Mamma e sindaco, ruoli incompatibili. Chi ha ragione: Berlusconi o Salvini?

Il Cav dice che in Campidoglio l’impegno è di 14 ore al giorno, cosa che la Meloni non può permettersi, ma il segretario della Lega non molla: è lei …

Il Cav dice che in Campidoglio l’impegno è di 14 ore al giorno, cosa che la Meloni non può permettersi, ma il segretario della Lega non molla: è lei la sua candidata ideale per Roma, non Bertolaso.

Giorgia Meloni è il candidato sindaco di Roma scelto da Matteo Salvini, ma non da Silvio Berlusconi, che continua a preferire l’ex capo della Protezione civile, Guido Bertolaso. Le ragioni mosse dal Cavaliere sono quelle usate dal suo “protetto”: “Una mamma non può dedicarsi a un lavoro terribile e Roma ora è un lavoro terribile. Fare il sindaco di Roma vuol dire stare in giro e in ufficio 14 ore al giorno. Non credo possa essere scelta giusta per Giorgia”.

Ma queste parole hanno scatenato un putiferio di reazioni, sia positive che negative, nel mondo politico, che fanno il paio con quelle già divampate dopo che lo stesso Bertolaso aveva detto che la Meloni avrebbe fatto meglio a pensare al figlio in arrivo e non al Campidoglio. Molti hanno accusato il duo di maschilismo e arretratezza mentale, addirittura Matteo Renzi aveva provato l’entrata in scivolata a gamba tesa nel dibattito, con il chiaro intento di guadagnare qualche simpatia nella destra, difendendo la libertà della leader di Fratelli d’Italia a candidarsi per la poltrona più alta di Roma, pur continuando ad essere una mamma, quindi tenendo comizi e incontri di campagna elettorale.

Resta comunque sullo sfondo la guerra politica nel centrodestra, dove Salvini è evidente che voglia archiviare la stagione della leadership berlusconiana, anche e soprattutto imponendo le proprie scelte sulle candidature alle elezioni amministrative. Da questa motivazione nasce la decisione di mollare di colpo Bertolaso, dopo averne accettato la discesa in campo, in favore di quella della Meloni, sicuramente più vicina alle posizioni del segretario leghista che a quelle dell’ex premier.

Donne ghettizzate ancora in politica o giochi di potere, dunque? Cosa anima questa ennesima querelle sulle candidature alla carica di sindaco della Capitale? Ma sopratutto, chi ha ragione tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini?

Dalle risposte a queste domande potrebbe venire fuori la traccia per il prossimo futuro del centrodestra italiano. E forse anche la strada da seguire per tre partiti e tre leader che ancora faticano a trovare una piattaforma comune per essere alternativi alla mediaticità di Renzi e al populismo del Movimento 5 stelle.

Red.it

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