Popolare di Vicenza, 58mila i titoli tossici rifilati con l’inganno a risparmiatori ignari

Una ispezione della Bce nei primi 6 mesi del 2015 ha scoperto ciò che le autorità preposte al controllo in Italia non hanno mai saputo scoprire: la Banca …

Una ispezione della Bce nei primi 6 mesi del 2015 ha scoperto ciò che le autorità preposte al controllo in Italia non hanno mai saputo scoprire: la Banca popolare di Vicenza stava rifilando titoli tossici ad ignari clienti, che non avevano né le competenze, né i profili dei trader o il pelo sullo stomaco dei gestore di hedge fund.

Come scrive “Repubblica”, «ad alzare il velo sul “così fan tutti” vicentino è stata l’ispezione della Banca centrale europea, condotta tra il 26 febbraio e il 3 luglio 2015 e conclusasi con una relazione di 103 pagine che non lascia scampo agli ex vertici della Banca. I profili di ben 58mila azionisti, tra vecchi e nuovi, non risultano in linea con le normative Mifid, la direttiva europea (Market in Financial Instruments directive) che, tra le altre cose, impone di classificare i clienti in modo adeguato per fornire loro servizi finanziari appropriati».

Ciò significa, aggiunge il quotidiano, che «L’ex presidente Gianni Zonin e l’ex amministratore delegato Samuele Sorato, oggi indagati per aggiotaggio e ostacolo alle autorità di vigilanza, hanno portato con due aumenti di capitale i soci a 108mila con una crescita del 57% in soli due anni. Una seconda città nella città, cresciuta sull’inganno e con l’unico scopo di rafforzare lo zoppicante patrimonio della banca».

AZIONISTA SUICIDA – Intanto è polemica per un nuovo suicidio tra gli azionisti. Si tratta di un pensionato di 69 anni, Antonio Bedin, con diversi problemi di salute: fiaccato da una polmonite, soffriva di disturbi cardiaci e aveva difficoltà deambulatorie. L’uomo, che ha visto passare nel giro di un anno il valore totale delle azioni e obbligazioni in suo possesso da circa 400mila euro a poco meno di mille, si è tolto la vita mercoledì 15 giugno sparandosi un colpo di pistola al petto, nella sua villetta di Montebello Vicentino

LE REAZIONI – “Salvare le banche e non le persone è una bestemmia. Le persone vengono prima dei soldi e una banca vada pure in fallimento”, dice don Enrico Torta, presidente delle Associazioni Soci Banche Popolari Venete, da anni in prima linea al fianco dei piccoli risparmiatori travolti dal fallimento delle banche. “Mi domando: chi risponderà di questi suicidi?”, ha aggiunto.

Vuole che “la Procura della Repubblica di Vicenza apra un’indagine per la fattispecie di istigazione al suicidio” il Codacons. “Ancora un caso di suicidio in Italia che pare connesso alla perdita dei risparmi di una vita – rileva in una nota il presidente, Carlo Rienzi -. Un episodio grave per il quale è necessario accertare eventuali responsabilità da parte di soggetti pubblici e privati”.

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