalla campagna elettorale, siamo così sicuri che non stia nascendo una nuova generazione di politici della next generation movimentista? Per essere ancora più chiari: una come Chiara Appendino è infinitamente più spendibile anche per una campagna nazionale per il governo di un Di Maio bollito da 3 anni di commistioni romane. Oltretutto il neosindaco di Torino ha vinto da sola contro una corazzata, senza parlamentari a ronzarle attorno, con un profilo assolutamente istituzionale ma percepito di cambiamento. Ma soprattutto la giovanissima Chiara, ancor più della Virginia Raggi, è lontana anni luce, almeno mediaticamente, da Beppe Grillo (il comico, Casaleggio jr e tutto lo staff erano a Roma, infatti). Cosa che Di Maio, Di Battista e soci non si possono permettere il lusso di dire. Pena l’espulsione immediata.

renzi koRenzi finalmente ha perso una elezione. Anche la sua più nascosta delle virtù (“quel ragazzo ha più fortuna che anima”, dicevano di lui amici e nemici) viene dunque meno. Ma non tutto è perso. Nei Palazzi della politica romana il mood è uno solo: “stanno mettendo alla prova i grillini, se non scendono a compromessi col mondo della finanza o sono incapaci di accontentare i poteri forti, a ottobre faranno in modo di cancellarli dalle cartine”. Insomma, quello che più di una fonte, vecchie pantegane di Palazzo vogliono dire, è che Roma e Torino sono test per capire il grado di emancipazione e omologazione al sistema del M5S. Se avranno capito bene come funziona, potranno avere una chance di governare il Paese, ma se continueranno a fare i duri e puri allora Campidoglio e Mole saranno la loro tomba politica. Chi vivrà vedrà…

orfiniNel Pd cambia tutto (ma cambierà davvero)? Altra piccola postilla sul Partito democratico. Venerdì 24 giugno ci sarà la Direzione nazionale per analizzare la sconfitta alle Amminsitrative 2016. Chi si aspetta le dimissioni di Matteo Orfini da commissario del Pd romano per il tonfo delle urne, però, resterà deluso. In ottobre o novembre sarà celebrato il congresso locale, dunque resterà in sella fino a quel momento. Pagheranno i membri dell’attuale segreteria nazionale per tutti, tanto Renzi li avrà convocati sì e no 4 volte in 1 anno, capirai che perdita. Ma a fare le spese del ko saranno soprattutto Guerini e Serracchiani, i due vice, che saranno congedati con l’onore delle armi, ma saranno sostituiti da un clone del segretario. Molto probabilmente Maria Elena Boschi, l’unica che ha l’autorizzazione a prendere decisioni al posto del “Capo”, anche senza informarlo preventivamente. Cosa che a Lotti non è mai stata concessa. Infatti, Maria Elena ormai è la unica e sola numero 2. L’unica cosa che può frenare la sua ascesa? Chiaro: il babbo. Do you remember Banca Etruria?…

salvini berlusconiBerlusconi-Sansone ha vinto ancora. “Piuttosto che regalare la casa a quel vichingo arrogante di Salvini, Berlusconi sarebbe disposto a bruciarla”, diceva un parlamentare di lungo corso forzista, ex Pubblitalia e fedelissimo (uno degli ultimissimi) al Cav. Ebbene, aveva ragione. Laddove il leghista Matteo non si è piegato al volere dei moderati (come a Milano con Parisi), Silvio gli ha fatto trovare terreno bruciato, proprio per ricordargli che nella coalizione lui ha preso il posto in tv del Cavaliere, ma come elettorato la sua Lega resta sempre un gregario di Forza Italia. Anche quando Fi è in declino. L’operazione a cuore aperto l’ha subita Berlusconi, ma i reflussi gastrointestinali li ha Salvini: a volte la vita è davvero strana…

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