La popolazione mondiale in un chart

Stati Uniti, Nigeria, Pakistan crescono molto ma nel 2050 non avranno che la metà degli abitanti di India e Cina insieme. Italia arretra. Nel mondo nascono 250 bambini al minuto. Cioè ogni anno nascono oltre 130 milioni di nuovi esseri umani.

In media, nel mondo nascono 250 bambini al minuto. Come spiega Freny Fernandes di Visual Capitalist, questo significa che ogni anno nascono oltre 130 milioni di nuovi esseri umani.

Non sorprende quindi che la popolazione mondiale, che oggi conta ben 8 miliardi di persone, sia più che triplicata dalla metà del XX secolo.

Questo grafico di Truman Du utilizza i dati demografici del dicembre 2022 dell’ONU e le sintesi dell’Istituto francese per gli studi demografici (INED) per mostrare l’aumento e la diminuzione ineguale della popolazione mondiale entro il 2050.

Diamo un’occhiata più da vicino ad alcune di queste tendenze demografiche.

Paesi più popolosi: 2022 vs. 2050

I Paesi asiatici dell’India e della Cina sono in cima alle classifiche dei Paesi più popolosi del mondo da centinaia di anni.

Attualmente la Cina occupa il primo posto in questa classifica. Ma si prevede che la popolazione indiana supererà quella cinese entro la fine di quest’anno, raggiungendo un totale di 1,67 miliardi nel 2050.

Stati Uniti, Nigeria, Pakistan e Indonesia sono i prossimi Paesi più popolosi nel 2022 e si prevede che manterranno questi posti fino al 2050. Tuttavia, hanno ancora molta strada da fare prima di raggiungere i primi due, dato che la loro popolazione combinata non raggiunge la metà di quella di India e Cina.

Paesi con popolazione in calo

Mentre molti Paesi vedranno crescere la propria popolazione nei prossimi tre decenni, in altre nazioni, come la Cina, si prevede il contrario.

È interessante notare che, secondo le stime, la popolazione della Nigeria raggiungerà i 375 milioni di abitanti entro il 2050, quasi pari alla popolazione degli Stati Uniti. Nel 2022, la popolazione del Paese africano era di appena 219 milioni. L’aumento previsto è dovuto in gran parte all’alto tasso di natalità, al boom economico e alla conseguente migrazione dalle campagne alle città.

 

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