Dopo 9 mesi Italia di nuovo in deflazione, la crisi non è ancora finita

A febbraio l’Istat certifica una diminuzione dei prezzi di quasi tutti i prodotti. Giù il carrello della spesa, così calano i consumi e aumentano i debiti. Consumatori sul piede di …

A febbraio l’Istat certifica una diminuzione dei prezzi di quasi tutti i prodotti. Giù il carrello della spesa, così calano i consumi e aumentano i debiti. Consumatori sul piede di guerra: “Segnali molto negativi”.

Torna la deflazione in Italia a febbraio con “cali dei prezzi diffusi a quasi tutte le tipologie di prodotto”. Non accadeva da nove mesi. L’Istat rileva, nei dati provvisori, una diminuzione dei prezzi al consumo dello 0,3% su base annua, il più ampio da oltre un anno (gennaio 2015), e una riduzione dello 0,2% anche su base mensile. Nel mese precedente c’era stato un aumento dello 0,3% sull’anno e un calo dello 0,2% sul mese.

Carrello della spesa a -0,4% – E, se in media i prezzi scendono dello 0,2%, cala ancora di più il carrello della spesa, che interessa i beni alimentari, per la cura della casa e della persona: qui siamo a -0,1% su base mensile e a -0,4% su base annua, dopo un +0,3% a gennaio. Si tratta della prima flessione tendenziale da dicembre 2014 e della più ampia da luglio dello stesso anno. In particolare, per i prodotti alimentari, inclusi gli alcolici, l’indice segna una diminuzione dello 0,1% su base mensile un’inversione di tendenza su base annua: si passa infatti da +0,4% di gennaio all’attuale -0,3%.

Prezzi in discesa anche in Europa – Identica tendenza anche in Europa dove, secondo i dati diffusi da Eurostat, a febbraio l’indice torna negativo con un -0,2% sul mese precedente mentre su base annuale segna un -0,3%.

Positiva “l’inflazione di fondo” – Rimane invece positiva, pur scendendo da +0,8% di gennaio a +0,5%, la “inflazione di fondo, al netto degli alimentari non lavorati e dei beni energetici. Le componenti che contribuiscono in misura maggiore a determinare questo quadro sono i beni energetici non regolamentati (che accentuano la flessione tendenziale da -5,9% di gennaio a -8,4% di febbraio), gli alimentari non lavorati (-1,2%, da +0,6% di gennaio) e i servizi relativi ai trasporti (-0,7%, da +0,5% del mese precedente).

Il calo mensile dell’indice generale è dovuto a quasi tutte le tipologie di prodotto ma, soprattutto, alla diminuzione dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (-2,2%). L’inflazione acquisita per il 2016 è pari a -0,6%. (Tgcom24)

Cinque effetti negativi per i cittadini

L’Italia a febbraio dopo nove mesi è tornata in deflazione, come ha certificato l’Istat segnalando preliminarmente un calo dello 0,2% su base mensile e dello 0,3% su base annua. Anche i Paesi della zona euro presi nel loro complesso hanno registrato nello stesso mese un calo dei prezzi al consumo. Una situazione che aggiunge pressione sulla banca centrale europea che nella sua prossima riunione nel direttivo dovrebbe varare un rafforzamento del Quantitative Easing, lo schema di acquisto di titoli pubblici mirato a immettere nuova liquidità sul mercato proprio allo scopo di riportare i prezzi perso l’obiettivo d’incremento annuo prossimo al 2%. Quali sono gli svantaggi di un’economia in deflazione? Ecco i 5 principali.

1) CALO DEI CONSUMI: I consumatori, sapendo che i prezzi caleranno ancora in futuro, potrebbero ritardare i loro acquisti per spuntare prezzi migliori, contribuendo così a un ulteriore peggioramento della domanda.

2) AUMENTO DEI DEBITI: Quando i prezzi calano, il valore reale dei debiti in capo alle famiglie, alle imprese e allo Stato aumenta e ciò può contribuire a ulteriori cali della domanda.

3) IL COSTO REALE DEI FINANZIAMENTI AUMENTA: Se i tassi d’interesse nominali non calano in linea con la diminuzione dei prezzi, i tassi d’interesse reali salgono. Anche questo fattore contribuisce a far diminuire la domanda aggregata nelel componenti dei consumi delle famiglie e di quelli delle imprese, vale a dire degli investimenti.

