Banche, l’Ue concede la “garanzia statale” all’Italia. Ma non servirà

L’ok di Bruxelles all’Italia per introdurre la garanzia statale per le Banche della penisola fino alla fine dell’anno riguarda una misura precauzionale per sostenere la liquidità degli istituti di credito. …

L’ok di Bruxelles all’Italia per introdurre la garanzia statale per le Banche della penisola fino alla fine dell’anno riguarda una misura precauzionale per sostenere la liquidità degli istituti di credito. Si tratta di uno schema in vigore anche il altri paesi partner dell’Ue e dall’esplosione della crisi finanziaria per il crac Lehman Brothers Bruxelles ha approvato numerosi programmi di supporto per il sistema finanziario. Attualmente sono in vigore schemi di garanzia statale per le Banche autorizzati dalla Ue in Grecia, Cipro, Polonia e Portogallo.

Per quanto riguarda la garanzia statale solo nel 2009 la Commissione autorizzò molti paesi Ue per un totale di quasi 4mila miliardi di euro, oltre 800 miliardi l’anno successivo e circa 340 miliardi nel 2011. Ma le garanzie effettivamente utilizzate sono state meno dello 0,1% dell’ammontare autorizzato. Accanto alle garanzie statali l’Ue negli stessi anni approvò ricapitalizzazioni con denaro pubblico per oltre 800 miliardi di euro ed i paesi più generosi con le Banche sono stati Germania, Gran Bretagna, Spagna e Irlanda.

Dalla stessa Commissione europea è stato indicato che l’Italia ha notificato la misura della garanzia statale, che può essere attivata per fronteggiare eventuali turbolenze di mercato, per ragioni precauzionali e che “non c’è l’aspettativa che emerga la necessità di usarlo”. La garanzia statale per le Banche significa che lo Stato potrà garantire le passività degli istituti e le relative obbligazioni al fine di scongiurare eventuali difficoltà nel founding delle Banche. Anche dopo l’esplosione della crisi del debito sovrano, a fine del 2011 i capi di Stato e di governo vararono un pacchetto di misure per sostenere le aziende di credito europee a causa della crisi dello spread. L’Italia come gli altri paesi venne autorizzata a concedere la garanzia statale.

Plafond di 150 miliardi di euro

Il “plafond” della garanzia pubblica per il supporto precauzionale alla liquidità delle banche solvibili, su cui la Commissione europea ha dato il via libera all’Italia, potrebbe estendersi fino a un valore di 150 miliardi di euro. La cifra, anticipata dal Wall Street Journal, viene confermata da fonti governative che sottolineano come il valore delle garanzie pubbliche dipenderà comunque dai “casi specifici”. Le stesse fonti spiegano che si tratta di “una misura per tranquillizzare i mercati” ed è per questo che la Ue sottolinea che non ci sono aspettative che venga usata. Di fatto però si tratta di uno strumento che il governo potrebbe attivare “in caso di necessità”. Il meccanismo richiama quello della fideiussione bancaria, spiegano ancora le fonti interpellate: “Se c’è una ricapitalizzazione che viene considerata meritevole ma a rischio, lo Stato la garantisce e l’investitore che ha dei dubbi sull’aumento di capitale, si sente tranquillizzato dal fatto che dietro c’è lo Stato e non rischia di perdere i soldi”. Naturalmente il caso che desta maggiore preoccupazione è quello del Monte dei Paschi di Siena ma, concludono le fonti, “ci sono altre situazioni che andranno monitorate”.

Intanto il Mef: “Strumento pronto a intervenire a tutela dei risparmiatori”

Lo schema proposto dall’Italia e autorizzato dalla Commissione fino al 31 dicembre 2016 “mette il governo in condizioni di intervenire in caso di scenari avversi”, perché “davanti alle turbolenze dei mercati finanziari dei giorni scorsi ha ritenuto opportuno ipotizzare tutti gli scenari, anche i più improbabili, per essere pronto a intervenire a tutela dei risparmiatori”: lo fanno sapere fonti del Mef a proposito dello schema di garanzia statale per le Banche. Questo prevede che lo Stato “possa prestare la propria garanzia sul debito di Banche solvibili (bond senior di nuova emissione)” e l’eventuale garanzia sarebbe in capo al Tesoro. Le fonti spiegano che “davanti alle turbolenze dei mercati finanziari dei giorni scorsi, il governo ha ritenuto opportuno ipotizzare tutti gli scenari, anche i più improbabili, per essere pronto a intervenire a tutela dei risparmiatori”. E come già Renzi aveva detto venerdì 24 giugno, “per ragioni di cautela il governo attrezza tutte le misure necessarie ad affrontare qualsiasi scenario, nonostante al momento non si ravvisino le condizioni perché tali scenari possano realizzarsi”.

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