Mutui, polemiche sulle nuove regole Ue: ecco i rischi sulla prima casa

“Vale solo per i nuovi contratti”, si difende il Mef. Ma la legge è applicabile anche alle surroghe, che rappresentano una buona fetta dei finanziamenti. La commissione Finanze …

Vale solo per i nuovi contratti”, si difende il Mef. Ma la legge è applicabile anche alle surroghe, che rappresentano una buona fetta dei finanziamenti. La commissione Finanze della Camera chiede lo stralcio.

L’Imu-Tasi non c’è più, ma tutto quello che ruota attorno alla casa resta sempre un tema incandescente nel dibattito politico ed economico. Ad accendere la polemica sono le nuove regole sui mutui previste dalla direttiva Ue, recepite dal governo e all’esame del Parlamento che, secondo associazioni dei consumatori e il M5S (ma non solo) darebbero più potere alle banche a scapito dei consumatori in caso di mancati o ritardati pagamenti.

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Accusa respinta dal ministero dell’Economia che sottolinea come il governo aveva il dovere di recepire la direttiva Ue sui mutui, ma nel farlo ha scelto la soluzione più attenta alla tutela del consumatore-debitore, inserendo il diritto a vedersi riconosciuta l’eventuale eccedenza (rispetto al debito non rimborsato alla banca) dalla vendita dell’immobile. Una misura non scontata e frutto della necessità, sottolineata anche dai tecnici del Senato nella loro relazione, di porre rimedio al potenziale “squilibrio tra le parti” nella stipula dei mutui e “rispetto della par condicio tra creditori”.

Per i tecnici la norma è “compatibile con la Costituzione e anche con il Codice civile”. Ma la sola valutazione da parte di un terzo del valore della casa (di norma venduta a prezzo inferiore a quello di mercato con le procedure di recupero crediti) potrebbe sì avvantaggiare il debitore che con il trasferimento estingue il debito, ma potrebbe anche non essere sufficiente a riequilibrare le parti. E se la “regola” delle sette rate in ritardo esiste già (prevista dal Testo unico bancario) quello che viene meno è il ricorso alle lunghe procedure esecutive giudiziarie, seppure deve essere previsto da una condizione esplicita nel contratto.

Certo la norma vale solo per quelli nuovi, ma quindi anche per le surroghe che rappresentano ora una buona fetta dei finanziamenti. Tutto nasce dall’obiettivo generale dell’Ue, che si è già dimostrato anche nella direttiva sulle fatture della Pubblica amministrazione, di dare tempi certi ai pagamenti. Una norma quindi non “tagliata” per l’Italia e il problema delle sue sofferenze bancarie. Non a caso dal settore del credito, accusato più o meno scopertamente dalle opposizioni di aver voluto la norma, non arrivano commenti ufficiali. Molti osservatori del settore fanno notare comunque come le banche, specie in questa fase, non sono interessate a farsi carico di immobili dal valore deprezzato e ci pensano bene prima di considerare sofferenze i mutui in ritardo.

La grande massa delle sofferenze è infatti dovuta alla crisi che ha colpito le costruzioni e il manifatturiero mentre le famiglie hanno tassi minori di insolvenza. Non giova a nessuno insomma una ondata di sfratti e pignoramenti, prova ne sono le moratorie a favore dei soggetti più deboli (di cui hanno usufruito in 3 anni oltre 30mila famiglie). “Mettere a rischio le case degli italiani è una follia! Riportiamo i partiti sulla terra” attaccano frontalmente i 5Stelle Luigi Di Maio e Carla Ruocco. E se il Codacons parla di “esproprio di Stato’” preannunciando un esposto, Adusbef e Federconsumatori parlano di “norma buttafuori” per conto dei banchieri.

Commissione Finanze: togliere l’articolo sui mutui

“Con riferimento all’articolo 12” del ddl di delegazione europea “il quale indica principi e criteri direttivi specifici per l’esercizio della delega legislativa per il recepimento della direttiva 2014/17/Ue in materia di protezione dei consumatori e del livello di professionalità dei creditori ed intermediari al credito nel mercato dei mutui per l’acquisto di immobili residenziali, valuti la commissione di merito l’opportunità di sopprimere il predetto articolo, in quanto risulta già quasi concluso, con la presentazione alle Camere del relativo schema di decreto legislativo” sui mutui. Questa l’osservazione contenuta nel parere della commissione Finanze alla Camera sul ddl di delegazione europea. Il dlgs a cui si fa riferimento è quello che prevedere, tra l’altro, la possibilità di vendita della casa da parte della banca se il cliente non paga 7 rate, anche non consecutive, del mutuo. Il dlgs è attualmente all’esame delle commissioni Finanze di Camera e Senato e dovrebbe ricevere il parere tra mercoledì 2 e giovedì 3 marzo. Nel testo del ddl di delegazione europea di quest’anno, come già anticipato da Public Policy, il riferimento all’attuazione del del dlgs mutui viene riproposto. La commissione Finanze chiede quindi di espungere l’articolo in cui si fa riferimento al recepimento della direttiva europea in questione, visto che il dlgs mutui è già stato emanato ed è all’esame del Parlamento.

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