Libia, Italia teme coinvolgimento nei raid Usa: “Se ce lo chiederanno, valuteremo”

“Valuteremo”. Questa parola, detta quasi con voce tremante dal ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni, segna un crocevia fondamentale per gli equilibri geopolitici dell’Italia nel Mediterraneo. Perché è …

“Valuteremo”. Questa parola, detta quasi con voce tremante dal ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni, segna un crocevia fondamentale per gli equilibri geopolitici dell’Italia nel Mediterraneo. Perché è la risposta che il capo della diplomazia (si badi bene, non della Difesa) a un eventuale intervento delle nostre truppe nei bombardamenti che gli Stati Uniti hanno iniziato a Sirte, in Libia, e molto probabilmente proseguiranno anche su altri obiettivi sensibili dove si annida Daesh, detta con l’accezione negativa del termine Isis.

“Se ci saranno richieste, naturalmente se prenderemo decisioni ne informeremo il Parlamento”, ha detto Gentiloni a “Uno Mattina”, rispondendo alla domanda sull’ipotesi dell’uso della base di Sigonella. “La cosa che gli italiani devono sapere – ha proseguito – è che si tratta di interventi mirati contro le posizioni di Daesh attorno a Sirte, città costiera diventata la roccaforte in Libia. Credo sia un fatto molto positivo che gli americani abbiano deciso di intervenire”.

>>> Leggi anche Obama ordina bombardamenti aerei Usa contro postazioni Isis in Libia

Il capo della Farnesina, però, non nasconde la speranza che quella richiesta non arrivi mai. “Mi auguro che l’intervento americano sia risolutivo”, ha affermato, affrettandosi a spiegare anche il perché. Il perché del governo, ovviamente: “Sarebbe un messaggio molto forte non solo per la lotta al terrorismo, ma anche per la stabilizzazione della Libia”. Le milizie dello Stato islamico sono ormai “concentrate in quattro, cinque compound, ma non è facile arrivare a liberare l’intera città”, ha aggiunto Gentiloni, ricordando che “fino a dicembre non c’era nulla, a marzo è entrato a Tripoli un governo che ha ricevuto il sostegno internazionale e a maggio si è mosso contro i terroristi”.

Intanto arrivano i primi risultati dell’intervento. L’arresto di un “leader” della filiale libica dello Stato Islamico (Isis) a Sirte  è stato annunciato dal generale Mohammed al Ghasry, portavoce del comando delle operazioni denominata “Al Bayan al Marsus” (“Struttura Solida”) che fa capo al governo di concordia nazionale voluto dalle Nazioni Unite. “Le nostre forze sono riuscite a catturare uno dei leader dell’organizzazione dell’Isis mentre questi stava tentando di scappare via mare”, ha detto il generale. “La battaglia per la liberazione di Sirte è un battaglia che ha messo d’accordo tutti i libici”, ha aggiunto. Commentando i primi raid Usa sulle postazioni dell’Isis annunciate dal Pentagono, il generale ha detto che “l’aiuto della comunità internazionale per liberarsi da questa organizzazione terroristica avviene in totale coordinamento con il comando e con il Consiglio presidenziale del governo di concordia nazionale”.

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1 commento

  1.   

    Non si fermeranno  mai queste guerre ? 
    Quanto sono costate in vite umane? Importa a pochi il saperlo. Importante è avere esportato la democrazia! con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti, se non si è ciechi.
    Monitoraggio attacchi aerei internazionali contro cosiddetto Stato Islamico (Daesh) e di altri gruppi in Iraq e la Siria. Archiviazione rapporti ufficiali della guerra……. 
    https://airwars.org/