Ormai lo dicono anche loro, Juncker: “Unione europea minacciata. Oggi rischia Schengen, domani l’euro”

Il presidente della Commissione Ue esplicita l’ovvio: sempre tardi e sempre male. Intervista di Minoli a Zingales: “Renzi sbaglia ad attaccare la Germania senza proposte”. “Oggi è a …

Il presidente della Commissione Ue esplicita l’ovvio: sempre tardi e sempre male. Intervista di Minoli a Zingales: “Renzi sbaglia ad attaccare la Germania senza proposte”.

“Oggi è a rischio Schengen, domani ci si chiederà perché avere una moneta comune: l’Unione europea è minacciata alla base e forse non ci si rende conto”. A dirlo è stato il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker parlando alla Plenaria di Strasburgo dei problemi sull’immigrazione. “Alcuni Paesi hanno allegramente reintrodotto i controlli alle frontiere – ha aggiunto Juncker – ma domani ci verrà chiesto di rendere conto dei grandi costi economici che questa decisione comporta. Ci si chiederà allora che senso abbia una valuta unica in Europa se non e’ garantita la libera di circolazione dei cittadini”.  Lunedì era circolata, infatti, l’indiscrezione che la Slovenia e la Croazia potrebbero sospendere Schengen, con la reintroduzione dei controlli di documenti ai confini.

Leggi anche: Se l’Unione europea si disintegra la Germania ha già pronto il piano di emergenza

Avramopoulos: stop Schengen, Ue finisce

La deroga su Schengen da parte di alcuni Paesi “avrebbe un effetto valanga e sarebbe l’inizio della fine dell’Europa”. Lo ha detto in un’intervista il commissario europeo per i rifugiati Dimitris Avramopoulos. Il ripristino dei controlli alle frontiere da parte di Austria, Slovenia e Croazia “non aiuterà, i rifugiati arriveranno comunque”. Gli hotspot previsti in Grecia e in Italia dovrebbero essere operativi in quattro settimane. “Non abbiamo più di 4 settimane per avere risultati sulle frontiere”, aggiunge.

UE – ZINGALES A MIX24 SU RADIO 24: RINEGOZIARE PATTO UE, NON CHIEDERE MAGGIORE FLESSIBILITA’ ALLA GERMANIA

Quello che bisogna fare è cercare di rinegoziare la situazione, ma non da una posizione di chiedere alla Germania maggiore flessibilità, perché questa secondo me è una partita persa in partenza. E’ quella invece di fare una discussione su quale è l’Europa del futuro che noi vogliamo”. Così l’economista Luigi Zingales, professore di finanza, docente all’università di Chicago Booth School of Business, intervistato a Mix24 di Giovanni Minoli su Radio 24 si esprime sui patti europei e un’ Europa a egemonia tedesca. Ma può essere un’Europa a due velocità, con un Euro A e un Euro B?, chiede Minoli. “Secondo me è anche possibile che sia così a un certo punto se il Sud Europa non è in grado di rimanere al passo con il Nord Europa – continua Zingales – Ma la cosa più importante, secondo me, è sottolineare, che in questo momento l’Europa che abbiamo è un Europa a egemonia tedesca perciò tutte le regole sono introdotte dalla Germania e valgono fino a che convengono alla Germania”.

Leggi anche: “La Germania pensa a un euro a due velocità”. Parla Giraud

“Qualsiasi economista dice che l’Unione monetaria non è sostenibile senza una qualche forma di redistribuzione fiscale. Allora, secondo me, la vera discussione che va messa sul piatto oggi è dire: quale forma di redistribuzione fiscale facciamo oggi per renderla possibile? Oppure: la Germania non vuole fare nessuna forma di redistribuzione fiscale, allora dobbiamo rescindere i patti perché non è possibile avere una moneta comune senza una redistribuzione fiscale”.

“Secondo me il presidente del consiglio Renzi sbaglia nel modo come attacca la Germania, nel senso che l’attacca in una maniera diciamo da Cinquestelle o Salvini, non avendo una visione alternativa che dimostra come dal punto di vista ideale la Germania stia sbagliando”. Cioè un attacco senza proposte, insiste Minoli. “Esattamente”, conclude Zingales.

 

Tag

Partecipa alla discussione