Anche l’Aeronautica critica il nuovo Airbus di Renzi

Per il generale Tricarico, si tratta di “un esborso evidentemente non necessario in uno scenario di rigido contenimento della spesa pubblica” La storia del nuovo Airbus presidenziale voluto da Matteo …

Per il generale Tricarico, si tratta di “un esborso evidentemente non necessario in uno scenario di rigido contenimento della spesa pubblica”

La storia del nuovo Airbus presidenziale voluto da Matteo Renzi continua a provocare malumori anche negli ambienti dell’Aeronautica, malumori che trovano voce nelle critiche del generale Leonardo Tricarico, ex comandante dell’Arma e oggi presidente della Fondazione Icsa, il think tank strategico più autorevole.

Tricarico, che è stato consigliere militare dei premier Silvio Berlusconi e Massimo D’Alema, contesta tutti gli aspetti dell’operazione che arricchirà lo stormo di Palazzo Chigi con un lussuoso A-340 per le trasferte intercontinentali senza scalo. Dal segnale politico che viene dato agli italiani con «un esborso evidentemente non necessario in uno scenario di rigido contenimento della spesa pubblica». Una spending review che pesa anche sui bilanci della Difesa, sottoposti a tagli soprattutto per quanto riguarda l’addestramento del personale con una riduzione delle ore di volo dei piloti militari. Mentre invece per i voli blu di ministri e premier «da sempre la presidenza del Consiglio non reintegra per intero i costi di esercizio sostenuti dall’Aeronautica».

Il generale Tricarico concentra le sue perplessità sulla «dinamica procedurale nella scelta del nuovo velivolo». Perché un Airbus? E perché la decisione di prenderlo in leasing da Ethiad, la società degli Emirati che ha da poco rilevato Alitalia? E infine perché è stato tenuto tutto sotto segreto «quando negli Stati Uniti il processo di acquisizione di nuovi jet ed elicotteri presidenziali è sempre reso pubblico, tenendo riservate solo le specifiche tecniche e gli aspetti di sicurezza?».

In passato – ricorda l’alto ufficiale – si era affidata la selezione del mezzo più idoneo ai vertici dell’aviazione militare, contando sulla loro competenza. E nonostante questo, l’assenza di gare d’appalto per acquisire un velivolo civile – con un mercato estremamente competitivo proprio nel settore delle versioni vip – è stata spesso criticata.

C’è un altro aspetto sottolineato dal generale, che è stato anche il responsabile dell’intera campagna aerea occidentale sul Kosovo. L’Aeronautica non ha in linea altri jet Airbus, mentre invece schiera due Boeing KC-767: un velivolo disponibile anche in versione “vip” e con un’autonomia di poco inferiore al mezzo prescelto da Renzi.

Acquisirne un terzo avrebbe semplificato tutti gli aspetti gestionali. Dall’addestramento degli equipaggi – al momento l’Airbus di Renzi è affidato a piloti di Ethiad perché nessun italiano è qualificato ai comandi – ai pezzi di ricambio e ai costi di manutenzione. Ma secondo Tricarico per soddisfare le esigenze transcontinentali di Palazzo Chigi si sarebbero potuti evitare nuovi contratti: bastava allestire uno dei due Boeing già presenti a Pratica di Mare per i voli a lungo raggio della presidenza del Consiglio «cosa possibile fin d’ora con capacità 200 posti, aggiungendo un semplice kit di trasformazione, facilmente smontabile, con costi presunti dell’ordine di decine di migliaia di euro anziché dei milioni legati al leasing».

E l’ex comandante conclude con una domanda, la stessa posta da molti cittadini: «Ma quanti milioni si spenderanno per questo leasing?»

Questo articolo è stato pubblicato sull‘Espresso

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