Crisi, i numeri non perdonano: “Crescita moderata e fiducia bassa nelle imprese”

L’Italia non è fuori dalle secche della recessione, anche se i consumi delle famiglie tornano timidamente ad aumentare. Preoccupano i dati della produzione industriale. Ecco la fotografia dell’Istat …

L’Italia non è fuori dalle secche della recessione, anche se i consumi delle famiglie tornano timidamente ad aumentare. Preoccupano i dati della produzione industriale. Ecco la fotografia dell’Istat sull’economia.

“L’indicatore anticipatore dell’economia rimane positivo a novembre, sebbene con una intensità più contenuta rispetto ai mesi precedenti, suggerendo il proseguimento della fase di moderata crescita dell’economia italiana”. Lo segnala l’Istat nella Nota mensile sull’economia italiana.

In particolare, sottolinea l’Istituto di statistica “le prospettive economiche di famiglie e imprese appaiono evolvere in maniera differenziata. Per le prime, gli attuali livelli del clima di fiducia si associano alla crescita del reddito disponibile, cui contribuisce l’attuale fase di bassa inflazione. Per le imprese”, invece, “non si segnala ancora un generalizzato aumento dei ritmi produttivi in presenza di un peggioramento del clima di fiducia e una riduzione delle prospettive di crescita”.

IMPRESE, NON TORNA FIDUCIA: i dati disponibili per il quarto trimestre del 2015 evidenziano un’evoluzione altalenante del comparto manifatturiero. A novembre il rallentamento congiunturale di produzione industriale e fatturato (rispettivamente -0,5% e -1,1%) ha bilanciato l’aumento registrato a ottobre (+0,5% e +1,9%). Nel periodo gennaio-novembre 2015 entrambi gli indicatori, misurati sui dati corretti per i giorni lavorativi, segnalano un aumento dell’attività produttiva rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, più marcato per la produzione industriale (+1,1%) rispetto al fatturato (+0,6%). Anche la quota di comparti industriali in espansione oscilla negli ultimi mesi su livelli lievemente superiori al 50%.

FAMIGLIE, MIGLIORANO CONSUMI: nel terzo trimestre del 2015 il potere di acquisto delle famiglie, misurato al netto dell’andamento dell’inflazione, è aumentato dell’1,4% rispetto al trimestre precedente. L’aumento della propensione al risparmio (+0,9%) deriva da una crescita del reddito disponibile delle famiglie consumatrici più sostenuta rispetto a quella dei consumi (1,3% e 0,4% rispettivamente). Secondo l’Istat, le informazioni disponibili per il quarto trimestre suggeriscono il proseguimento dell’attuale fase di miglioramento dei consumi delle famiglie: a novembre il volume delle vendite al dettaglio ha registrato un rialzo (+0,3%) trainato dalla crescita degli alimentari (+0,8%). Ulteriori indicazioni positive giungono dal moderato aumento del clima di fiducia dei consumatori di gennaio (in controtendenza rispetto alla diminuzione registrata nell’area euro).

MERCATO DEL LAVORO, FRENA CRESCITA OCCUPAZIONE: a gennaio le aspettative dagli imprenditori sull’evoluzione dell’occupazione nei successivi tre mesi sono tornate a peggiorare lievemente nel settore manifatturiero e nel commercio mentre continuano a migliorare nei servizi. I dati destagionalizzati riferiti al mese di dicembre mostrano un arresto della crescita congiunturale dell’occupazione nel quarto trimestre del 2015. Tuttavia i dipendenti a tempo indeterminato hanno continuato a crescere (+0,5%, 67 mila occupati in più nello stesso periodo) a fronte di una riduzione dei dipendenti a termine (-1,3%, 31 mila individui in meno) e della componente indipendente (-1,1%, 62 mila occupati in meno). Nel mese di dicembre, il tasso di disoccupazione si è attestato a quota 11,4%. In particolare, i disoccupati maschi sono tornati ad aumentare (+2,3%) determinando una battuta di arresto della discesa del tasso di disoccupazione. Nel quarto trimestre, la riduzione dei disoccupati è stata rilevante (-2,4%), interessando prevalentemente le donne (-4,8%), piuttosto che gli uomini (-0,4%). Nel 2015 l’indice delle retribuzioni contrattuali per dipendente ha registrato un incremento dell’1,2%, rispetto al 2014 (+1,6% nel settore privato e nullo nella pubblica amministrazione). L’aumento è stato significativamente più elevato nell’industria in senso stretto (2,5%), rispetto ai servizi (0,9%). (Agi)

Tag

Partecipa alla discussione