Fermi e perquisizioni a Bruxelles: caccia all’uomo per gli attentatori di Parigi

Nelle ultime 24 ore è scattata una vasta operazione: bloccate 5 persone in Belgio, l’obiettivo sono Salah e i suoi complici. La procura federale ha in mano diverse …

Nelle ultime 24 ore è scattata una vasta operazione: bloccate 5 persone in Belgio, l’obiettivo sono Salah e i suoi complici. La procura federale ha in mano diverse intercettazioni telefoniche

Sono saliti a cinque i fermi effettuati dalla polizia belga dopo le perquisizioni svolte lunedì 21 e la mattina di martedì 22 dicembre a Bruxelles. Lo ha reso noto la procura federale senza specificare se nel corso delle operazioni siano state rinvenute armi o esplosivi. Le perquisizioni sono state condotte in seguito a un’approfondita inchiesta sulle comunicazioni telefoniche.

Si cerca un nuovo “sospetto importante” che avrebbe coordinato gli attentati di Parigi dal Belgio. Secondo “Le Soir”, inoltre, che ha avuto accesso ai verbali degli interrogatori dei due amici “autisti” che lo hanno riportato da Parigi a Bruxelles, il ricercato n. 1 Salah Abdeslam, sconvolto e in lacrime in lacrime, avrebbe chiesto ai due di non tradirlo.

La perquisizione compiuta lunedì 21 a fine pomeriggio nella zona dei locali trendy fiamminghi vicino al canale di Bruxelles, in rue de la Clé di fronte a Molenbeek, ha permesso di fermare due persone. La procura finora non ha voluto dare maggiori informazioni. Secondo alcuni media locali, la notte degli attacchi ci sono stati diversi contatti telefonici dalla capitale francese a quella belga, in particolare tramite messaggi inviati a due cellulari sul territorio belga. Le autorità ne stanno cercando il proprietario che avrebbe avuto un ruolo di “coordinatore”, ma questo non sarebbe tra i fermati di lunedì 21.

Intanto, secondo quanto raccontato durante gli interrogatori da Hamza Attou, uno dei due amici che Salah ha chiamato la notte degli attentati per farsi recuperare a Parigi, Abdeslam “era come come un bambino di 12 anni che piangeva” al telefono al punto da far “pietà”. “Non mi tradire”, avrebbe poi ripetuto ossessivamente e “nel panico” sulla strada del ritorno in auto verso Bruxelles. “Piangeva e gridava raccontando quello che era successo”, ha raccontato Hattou agli inquirenti secondo quanto scritto nel verbale degli interrogatori, “ci ha detto che aveva commesso gli attentati di Parigi, che era la decima persona a compiere questi attentati”. (Ansa)

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