La Cina piazza i suoi missili terra-aria su Woody Island (e fa infuriare Obama)

Pechino ha sistemato i suoi HQ-9 a Yongxing, la più importante delle isole Paracel, al centro delle dispute nel mar Cinese meridionale tra Taiwan, Malesia, Vietnam, Brunei e le Filippine, …

Pechino ha sistemato i suoi HQ-9 a Yongxing, la più importante delle isole Paracel, al centro delle dispute nel mar Cinese meridionale tra Taiwan, Malesia, Vietnam, Brunei e le Filippine, con gli Usa spettatori interessati.

La Cina alta il tiro e schiera il potente sistema di missili terra-aria HQ-9 a Yongxing, la più importante delle isole Paracel al centro delle dispute nel mar Cinese meridionale, quasi a completare un assetto strategico composto da impianto radar e pista aerea nuova di zecca.

Una mossa, non smentita da Pechino, che riaccende le tensioni su una delle più importanti rotte commerciale al mondo. Il presidente Usa, Barack Obama, ha assicurato che andranno avanti le operazioni a sostegno della “libertà di navigazione” nelle acque contese contro l’aggressività marittima di Pechino. L’anticipazione di Fox News, emersa dal confronto delle foto satellitari del 3 e del 14 febbraio e valutata come “un’altra evidenza” della “militarizzazione” cinese nell’area, è giunta a summit in corso tra Usa e Paesi dell’Asean (Indonesia, Malaysia, Filippine, Singapore, Thailandia, Brunei, Vietnam, Laos, Myanmar e Cambogia) di Sunnylands, California, il cui documento finale, pur ribadendo i principi della libertà di navigazione e della soluzione pacifica delle controversie, non ha menzionato la Cina o il mar Cinese meridionale a causa delle diverse valutazioni dei leader partecipanti.

I quotidiani semi-governativi cinesi, criticando il primo vertice Usa-Asean finalizzato a “bilanciare l’influenza di Pechino” nell’area, hanno scritto che Obama non avrebbe mai raggiunto il consenso necessario sulla vicenda. “Abbiamo discusso la necessità di passi tangibili nel mar Cinese meridionale per abbassare le tensioni, includendo lo stop a ulteriori rivendicazioni, nuove costruzioni e militarizzazione delle aree contese”, ha affermato Obama in conferenza stampa, consapevole di un percorso ancora lungo e complesso.

Da parte sua, il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, senza smentire l’ipotesi missili, ha marcato il tentativo di “alcuni media occidentali di creare notizie”. Per rilevare, al termine dell’incontro con l’omologa australiana Julie Bishop, che “solo per limitata e necessaria autodifesa, la Cina ha realizzato strutture su isole e barriera corallina dove è stato dislocato personale cinese, in linea con autodifesa e autotutela che la Cina è autorizzata a perseguire sotto le leggi internazionali”.

A Taiwan, che col Vietnam rivendica la sovranità su Yongxing, nota come Woody Island, il ministero della Difesa, confermando la vicenda, ha detto che Taipei “guarda da vicino gli sviluppi” mettendo in guardia le parti, senza mai nominare la Cina, dal prendere “qualsiasi azione unilaterale” che danneggi la pace. Resta da inquadrare lo schieramento di missili che, forti di una gittata di 200 chilometri, sono in grado di minacciare aerei civili o militari in volo nelle vicinanze. La mossa, non chiara se definitiva o momentanea, cade a due settimane dal contestato secondo passaggio nelle acque contese del cacciatorpediniere Usa Curtis Wilbur nelle 12 miglia di Triton Island, nelle Paracel, che a fine gennaio mandò su tutte le furie la Cina al punto che assicurò che “la provocazione” avrebbe avuto “conseguenze”.

Lo schieramento, quindi, potrebbe valere come messaggio a Usa e alleati “a non esagerare”, considerando che Washington tratta con la Corea del Sud il dispiegamento in funzione anti-Corea del Nord dello scudo anti-missile Thaad, osteggiato da Pechino. In due anni, la Cina ha costruito oltre 3.000 acri di nuovo territorio tra Paracel, Spratly e altri isolotti, trasformando barriere coralline in isole, fino a ottenere tre piste per aerei e jet militari. A Tokyo, l’ammiraglio Harry Harris, comandante della flotta Usa del Pacifico, ha osservato che, se vero, lo schieramento dei missili “è in conflitto” con la promessa fatta nel 2015 dal presidente Xi Jinping sulla “non militarizzazione delle isole”.

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