4) CALANO I MARGINI DI PROFITTO DELLE AZIENDE: i margini di profitto delle aziende entrano sotto pressione e calano, a meno che i loro costi non calino di più della diminuzione dei rpezzi. E questo può portare a maggior disoccupazione legata proprio a tale taglio dei costi.

5) CALA LA FIDUCIA DEI CONSUMATORI: Prezzi delle attività in calo, come una deflazione nel mercato immobiliare, possono intaccare la ricchezza personale e la fiducia dei consumatori, portando a un incremento dei risparmi precauzionali e, dunque, a ulteriori cali dei consumi che deprimeranno ancor di più i prezzi. (Askanews)

Unione consumatori: la crisi non è finita

Il calo dei prezzi del carrello della spesa , secondo le stime dell’Unione nazionale consumatori, consente ad una coppia con due figli di risparmiare, in termini di minor del costo della vita, 54 euro su base annua. Per una coppia con un figlio il vantaggio è di 50 euro, per una coppia senza figli con meno di 35 anni sarà di 40 euro, per un single con meno di 35 anni di 29 euro e per un pensionato con più di 65 anni di 27 euro. “L’Italia torna in deflazione. Un dato che dimostra come la domanda non sia affatto decollata e la crisi sia tutt’altro che finita. Altro che ripresa dei consumi!” ha dichiarato il segretario dell’Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona. “Le cause di questa deflazione – ha aggiunto – ossia le famiglie ancora in difficoltà, dovrebbero preoccupare il Governo italiano e l’Unione Europea, e non solo Mario Draghi. Non bastano le politiche monetarie per rilanciare la domanda, ma anche politiche fiscali degne di nota”.

Codacons: un pessimo segnale

“Il ritorno della deflazione è un pessimo segnale per il paese per l’economia nazionale”. Ad affermarlo il Codacons, commentando i dati Istat che vedono a febbraio una diminuzione dei prezzi al consumo dello 0,3% su base annua.”Una bruttissima notizia quella sulla deflazione perché è il sintomo più evidente che qualcosa non sta funzionando in Italia e che la tanto attesa ripresa economica stenta a decollare – spiega il presidente Carlo Rienzi – Avevamo previsto la possibilità di un ritorno al tasso di inflazione negativo in assenza di misure specifiche, e puntualmente i nostri timori si sono avverati. I numeri dell’Istat dimostrano come sia più che mai urgente quanto il Codacons chiede da mesi: una terapia d’urto che spinga i consumi incentivando gli acquisti e la domanda interna, così da rimettere in modo l’economia e portare a una ripresa dei listini al dettaglio” – conclude Rienzi.

Tag

Partecipa alla discussione

2 commenti

  1.   

    La ‘deflazione’ è solo un pretesto per giustificare acquisti di nuovi asset da parte della BCE! Del resto ce l’aveva detto Draghi, la BCE avrebbe stampato moneta e acquistato (prima solo titoli di stato, poi asset di interesse pubblico) solo in caso di deflazione! 
    Eccola quindi, che si materializza dall’oggi al domani, agitata come fosse la peste! Ma finora era stata rintuzzata in un angolo in nome di una fantomatica ripresa!
    E la mia fantasia mi sussurra che stavolta fra gli asset di interesse pubblico da acquistare ci saranno le banche e tutto il settore meccanico (auto, aerei, treni) e l’ampio campo della ‘sicurezza’! Quante bolle???
    https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&cad=rja&uact=8&sqi=2&ved=0ahUKEwiGgcWdmp7LAhUEJpoKHTvMBgYQyCkIHjAA&url=https%3A%2F%2Fwww.youtube.com%2Fwatch%3Fv%3D82crgIAdnXw&usg=AFQjCNEbEiNgqLIB3MF4gZXuZV7onrGmlw&bvm=bv.115339255,d.bGs

  2.   

    Ma la crisi non era finita? Non c’era chi se la prendeva con i gufi che vedevano tutto nero mentre in realtà splendeva un meraviglioso sole? Quando poi a Bruxelles verranno a sapere che vi è un buco esagerato nell’incasso delle imposte in quanto la gente non le versa perchè non ha più un euro, allora ci sarà da ridere……