Guerre, Leonardo raddoppia il dividendo

L'ad Roberto Cingolani ha presentato il piano industriale. Boom del portafoglio ordini a 195 miliardi. Il gruppo punta a “diventare un player globale nel settore dell’elettronica per la Difesa. 

Leonardo diffonde i dati definitivi sul 2023 e annuncia il raddoppio del dividendo con margini per un ulteriore incremento delle cedole.

I profitti sono pari a 695 milioni di euro, formalmente in calo del 25% rispetto al 2022 che però incorporava la plusvalenza dalle cessioni dei business Global Enterprise Solutions e Advanced Acoustic Concepts di Leonardo Drs”.

Il risultato netto ordinario è di 742 milioni, in crescita del +6,5%, “riflette prevalentemente l’andamento dell’Ebit”, indica la società, in crescita a 1.085 milioni di euro dai 961 milioni del 2022 (+12,9%). La indicazioni per il 2024 indicano i ricavi a circa 16,8 miliardi dai 15,3 del 2023 già con un Ebita (utili prima di pagare interessi e tasse) in crescita da 1,29 a 1,44 miliardi. La società ha proposto un dividendo raddoppiato rispetto al 2022 e pari a 0,28 euro a valere sull’utile dell’esercizio 2023, in pagamento dal 26 giugno 2024. Un terzo di questi dividendi finiranno nelle casse del ministero del Tesoro che detiene il 30% della società.

La decisione di Leonardo di raddoppiare il dividendo “è un buon segnale agli azionisti”, sottolinea l’amministratore delegato Roberto Cingolani che aggiunge: “Se le cose procedono come previsto dovremo migliorare ancora”. Nell’ultimo anno il valore delle azioni di Leonardo, come quelle di altri gruppi che producono armi, è quasi raddoppiato (+ 80%) per una capitalizzazione che ora sfiora gli 11,5 miliardi di euro. Tuttavia secondo Cingolani le azioni “non sono sopravvalutate”, anzi, il titolo ha “grandi margini di crescita, la nostra capitalizzazione è ancora bassa: ci sono margini di crescita”.

“Questo è un momento emergenziale” anche per l’industria della Difesa “in un momento che non è normale”, sottolinea ancora Cingolani, “con le guerre, non possiamo applicare regole standard come quelle antitrust. Bisogna favorire le acquisizioni“.

Lo sottolinea presentando un piano industriale che punta anche sulle aggregazioni per piattaforme europee, più forti. La joint venture italo-francese Mbda “può essere un modello”, con le aziende che pur con peso azionario diverso hanno “pari dignità” nei diritti di voto. “E’ meglio garantire il libero mercato o la sicurezza in un momento di guerra?”. “Servono grandi alleanze”.

Nel piano illustrato oggi si legge che il gruppo punta a “diventare un player globale nel settore dell’elettronica per la Difesa attraverso una maggiore competitività, investimenti nella tecnologia, razionalizzazione del prodotto concentrandosi sull’offerta di base e facendo leva anche sulle partnership internazionali”.

Nell’arco di piano, la divisione Elettronica prevede una crescita di ordini, ricavi ed Ebita rispettivamente del 3%, 8% e 13%.

Negli elicotteri si punta a “Rafforzare il posizionamento di player globale nel segmento civile e diventare un attore chiave nel militare, incrementando la trasformazione degli ordini in ricavi e potenziando lo sviluppo dei prodotti per raggiungere una posizione di leader nella tecnologia tilt-rotor, considerata come la più praticabile e matura dalle principali istituzioni militari”.

Nell’arco di piano, la divisione elicotteri prevede una crescita di ordini, ricavi ed Ebita rispettivamente del 2%, 6% e 8%. Quanto agli aerei “Assicurare un ruolo da protagonista nei principali programmi di cooperazione internazionali, sostenere l’elevata redditività e aumentare la competitività attraverso l’aggiornamento del portafoglio prodotti.

Nell’arco di piano, la divisione velivoli prevede una crescita di ordini, ricavi ed Ebita rispettivamente del 11%, 7% e 4%.

Nel Cyber “Sfruttare le opportunità di accelerazione della domanda per incrementare le dimensioni attraverso crescita organica e inorganica, acquisendo competenze distintive con l’obiettivo di diventare un key player europeo. Nell’arco di piano, la divisione cyber prevede una crescita di ordini, ricavi ed Ebita rispettivamente del 16%, 13% e 33%.

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