Banche fallite, tra Italia e Ue accordo sui rimborsi agli obbligazionisti

La Commissione europea ha raggiunto un accordo con l’Italia sulla questione dei rimborsi a favore dei titolari di obbligazioni subordinate che hanno subito perdite con i riassetti di …

La Commissione europea ha raggiunto un accordo con l’Italia sulla questione dei rimborsi a favore dei titolari di obbligazioni subordinate che hanno subito perdite con i riassetti di Banca Etruria, Cariferrara, Carichieti e Banca Marche. Lo ha annunciato la commissaria responsabile della concorrenza, Margarethe Vestager (nella foto).

“Abbiamo raggiunto un accordo con il governo italiano sulla questione delle quattro banche”, ha detto in risposta da una domanda, durante una conferenza stampa. Vestager ha detto anche che la Commissione europea non teme che l’Italia cerchi di aggirare le regole europee sugli aiuti di Stato tramite il fondo Atlante, per facilitare la gestione dei crediti deteriorati. “No – ha detto la commissaria responsabile della concorrenza, rispondendo ad una domanda specifica – non penso che gli italiani preparino qualcosa per aggirare le regole sugli aiuti di Stato. Penso invece che stiano cercando di percorrere la strada migliore per andare avanti”.

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Roma – Slitta alla settimana prossima l’attesissimo decreto banche, il provvedimento d’urgenza annunciato da giorni e che servirà da un lato per introdurre misure per agevolare il recupero dei crediti in sofferenza e dall’altro avviare i rimborsi per i risparmiatori delle quattro banche poste in risoluzione lo scorso 22 novembre.

Il provvedimento sarebbe in fase di definitiva messa a punto, hanno fatto sapere ieri fonti dell’esecutivo, ma la scelta del rinvio (probabilmente a mercoledì della prossima settimana) è stato deciso anche perché il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, da oggi e per tutta la settimana sarà in missione prima in Messico e poi negli Usa. Questa mattina in Consiglio dei ministri dovrebbe invece essere approvato in via definitiva il cosiddetto “decreto mutui”, che recepisce una direttiva Ue del 2014 e stabilisce la possibilità per le banche di vendere direttamente la casa o più in generale l’immobile soggetto a ipoteca senza l’obbligo di passare dall’asta giudiziaria (procedura che può durare anche fino a 7 anni) in caso di inadempimento del mutuatario nel saldare le rate.

Il decreto banche messo a punto dai tecnici del Mef in collaborazione con quelli del ministero della Giustizia avrà uno dei suoi punti qualificanti nelle norme pensate per rendere più efficiente il processo civile. Norme che verrebbero stralciate dal disegno di legge delega in discussone al Senato dopo l’approvazione della Camera per dotarle di efficacia immediata. Ma l’attenzione di tutti è naturalmente per il piano sul recupero crediti, che si lega a doppio filo alla nascita del fondo Atlante, ovvero lo strumento che garantirà le ricapitalizzazioni delle banche italiane e l’acquisto di parte degli Npl.

Il decreto dovrebbe mettere in campo un mix di interventi che vanno dal debutto di nuovi istituti come il pegno non possessorio, a inedite competenze per gli organi societari di controllo, dai sindaci ai revisori, cui verrebbe attribuita la competenza a chiedere la dichiarazione di fallimento, a tagli di tempi per le insinuazioni al passivo, per l’inefficacia delle ipoteche giudiziali, per la presentazione del piano dopo la “prenotazione” nel concordato in bianco. In aggiunta a ciò arriveranno la revisione e il potenziamento di alcuni passaggi chiave della fase esecutiva, favorendo i pignoramenti, e una corsia preferenziale per l’afflusso di nuova finanza, con la possibile sospensione delle soglie antiusura su controllo dell’autorità giudiziaria.

Nel decreto ci dovrebbe essere anche una norma per chiarire che 800 milioni di crediti fiscali potenziali rimasti nella quattro banche poste in risoluzione rientreranno negli asset delle banche-ponte e, dunque, chi le acquisterà ne potrà beneficiare in compensazione sulle future imposte da pagare. Sui rimborsi ai 10.559 obbligazionisti subordinati di Banca Marche, Banca Etruria, CariChieti e CariFerrara resta la previsione del ristoro automatico della perdita sotto una certa soglia di reddito del beneficiario e di capitale investito. In questi casi scatterebbe la presunzione legale che è stato sottoscritto un investimento senza che venissero garantiti ai clienti i requisiti informativi minimi. Sopra la soglia, invece, per accedere ai rimborsi bisognerà passare alla valutazione caso per caso con il meccanismo degli arbitrati che verrà attivato presso l’Anac.

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