Marte, c’è un team di ragazzi italiani in gara per l’avvicinamento al pianeta rosso nel 2020

La squadra si chiama Fato, acronimo di First human Approach TO Mars team, e si è appena guadagnata un posto tra i 10 finalisti della International Gemini Mars …

La squadra si chiama Fato, acronimo di First human Approach TO Mars team, e si è appena guadagnata un posto tra i 10 finalisti della International Gemini Mars Design Competition, contest organizzato dalla Mars Society. I suoi componenti – cinque studenti di ingegneria aerospaziale al Politecnico di Torino, Gianluca Benedetti, Erik Garofalo, Francesco Marino, Luigi Mascolo e Dario Riccobono – hanno ideato una missione spaziale per effettuare un flyby su Marte, con partenza a luglio 2020 e rientro sulla Terra 584 giorni dopo, nel febbraio 2022.

È lo stesso Dario Riccobono a raccontarlo a Wired: “Quando siamo venuti a conoscenza del contest, a settembre 2015, abbiamo messo insieme il team e abbiamo iniziato a lavorare al progetto”. Il bando del concorso, per la precisione, richiedeva la progettazione di una missione umana (per due astronauti) di volo radente su Marte, con partenza entro il 2024. Due mesi fa gli studenti hanno inviato la propria idea, che è risultata tra le dieci finaliste e sarà discussa a settembre a Washington, in occasione del XIX congresso della Mars Society.

Fato - Marte

Il team Fato. Da sinistra a destra: Francesco Marino, Dario Riccobono, Gianluca Benedetti, Erik Garofalo e Luigi Mascolo (Foto: Fato)

“La nostra idea”, spiega ancora Riccobono, “prevede due lanci separati, da effettuarsi usando come vettore i razzi Falcon di SpaceX. Vorremmo far decollare tre moduli: un modulo abitabile gonfiabile, un modulo per il cargo e un modulo di rientro, che dovrebbero riunirsi nell’orbita terrestre e poi partire alla volta di Marte. L’arrivo è previsto cinque mesi dopo, quando la navicella effettuerà il flyby e rilascerà 2 CubeSat (coppie di mini satelliti per lo studio dell’atmosfera). Dopodiché, inizierà la traiettoria di ritorno, che prevede un flyby di Venere (con nuovo rilascio di altri due CubeSat) e una tappa sulla Stazione spaziale internazionale dove verrà scaricato il modulo abitabile, che potrà eventualmente essere sfruttato in occasioni successive. Infine, il rientro sulla Terra”. Costo stimato della missione? Un miliardo e mezzo di dollari. In bocca al lupo.

Questo articolo e’ stato originariamente pubblicato da Wired.it, che ringraziamo

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