La Germania dalla crisi europea ci ha guadagnato moltissimo

È quanto emerge da uno studio dell’istituto tedesco di ricerca economica Iwh. Dal 2010 Berlino avrebbe risparmiato circa 100 miliardi di euro di tassi d’interesse, grazie alle riduzioni …

È quanto emerge da uno studio dell’istituto tedesco di ricerca economica Iwh. Dal 2010 Berlino avrebbe risparmiato circa 100 miliardi di euro di tassi d’interesse, grazie alle riduzioni decise a più riprese dalla Bce. “Questo risparmio supera i costi della crisi, anche se la Grecia non dovesse fare fronte ai propri debiti”, scrive l’istituto. “La Germania dunque, in ogni caso, ha tratto vantaggio dalla crisi greca”.

Nel frattempo, la Troika e l’Esm lavorano ad Atene “giorno e notte” e stanno scrivendo in queste ore sia il pacchetto addizionale di misure che la Grecia deve approvare prima dell’accordo sia il Memorandum: lo ha detto una portavoce della Commissione spiegando che Bruxelles è convinta che un’intesa sia possibile entro agosto e “preferibilmente” entro il 20.

Sul fronte ellenico invece, entro settembre le autorità fiscali elleniche dovrebbero porteranno a termine una vasta serie di controlli incrociati fra depositi in banca e dichiarazioni dei redditi relative al periodo 2000-2012 di migliaia di cittadini greci in cui sono state rilevate forti incongruenze. Lo ha annunciato il vice ministro delle Finanze greco Tryfon Alexiadis in un’intervista pubblicata sul quotidiano ateniese Proto Thema. “Le autorità hanno individuato privati e aziende che hanno depositi bancari per milioni di euro e che hanno dichiarato un reddito annuo di 60 o 70mila euro. Saranno tutti chiamati a spiegare dove hanno trovato quei soldi. E sto parlando di centinaia di migliaia di individui e di conti”, ha detto il viceministro.

Alla domanda circa possibili modifiche nella tassazione degli armatori, Alexiadis ha detto che “gli armatori greci che in tempi critici hanno dimostrato i loro sentimenti patriottici dovranno ancora una volta dimostrare che amano il loro Paese. Ma se cercassimo di caricare di tasse il settore della marina mercantile più del necessario, ciò andrebbe a favore del trasporto via mare di altri Paesi europei. Nello stesso tempo, perderemmo sia il vantaggio che il nostro Paese ha sulla concorrenza sia notevoli introiti”. Il vice ministro ha concluso affermando che eventuali modifiche alla tassazione verranno prima discusse con il settore armatoriale.

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