M5S, Grillo capo. Fine direttorio? “Troppi personalismi anticamera della fine”

Roberto Fico (foto sotto) continua determinato sulla strada della ortodossia. Lui è l’evangelista del Movimento, porta il Verbo delle origini, dell’uno vale uno, della democrazia orizzontale fiaccata dalle …

Roberto Fico (foto sotto) continua determinato sulla strada della ortodossia. Lui è l’evangelista del Movimento, porta il Verbo delle origini, dell’uno vale uno, della democrazia orizzontale fiaccata dalle ambizioni e i successi personali con cui la politica ti blandisce.

 

La festa di Palermo riuscirà a sanare le ferite del Movimento?

«Ci aiuterà a riflettere. Ci sono stati momenti di difficoltà, ci sono e verranno ancora con costanza, perché avremo sempre più sindaci e Comuni. Le difficoltà aumenteranno assieme alla complessità. L’importante è affrontarle rimanendo fedeli a sé stessi, tenendo salde regole e principi del passato. Certe volte sento dire che dobbiamo cambiare perché il sistema è più complicato. Allora io dico: proprio per questo i nostri valori devono essere la stella polare, qualunque direzione prendiamo».

La politica nei palazzi, o al governo di città importanti, vi ha cambiato?

«Il nome stesso, Movimento, indica che siamo in evoluzione. Basta però non sfregiare il nostro Dna».

 

Intanto Grillo ha di fatto superato il direttorio di cui lei fa parte.

«Nel direttorio io mi occupo di meet-up, secondo regole e valori del M5S. Né io né gli altri abbiamo un potere decisionale autonomo. Tutto può essere superato, e anche il direttorio non poteva rimanere cristallizzato in quello che era».

 

Chi ha il potere decisionale?

«È il programma a dare la linea politica, in Parlamento come nei Comuni. Sul blog abbiamo votato sul testamento biologico e sull’eutanasia, faremo così per altre decisioni, condividendole con gli iscritti certificati. Quando ci sono cose più difficili da dirimere, sarà il garante a occuparsene. Prima erano Beppe e Gianroberto, ora solo Beppe ha il potere di dare e levare il simbolo».

 

Pensa siano stati certi personalismi ad aver messo in crisi il M5S. Molti hanno attaccato in tal senso Luigi Di Maio o Virginia Raggi…

«Eccessi di personalismo e di egocentrismo non servono a nessuno. È una regola che vale sempre, a livello nazionale e locale. Guardiamo a come si sono ridotti i partiti. Mica sono nati in modo sbagliato, anzi avevano idee di cuore. Poi però sono crollati sotto i personalismi, le divisioni, le correnti. Sono l’anticamera della fine. Il M5S deve riuscire ad avere gli anticorpi».

 

Li avete, secondo lei?

«Fino ad adesso li abbiamo avuti, vedremo nei prossimi anni. Se riusciamo a migliorare rimanendo noi stessi bene, sennò diventeremo altro. Tanto qui restiamo tutti per due mandati massimo».

 

Si è parlato tanto di palco però, dell’ordine della scaletta, di invidie, di chi pretende di andare di più in tv.

«Ecco, appunto. Il palco è un’illusione, dipende dall’interpretazione che vuoi dargli. Oggi per me è essere qui in mezzo alla gente, tra i gazebo. Anche Beppe lo ha detto. Questo periodo di difficoltà ci ha insegnato che dobbiamo condividere di più, incontrarci e fare meno selfie. Abbandonare la vippagine inutile. È facile sentirsi un vip: il sistema comunicativo trasforma le persone in quello che non sono. Leggiamo nella storia degli altri gli errori, e vediamo se ne siamo immuni. Non è detto che lo siamo. Importante è dirsi le cose come stanno. Bisogna leggersi dentro e capire che, quando l’ego straborda troppo, è meglio tornare in una modalità di ascolto».

 

Secondo lei, Raggi si è comportata secondo i valori del M5S?

