Banche, Salvini attacca: “I soldi ci sono e sono fermi a Bruxelles”

Sfuriata del leader leghista contro Bankitalia, governo, premier, Europa e Bce. “Chi doveva vigilare non l’ha fatto, fuori i nomi”. Il M5S Di Maio: “Trasparenza sulla Fondazione di …

Sfuriata del leader leghista contro Bankitalia, governo, premier, Europa e Bce. “Chi doveva vigilare non l’ha fatto, fuori i nomi”. Il M5S Di Maio: “Trasparenza sulla Fondazione di Renzi”

“Chi doveva vigilare non ha vigilato. Qui c’è il rimpallo delle responsabilità: Renzi, Banca d’Italia, l’Europa, la Bce. Qualcuno doveva controllare e non ha controllato”. Lo ha detto Matteo Salvini, segretario federale della Lega, ad “Agorà” in merito alla vicenda banche. “Monti, Letta e Renzi, senza chiedere il permesso agli italiani, hanno preso 60 miliardi e li hanno dati all’Europa per salvare le banche degli altri – ha proseguito Salvini – . Ora, se fossi presidente del Consiglio, direi all’Europa che me ne riprendo due o tre. Vi pare normale che noi con 60 miliardi abbiamo salvato le banche tedesche e abbiamo gente disperata ad Arezzo, a Ferrara, a Chieti, a Milano, a Napoli, a Bologna?. A me interessa restituire i soldi a questi 150 mila risparmiatori”, ha aggiunto Salvini.

“I soldi ci sono e sono fermi a Bruxelles. Vado con Renzi a piedi a Bruxelles se serve, ma il premier porti a casa almeno una piccola parte di quello che ha tolto agli italiani per darlo alle altre banche. Io posso chiederlo dall’opposizione, lui da presidente del Consiglio può farlo. Vogliamo nomi e cognomi di chi ha avuto soldi in prestito e non li ha restituiti, per vedere se ci sono parentele, amicizie o legami politici”, ha proseguito Salvini.

Parlando del ministro Boschi, Salvini ha aggiunto: “Anche io amo il mio papà e la mia mamma; non fanno i vicepresidenti di una banca che è fallita e su cui è intervenuto il governo. In un Paese normale ci sarebbe un ministro che prende decisioni su una banca di cui il papà è vicepresidente e il fratello è funzionario?”.

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Di Maio: Renzi, facci vedere i conti della tua Fondazione

“Bisognava far emergere l’ipocrisia del Pd, in conflitto d’interesse con i suoi elettori, e del ministro, in conflitto d’interessi con la sua famiglia. La mozione di sfiducia è stato un atto politico prima che pratico o giuridico, per sottolineare che il governo sta prendendo in giro gli italiani”. È quanto afferma il vicepresidente della Camera e membro del Direttorio M5S, Luigi Di Maio, in una intervista a “Libero”.

“La questione delle banche ha segnato molto anche il premier. Ne sta già pagando le conseguenze – spiega Di Maio -. Il governo è intervenuto su Etruria pesantemente: prima, quando la banca era quasi fallita, agevolando l’impennata delle azioni con il decreto sulle popolari, quindi facendone pagare il salvataggio agli altri istituti, che si rifaranno inevitabilmente su tutti i risparmiatori, infine col decreto che impedisce ai correntisti truffati di rivalersi sugli amministratori. Sono comportamenti che azzerano la fiducia dei cittadini e dimostrano che il premier usa due pesi e due misure con gli scandali finanziari, piegandoli ai suoi interessi politici”.

Infine Di Maio lancia una sfida a Renzi: “Vorrei, attraverso quest’intervista, fare un appello al premier: renda trasparenti i bilanci delle sue fondazioni. Non vorrei scoprire che tra i titolari dei 90 milioni di fidi concessi da Banca Etruria figurassero finanziatori di Open, Big Bang, o della Leopolda”, conclude l’esponente cinquestelle.

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Bankitalia: le 4 banche-ponte non saranno vendute a gennaio

Le quattro banche-ponte nate dalla Risoluzione di Banca Marche, Banca Etruria, Carife e Carichieti non saranno vendute entro gennaio. Lo indica la Banca d’Italia in una delle risposte ai dieci quesiti tecnici messi a punto dai bondholder delle quatto banche. Nelle dieci risposte la Banca d’Italia chiarisce alcuni punti tra i quali il fatto che non avesse alcun margine di discrezionalità nell’applicare le modalità della Risoluzione. Via Nazionale, nella sua ‘offensiva mediatica’, spiega anche che in nessuno dei quattro casi c’erano azionisti privati pronti a mettere mano al portafoglio per ricapitalizzare le banche ed evitare la risoluzione delle quattro banche. Tra i punti chiariti anche le imposte pagate in anticipo dalle quattro banche, sono ora crediti d’imposta in capo alle nuove entità. La decisione di rispondere alle domande dei risparmiatori è stata anticipata dal Governatore Ignazio Visco in un’intervista sabato. Visco ha rassicurato i risparmiatori italiani anche con un inusuale intervento in Rai domenica.

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