Banche e politica: cosa buona e giusta se a Torino la Appendino riesce a far fuori Palenzona da Unicredit

Nel mirino del Chiappendino. Il bersaglio della coppia “istituzionale” è di quelli che si puntano facilmente: grande, grosso, si muove da anni su terreni conosciuti. Abbatterlo, però, è …

Nel mirino del Chiappendino. Il bersaglio della coppia “istituzionale” è di quelli che si puntano facilmente: grande, grosso, si muove da anni su terreni conosciuti. Abbatterlo, però, è altra cosa. Fabrizio Palenzona (foto sotto) ha la pelle dura ereditata dai dinosauri democristiani e sa inabissarsi per riemergere con una codata alla barca quando meno te lo aspetti, come una Balena Bianca. Tutto ciò non pare, tuttavia, intimorire Chiara Appendino che secondo rumors sempre più insistenti avrebbe in animo di mandare fuori strada il camionista di Tortona, impedendogli di rimanere sulla comoda corsia bancaria ai vertici di Unicredit.

Dopo aver sparato con il fucile a tappo contro Francesco Profumo, chiedendone le dimissioni dalla presidenza della Compagnia di San Paolo e ricevendo in risposta un, pur istituzionale, pernacchio la sindaca grillina adesso pare determinata a prendersi la rivincita sull’altra della due Fondazioni torinesi, la Crt. La successione alla presidenza del notaio Antonio Maria Marocco e l’immediatamente precedente rinnovo degli organi statuari sono previsti in primavera, ma le manovre sono incominciate da tempo. Con qualche imprevisto.

Primo tra tutti, la sconfitta di Piero Fassino e la vittoria dei Cinquestelle. Se Filura fosse rimasto al suo posto, tutto sarebbe filato liscio come da copione (scritto da Furbizio) e al posto dell’anziano notaio sarebbe arrivato da Cuneo Giovanni Quaglia, dimessosi in tempo utile dal cda di Unicredit per evitare intoppi su quella che pareva una strada senza ostacoli verso via XX Settembre. Ma oggi, quel peso di Comune e Città Metropolitana che avrebbero rafforzato una scelta incontrastata sono le armi nelle mani della Appendino: tre nomine quelle che le spettano come prima cittadina e due quelle in qualità di numero uno dell’ex Provincia.

Una cartucciera di tutto rispetto per sparare su big Fabrizio. E già, perché il mettersi di traverso per mano dei consiglieri che nominerà, per la sindaca pentastellata non significherà solo uno smacco a Furbizio, mandando all’aria la nomina di un suo fedelissimo. Il bersaglio è soprattutto lui, nella veste di numero due dell’istituto di credito. Alla vicepresidenza di Unicredit Palenzona ci è arrivato e c’è tuttora in virtù della designazione della Caritorino. Questa, mutando il suo assetto con un peso maggiore della sindaca, la poltrona di Furbizio appare a dir poco traballante.

Ingoiato non senza qualche rigurgito di bile il rospo di Profumo, la Appendino si troverebbe con la rivalsa servita sul piatto d’argento. E magari con un gradito contorno offerto dal sempre disponibile (a un rapporto istituzionale con Palazzo di Città) Sergio Chiamparino. Una sintonia riscontrata persino nel giudizio sull’operato dell’ex ministro montiano in questi primi mesi al vertice della Compagnia. Spesso assente da Torino, “distratto” da troppi impegni romani e di altra natura, secondo l’inquilina di Palazzo civico, Profumo è colpevole, alle orecchie del governatore, di certe esternazioni “stonate” sull’azione della Regione (vedi la Città della Salute). E poi, tutti sanno del profondo legame tra Profumo e Fassino.

Nella battaglia sulla Crt, di suo, il presidente della Regione, ha poco da offrire: nulla di più di una nomina in consiglio. Se però, come sussurra qualcuno, si muoverà sondando e magari convincendo alcuni componenti del consiglio di indirizzo – organo cui spetta la nomina di otto nuovi consiglieri, per uno strano meccanismo tra la cooptazione e la successione ereditaria – a orientare in un certo verso la loro scelta, allora la sindaca nel suo disegno sarebbe ancor più rafforzata nella decisione su chi piazzare al vertice della cassaforte.

Quello di Patrizia Sandretto, la signora dell’arte, è un nome circolato parecchio in proposito, anche in virtù del sostegno elettorale fornito. Ma nell’entourage appendiniano sarebbero cresciute le perplessità circa non tanto l’incompatibilità, superabile, quanto l’opportunità visti i cospicui contributi ottenuti negli anni. E poi, visto che quella di Torino sarà la prima grande partita che il M5s gioca in casa di una banca, toccherà vedere se i vertici del Movimento e magari la stessa Casaleggio e Associati, vorranno dire la loro o, semplicemente, “consigliare” la sindaca.

Comunque andrà, il rischio per Furbizio di uscirne alquanto indebolito è molto alto. L’uomo non difetta certo di risorse e potrebbe riservare delle sorprese, magari sacrificando Quaglia allo spiedo del barbecue grillino senza opporre resistenze, garantendosi la permanenza in Unicredit. Per ora rimane una balena pronta ad essere arpionata dalla sindaca grillina che per seguire la rotta giusta, fino ad oggi non ha rinunciato ad affidarsi all’altra metà del Chiappendino. Perché non dovrebbe farlo anche nei perigliosi flutti della finanza?

Questo articolo e’ stato originariamente pubblicato da Lospiffero.com, che ringraziamo

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