«Non c’è dubbio che ci siano state delle difficoltà. Possono essere un’opportunità, ma solo se viene seguito il programma. La cosa peggiore, e vale per tutti non parlo solo di Virginia, è nascondere qualcuno che sta sbagliando. Dobbiamo fare tutto in maniera trasparente, e non per correnti perché uno si sente migliore»

 

L’assessore al Bilancio scelto da Raggi, Tutino, è stato aspramente criticato dal M5S tre anni fa…

«E’ una scelta di Virginia, vedremo se sarà confermato. Ma non c’è dubbio che su quel nome abbiamo fatto delle interrogazioni parlamentari, rilanciate da Di Battista e da Ruocco. Diamo per scontato che, se noi facciamo un’interrogazione, un sindaco se la vada a leggere. E’ depositata. Può essere anche sbagliata e ha ragione la sindaca, ma certamente prima deve valutarla».

Fonte: La Stampa

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“Avevo fatto un passo di lato ma capisco che io sono il capo. Io, se devo essere il responsabile e il capo politico, lo farò, e prenderò le mie decisioni. Con paura, con stress, ma prenderò delle decisioni. Perché alla fine bisogna che qualcuno le prenda. Adesso sono da solo”. E’ quanto afferma il leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, dinanzi alle telecamere, al suo arrivo al Foro Italico di Palermo, dove oggi e domani è in programma la kermesse Italia 5 Stelle. Grillo ricorda di aver fatto “un passo di lato perché era nell’ordine delle cose con Gianroberto (Casaleggio, ndr): gli ho detto ci stiamo allargando e abbiamo bisogno di persone. Allora abbiamo scelto quelle persone lì insieme alla rete. Erano cinque di cui ci fidavamo, di cui ci fidiamo, poi avremo bisogno di altre persone. Si deve allargare in questo senso”. (Askanews)

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“Ebbene si’ sono rientrato”. Beppe Grillo annuncia a Palermo il suo pieno ritorno alal guida del Movimento Cinque Stelle. “Prima c’era Gianroberto Casaleggio. Ora sono rimasto io e quindi nessun passo di lato” ha detto il leader pentastellato di fronte alla folla che al Foro italico ha partecipato alla kermesse Italia 5 stelle. “Volevo fare un passo di lato ma non ci ho mai proprio veramente creduto e la scomparsa di Gianroberto mi pone di nuovo qua. E ho di nuovo entusiasmo. Mi sto allenando per fare a nuoto da Malta a Palermo” aggiunge Grillo “Noi non dobbiamo un cazzo a nessuno. Possiamo morire, rinascere. Abbiamo subito calunnie e minacce, ci saremo sempre e andremo avanti piu’ coesi di prima. Questa e’ la mia promessa”.

 

Ai suoi raccomanda sobrieta’, salvo poi dire che “Non puo’ essere un costituzionalista a spiegarmi la costituzione e un giuslavorista a spiegarmi del lavoro. Andassero affancunolo” “Adesso noi siamo stati topi da laboratorio, e voglio che ripensiate a come ci sentivamo dentro con il prima vaffanculo, con la prima raccolta firme. Era un spirito straordinario, e quelli che arrivano adesso non lo possono sapere. E noi dobbiamo ripristinare quel sentimento li'” arringa il leader “Alla fine parleremo di programma, di megawatt, di economia di efficienza, di sobrieta’, dobbiamo tornare a una sana sobrieta’. Adesso dovete stare molto attenti a chi parla bene del movimento. E se con tutto quel casino che hanno fatto abbiamo perso un punto o due, vuol dire che nessuno legge piu’ questi giornali”. E di nuovo ricordato l’amico Casaleggio “E’ chiaro che mi manca Gianroberto e manca a tutti”. Parole accolte da un lungo applauso della folla che, alla fine di una lunga giornata, ha riempito il Foro Italico. Il prato davanti al palco si riempie e la gente sorride alla battute, ascolta e applaude. Nessuno fornisce numeri ufficiali ma l’area molto vasta contiene secondo alcuni oltre 10mila persone. (AGI)

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1 commento

  1.   

    coraggio ragazzi  son tornato.. vedete  pure m5s ha introdotto l’unica forma di governo possibile. la dittatura. quì magari fa pure ridere ma molto meglio che la pseudo..uomo solo al comando…di stampo renziano.molta più trasparenza, coerenza ed identificazione delle responsabilità.