Borsa di Milano record nel 2023: +28%

L’indice delle blue chip italiane Ftse Mib ha superato per la prima volta dal 2008 la soglia dei 30.000 punti, chiudendo l'anno a quota 30.351. Tra i titoli guida i bancari trainati da Unicredit (+85%). Al secondo posto Leonardo (+82%) seguita da Stellantis (+60%).

Un anno indimenticabile. Piazza Affari è stata assoluta protagonista in questo 2023 in cui le classi di investimento sono tornate a salire in modo corale. Il Ftse Mib ha registrato un +28%, facendo meglio dell’indice S&P 500 (+25%) e della media delle Borse europee (indice Eurostoxx 50 a +19%).

L’indice delle blue chip italiane ha superato per la prima volta dal 2008 la soglia dei 30.000 punti, chiudendo per la precisazione nella seduta di ieri a 30.351 punti.

Tra i titoli guida i bancari trainati da Unicredit (+85%). Al secondo posto Leonardo (+82%) seguita da Stellantis (+60%). In ripresa anche due titoli che negli ultimi anni hanno sofferto come Banca Mps (+58%) e Telecom Italia (+39%), decimo nella classifica delle 40 big italiane. Solo cinque titoli hanno deluso marciando in controtendenza: Italgas (-0,29%), Erg (-1,1%), Tenaris (-1,93%), FinecoBank (-13,66%). Fanalino di coda Diasorin (-29%), uno dei più in voga ai tempi della pandemia.

Le big italiane hanno battuto la concorrenza europea. Il Cac 40 di Parigi è salito del 15% mentre il Dax 40 di Francoforte, pur avendo aggiornato i massimi storici, è salito meno (+21%) in termini percentuali. Tra i grandi indici mondiali il Ftse Mib è secondo solo al tecnologico Nasdaq 100 (+44%) mentre anche il Nikkei 225 di Tokyo, in forte ripresa (+27%) grazie alla politica espansiva della Bank of Japan, si trova alle spalle (seppur di poco) del Ftse Mib.

È stato un anno da incorniciare in cui oltre alla generosa politica di dividendi (punto di attrazione del listino italiano su scala internazionale) le big italiane hanno dimostrato una certa modernità, spingendo anche sui buyback (il riacquisto di azioni proprie), una politica da anni seguita a Wall Street e che piace a molti investitori anche per ragioni fiscali.

Molto attive su questo fronte Unicredit, Stellantis, Bpm, Bper, Erg, Eni ed Enel. Nonostante l’ottima annata il multiplo a cui quotano le azioni italiane (13 volte gli utili attesi per il 2024) resta ancora basso e per certi versi invitante. Ovviamente molto dipenderà dall’evoluzione dell’economia e dalla capacità delle aziende quotate di mantenere fede alle promesse degli analisti che per i prossimi 12 mesi si attendono una ulteriore crescita degli utili. Non sarà facile battere le stime, in particolare per le banche, dato che il mercato si aspetta sei tagli dei tassi da parte della Bce.

Fonte: Il Sole 24 Ore


S&P 500  in forte rialzo

In un contesto di implacabile ansia economica a inizio anno, le azioni sono aumentate vertiginosamente nel 2023.

Il forte guadagno significa che tutti coloro che hanno risparmi e investimenti sul mercato azionario sono un po’ più ricchi di quanto non fossero all’inizio dell’anno.

Sulla carta, il valore di tutte le azioni dell’S&P 500 – la stragrande maggioranza della ricchezza del mercato azionario statunitense – è aumentato di circa 8 trilioni di dollari nel 2023.

L’indice S&P 500 è cresciuto del 24,2% su base annua.

L’indice composito Nasdaq, ad alto contenuto tecnologico, ha fatto ancora meglio: è aumentato +43,4%.

Un anno fa, nessuno a Wall Street prevedeva un simile risultato.

L’inflazione era ancora a un ritmo superiore al 6%. La Fed ha alzato fortemente i tassi di interesse senza alcun segno di volersi fermare. Quasi tutti si aspettavano una recessione.

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