Disoccupazione: donne senza lavoro al 12,2%. Giovani al 39,8%

Il tasso di disoccupazione di ottobre all’11,5% è il dato più basso da dicembre 2012, quando i senza lavoro si attestavano all’11,4%. Nel dettaglio, comunica l’Istat, a ottobre, …

Il tasso di disoccupazione di ottobre all’11,5% è il dato più basso da dicembre 2012, quando i senza lavoro si attestavano all’11,4%. Nel dettaglio, comunica l’Istat, a ottobre, il tasso di disoccupazione maschile, pari all’11,1%, aumenta di 0,1 punti percentuali, mentre quello femminile, pari al 12,2%, cala di 0,2 punti.

TRA I GIOVANI SALE AL 39,8%

A ottobre il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, cioè la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi (occupati e disoccupati), è pari al 39,8%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto al mese precedente. L’Istat sottolinea che dal calcolo del tasso di disoccupazione sono esclusi i giovani inattivi, cioè coloro che non sono occupati e non cercano lavoro, nella maggior parte dei casi perché impegnati negli studi. L’incidenza dei giovani disoccupati tra 15 e 24 anni sul totale dei giovani della stessa classe di età è pari al 10,3% (cioè poco più di un giovane su 10 è disoccupato). Tale incidenza aumenta a ottobre di 0,1 punti percentuali. Nell’ultimo mese il tasso di occupazione tra i 15-24enni rimane stabile, mentre il tasso di inattività cala di 0,1 punti.

IN EUROPA 10,7%

A ottobre il tasso di disoccupazione nell’area euro si è attestato al 10,7%, in calo dal 10,8% del mese precedente e dall’11,5% dello stesso mese del 2014, toccando il livello più basso da gennaio 2012. Nell’Unione europea, secondo i dati dell’Eurostat, il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 9,3%, ma in calo dal 10,1% di ottobre 2014. Fra gli Stati membri i tassi più bassi sono stati registrati in Germania (4,5%), Repubblica Ceca (4,7%), e Malta (5,1%), mentre i più elevati in Grecia (24,6%) e Spagna (21,6%). Rispetto allo scorso anno i cali maggiori della disoccupazione sono stati segnati in Spagna (da 23,9% a 21,6%), Slovacchia (da 12,7% a 10,7%), Irlanda (da 10,7% a 8,9%). In Italia il tasso di disoccupazione è calato dal 13% all’11,5%.

I DATI SUL PIL DEL TERZO TRIMESTRE

Nel terzo trimestre del 2015 il Pil è aumentato dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,8% nei confronti del terzo trimestre del 2014. L’Istat conferma così la stima congiunturale ma rivedendo il dato tendenziale al ribasso (da +0,9%). La crescita acquisita del Pil per il 2015, ovvero quella che si otterrebbe nell’anno in presenza di una variazione congiunturale nulla nell’ultimo trimestre, è pari al +0,6%

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1 commento

  1.   

    Meno male che l’Isis c’è
    http://girano.blogspot.fr/2015/12/meno-male-che-lisis-ce.html
    Meno male che l’Isis c’è. Una fortuna per il ministro Padoan che, dopo aver promesso (insieme al bugiardissimo) una crescita da boom economico e miliardi di posti di lavoro strapagati, di fronte ad un’economia reale che non decolla sta mettendo le mani avanti e scarica sul terrore per eventuali attentati ogni frenata dei consumi. Gli italiani non comprano non perché siano più poveri o perché non si fidano delle promesse del governo, ma per la paura delle bombe islamiche. Ma l’Isis e’ una fortuna anche per il bugiardissimo in persona. Perché elimina l’attenzione dei media di servizio nei confronti delle tante boiate del governo. Così, senza che qualcuno gli faccia notare le incongruenze, il bugiardissimo può raccontare che l’Italia e’ ai vertici europei per l’attenzione nei confronti dell’ambiente, per le politiche verdi, per la salute dei cittadini. Proprio mentre, in contemporanea, escono i dati che dimostrano come in Italia si muoia per inquinamento molto più che nel resto d’Europa. Ma chissenefrega se un esercito di italiani muore per smog, molto meglio creare il panico per un eventuale attentato che provocherebbe sicuramente molti meno morti. L’Isis, però, e’ una fortuna anche per Obama. Che millanta raid aerei sullo Stato Islamico, ma curiosamente non colpisce nessuno. Almeno sino a quando non è intervenuta la Russia a dimostrare che si può fare sul serio. L’Isis permette ai sauditi e al Qatar di impicciarsi nelle questioni di Siria e Irak. E permette si giornalisti italiani di continuare nell’opera di disinformazione al servizio degli USA. Per tutelarsi, anche in caso di sconfitta rapida dell’Isis, gli editori si sono portati avanti. Hanno normalizzato Repubblica piazzando come direttore il super renziano Calabresi in arrivo dalla Stampa degli Elkann mentre gli stessi Elkann hanno collocato ai vertici della Busiarda un direttore che non creerà problemi con Washington e Tel Aviv. Ovviamente, di fronte al rischio di attentati terroristici, nessuno ha fiatato sugli attentati alla libertà di informazione. Già, meno male che l’Isis c’è. Se no, bisognerebbe inventare una nuova sigla.