Bce e rialzo tassi, due commenti agli antipodi

La Banca Centrale Europea ha alzato il tasso di interesse principale di 25 punti base al 4,50%, il livello più alto da maggio 2001. Pubblichiamo due opinioni: la prima, "di mercato" dell'analista di un'importante SGR. La seconda, per le persone normali che non fanno trading ma la spesa al supermercato.

“Nella riunione di oggi, la BCE ha aumentato il tasso sui depositi di 25 bp al 4%, in quello che sembra essere l’ultimo rialzo dei tassi nell’Eurozona per questo ciclo restrittivo. Nel comunicato ufficiale, la Banca Centrale ritiene che i tassi ufficiali abbiano raggiunto livelli tali da garantire la convergenza dell’inflazione verso il target del 2%, se mantenuti per un periodo di tempo sufficientemente lungo; la decisione è supportata da previsioni di inflazione al 2025 non lontane dal target. A differenza della Fed, la BCE non sembra intenzionata a tenere aperta la possibilità di aumentare ancora i tassi d’interesse, a meno di shock inflazionistici imprevisti. Anche se la decisione non sarà sufficiente ad evitare un rallentamento dell’attività economica nei prossimi mesi, i mercati europei stanno tirando un sospiro di sollievo per la fine del ciclo di rialzi dei tassi, con performance positive per bond ed equity, mentre la decisione ha un chiaro impatto negativo sull’Euro, complici anche i dati macroeconomici positivi americani”.

Dario Angelino, Responsabile Advisory di Symphonia SGR 

Commento alternativo

“La BCE ha appena alzato il tasso di interesse di 25 punti base al 4,50%, il livello più alto da maggio 2001. Embè, che cosa cambia? – si chiederà forse qualcuno. Chiedetelo ai milioni di italiani ed europei che stanno pagando un mutuo variabile sulla casa. O ai milioni di giovani e meno giovani imprenditori che vorrebbero chiedere un prestito in banca per un’attività. Certo, per chi ha un lavoro sicuro e ben retribuito, per chi è protetto dalla campana di vetro dello ZTL cambia poco o nulla. Ma per tutti gli altri cambia molto, e in peggio. Alla fine si avvera quello che vi ripetiamo da mesi: l’inflazione scenderà solo con la distruzione della domanda, provocando una de-industrializzazione mai vista prima e la perdita di migliaia di posti di lavoro. Come dopo una guerra, anche se mancano le bombe, i missili e i morti (almeno per ora)”.

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