Con il ddl Concorrenza del governo a rischio la privacy degli studi legali

Una delle norme prevede la possibilità per finanziatori che non siano avvocati di partecipare alle società di professionisti: così avrebbero diritto di accesso agli atti dei processi in corso …

Una delle norme prevede la possibilità per finanziatori che non siano avvocati di partecipare alle società di professionisti: così avrebbero diritto di accesso agli atti dei processi in corso e alle informazioni sui clienti.

Con il disegno di legge annuale sulla Concorrenza, già approvato dalla Camera e ora incardinato in fase avanzata a Palazzo Madama, contiene una norma assolutamente pericolosa per la privacy di qualsiasi cittadino che abbia a che fare con la giustizia.

Il ddl infatti prevede che d’ora in poi le società professionali tra avvocati con soci di capitale, finanziatori, anche se non sono avvocati. In poche parole, se un magnate vuole finanziare uno studio associato può farlo, anche se non può ricoprire cariche di vertice. Ma la stortura è un’altra, denunciata a gran voce anche dall’Ordine degli avvocati di Milano: questi nuovi soci, in quanto membri del Cda, possono avere accesso agli atti dei professionisti. Dunque, materiale riservato può finire nelle mani di persone che non sono tenute al segreto professionale e che potrebbero utilizzarle o diffonderle creando un pericoloso vulnus nel diritto alla riservatezza, oltre che rompere un patto determinate con il cliente.

“L’Avvocatura non può accettare che nel disegno di legge sulla concorrenza in corso di discussione al Senato, sia introdotta la possibilità di costituire società tra Avvocati con soci di capitale, finanziatori, non avvocati, poiché ciò determina un condizionamento inaccettabile ai principi di indipendenza, autonomia, riservatezza e segreto professionale”, ha detto nel suo intervento all’inaugurazione dell’anno giudiziario Remo Danovi, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Milano. “La nostra volontà – ha aggiunto – è di essere presente nei momenti difficili in cui ci troviamo, per superare gli effetti della crisi economica e quelli ancora più gravi del declino etico”.

Per correggere questo passaggio del ddl le opposizioni hanno presentato diversi emendamenti, tutti rispediti al mittente dal governo e dalla maggioranza. Il tempo stringe e la possibilità di creare un mostro giurisprudenziale diventa sempre più concreto. Lo dicono gli avvocati, che promettono nuove battaglie per far cambiare rotta al testo nel suo ultimo passaggio parlamentare.

Red.it

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Consumatori, lettera di protesta a Renzi e Guidi

Sull’energia il ddl sulla concorrenza sta per attuare “una liberalizzazione di facciata” che in realtà si tradurrà in un prelievo di soldi “dalle tasche di milioni di cittadini per trasferirli nelle tasche di operatori che svolgeranno lo stesso servizio di prima, se non peggiore, a prezzi assolutamente immotivati”. È in sintesi il “j’accuse” contenuto in una lettera al premier Matteo Renzi e al ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, delle associazioni di consumatori Federconsumatori, Adusbef, Unione Nazionale Consumatori, Lega Consumatori, Adoc. Rete Consumatori Italia (Codici, Casa del Consumatore e Assoutenti), Codacons. Nella lettera si stigmatizza “l’assetto della vendita di energia ai consumatori domestici che si sta delineando nella versione del ddl concorrenza” in discussione al Senato.

Nelle scorse settimane, ricorda la lettera, “è stata introdotta nella norma una nuova previsione, secondo cui i clienti che il primo gennaio 2018 non avranno scelto il proprio venditore verranno riforniti da un servizio di salvaguardia. Tale servizio verrà assegnato agli operatori privati ‘a condizioni che incentivino il passaggio al mercato libero’. Il che, tradotto, significa ‘a prezzi molto alti’”, scrivono le associazioni.

“Da quello che apprendiamo in queste ore da fonti parlamentari, non si è fatto nulla per porre rimedio a quello che era stato definito – in privato – alle scriventi associazioni un errore”, prosegue la lettera. Che prosegue: “Egregio Presidente del Consiglio, il mercato libero è stato, fino ad oggi, poco o per nulla attraente per gli utenti domestici. Ne è prova il fatto che a tutt’oggi il servizio di maggior tutela rifornisce circa 25 milioni di clienti domestici e piccole imprese, contro i dieci del mercato libero. Nel momento in cui scatterà l’assegnazione delle utenze ai fornitori, che se le aggiudicheranno tramite aste appositamente costruite per esprimere prezzi molto alti (oggi la salvaguardia può costare anche quattro volte il normale prezzo dell’energia), è altamente probabile che la misura riguarderà milioni di utenti”, sottolineano i consumatori che indicano i possibili destinatari della nuova offerta in almeno 10 milioni di utenze, “che corrispondono a circa 20 milioni di persone”. (Adnkronos)

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