L’università ormai costa come un mutuo

«È un investimento che solitamente la famiglia si accolla per garantire ai giovani un futuro migliore».  Chi ha un figlio che frequenta gli atenei lo sa. Oggi andare …

«È un investimento che solitamente la famiglia si accolla per garantire ai giovani un futuro migliore». 

Chi ha un figlio che frequenta gli atenei lo sa. Oggi andare all’università comporta un impegno economico molto simile a quello di un mutuo per l’acquisto di una casa. La spesa annua da sostenere varia, infatti, da un minimo di 6mila euro l’anno a oltre  12-13mila euro per i fuori sede, calcolando un reddito familiare medio compreso tra i 35mila e i 45mila euro all’anno e considerando soltanto le università statali. Senza considerare eventuali affitti, il costo maggiore è rappresentato dagli strumenti per frequentare i corsi ai quali devono essere aggiunti le spese di iscrizione, quelle di spostamento e i pasti consumati fuori casa.

«È un investimento che solitamente la famiglia si accolla per garantire al proprio figlio un futuro migliore», premette il presidente della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate Roberto Scazzosi. «Ma è un investimento oneroso che, soprattutto in un periodo come l’attuale, le famiglie pur volendo non sempre riescono a sostenere». Nello spirito che contraddistingue il Credito Cooperativo, la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate ha studiato uno strumento per essere ancora più vicina alle famiglie e agli studenti: è stato lanciato proprio nei giorni scorsi BCC Academy, un apposito finanziamento per sostenere i giovani che intendono iscriversi a università, master, scuole di specializzazione o a corsi professionalizzanti. «Due sono i punti di forza della nostra proposta», dice il direttore generale della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate Luca Barni. «Innanzitutto parliamo di un prodotto a interessi zero per gli anni di studio con un periodo ponte di un anno dal termine del percorso formativo in modo tale da consentire ai giovani di trovare una prima occupazione; in secondo luogo, abbiamo voluto premiare le capacità: per gli studenti in possesso del merito scolastico, il periodo ponte prima di iniziare la restituzione del prestito sale a due anni dal termine degli studi».

Per l’Italia il concetto di prestito d’onore applicato alla formazione universitaria è relativamente nuovo. Ben più diffuso è nel mondo anglosassone dove i ragazzi tendono ad abbandonare la casa dei genitori all’indomani della maggiore età, proprio in corrispondenza con l’avvio degli studi negli atenei. «L’esigenza di avere degli strumenti per sostenere questi costi si sta facendo largo anche in Italia, soprattutto nella prospettiva di trovare un buon posto di lavoro», continua Barni. «In questi anni complessi abbiamo studiato prodotti e soluzioni, sulla base delle esigenze delle diverse tipologie di clienti, che puntassero alla crescita del  tessuto economico e sociale. Con BCC Academy ci rivolgiamo ai giovani che vogliono intraprendere un percorso di studio o professionalizzante dopo le scuole superiori: è su di loro che una comunità, se vuole crescere in un’ottica di lungo periodo, deve investire».

Fonte: comunicato stampa aziendale

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