Il dividendo americano dell’immigrazione

Dal 1965 a oggi, sono circa 60 milioni le persone che si sono trasferite negli Stati Uniti. In pratica un paese con lo stesso numero di abitanti dell’Italia. …

Dal 1965 a oggi, sono circa 60 milioni le persone che si sono trasferite negli Stati Uniti. In pratica un paese con lo stesso numero di abitanti dell’Italia. E i riflessi economici sono decisamente positivi.

Poco meno di 60 milioni, in pratica “un’altra Italia”, come fa notare su Twitter, il direttore dell’associazione umanitaria “Human Right”. A tanto ammonta il flusso migratorio che dal 1965 a oggi ha raggiunto la costa statunitense, Di questi – riporta il New York Times – tre quarti sono arrivati dall’America Latina e dall’Asia.

“Il flusso di nuovi immigrati ha promosso un livello di prosperità che pochi avrebbero potuto immaginare nel 1965. Tra il 1990 e il 2005, ovvero nel periodo in cui è decollata l’era digitale, il 25 per cento delle aziende americane a più rapida crescita sono state fondate da persone nate in paesi stranieri”

Qualche esempio? “Il co-fondatore di Google, Sergey Brin, è emigrato dall’Unione Sovietica con i suoi genitori all’età di 6 anni. Il nuovo CEO di United Airlines è di origine messicana. E un numero straordinario di indiani-americani sono diventati amministratori delegati di alcune tra le aziende più importanti negli Stati Uniti. Tra queste  Adobe Systems, Pepsi, Motorola e Microsoft”.

Questo articolo è stato pubblicato originariamente sul New York Times

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