Berlino, Polizei setaccia i centri accoglienza profughi. Migliaia non registrati

Le teste di cuoio della Germania, i Sek, controllano dalle 4 di stamattina i richiedenti asilo ospitati all’aeroporto di Berlino Tempelhof. La polizia federale tedesca è al lavoro …

Le teste di cuoio della Germania, i Sek, controllano dalle 4 di stamattina i richiedenti asilo ospitati all’aeroporto di Berlino Tempelhof.

La polizia federale tedesca è al lavoro per ispezionare un centro di accoglienza per rifugiati a Berlino dopo l’attentato che ieri sera ha sconvolto la capitale tedesca.

Alle 4 di questa mattina gli agenti delle forze speciali del commando di intervento Sek sono entrati nel centro allestito all’aeroporto di Tempelhof, adibito ad hub per ospitare i migranti sin dall’annno scorso. Inoltre le autorità tedesche hanno fermato un immigrato 23enne pachistano che sarebbe entrato nel Paese da quasi un anno e che ad ora è il principale indiziato per la strage in cui sono morte 12 persone e ne sono rimaste ferite 48.

L’agenzia di stampa Dpa ha riferito, citando fonti della sicurezza, che l’uomo sarebbe arrivato in Germania passando dalla rotta balcanica ed utilizzando varie identità. Registrato presso le autorità a febbraio 2016, era alloggiato in un centro per rifugiati proprio a Berlino. La polizia ha interrogato diverse persone ma per ora non ha arrestato nessuno.

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La denuncia della polizia: “Centinaia di migliaia fuori controllo”

Nonostante la dinamica dell’attentato rimanga ancora da chiarire con precisione, se le prime ricostruzioni dovessero essere confermate, si riproporrebbe una volta di più il problema della sicurezza legata anche all’afflusso incontrollato di grandi masse di persone.

Esattamente un anno fa ilGiornale aveva raccolto la denuncia dei sindacati federali delle forze di polizia tedesche, che lamentavano come nell’autunno del 2015 l’apertura indiscriminata delle frontiere avesse consentito a centinaia di migliaia di persone di entrare nel Paese senza essere identificate in alcun modo dalle autorità germaniche.

Fonte: Il Giornale

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