Google, Amazon e Apple usano speaker intelligenti per ‘spiare’ gli utenti

John Borthwick, fondatore della società di venture capital Betaworks, ex manager di Time Warner, parla di "sorveglianza" in stile Cia e Fbi.

Siamo spiati, molto più spesso di quanto pensiamo. Sono i grandi conglomerati di Silicon Valley  ad intercettare molti dettagli della nostra vita privata. In modo del tutto illegale, con aperte, ripetute e plateali violazioni della privacy. Ce lo ricorda per ultimo John Borthwick, un venture capitalist americano, molto aggressivo, che conosce bene ciò di cui parla.

Il fondatore della società di venture capital Betaworks, ex manager di Time Warner e AOL, ritiene che la raccolta di informazioni effettuata da dispositivi come gli altoparlanti intelligenti di colossi del calibro di Google, Amazon (Alexa) e Apple (Siri), equivale alla sorveglianza, allo spionaggio vero.

“Direi che ci sono due o tre livelli problematici con questi nuovi altoparlanti e auricolari intelligenti che sono attualmente sul mercato”, ha dichiarato Borthwick ad Andy Serwer, caporedattore di Yahoo Finance, durante un’intervista per la serie “Influencer”. “E il primo è, dal punto di vista del consumatore, dell’utente, che questi dispositivi vengono utilizzati per ciò che sono – è difficile definirli in modo diverso dalla… sorveglianza”, ha spiegato Borthwick.

E in futuro? Ci sarà qualche forma di regolamentazione che offra agli utenti un maggiore controllo sui propri dati? “Personalmente credo che tu, come utente e come qualcuno a cui piace la tecnologia, che desideri utilizzare la tecnologia, tu debba avere molti più diritti sull’utilizzo dei tuoi dati di quanti ne abbiamo oggi”, è stata la risposta.

I commenti del venture capitalist seguono una serie di controversie relative al ruolo di “spie hi-tech” svolto dagli assistenti intelligenti, tra cui l’Assistente di Google, Alexa di Amazon e Siri di Apple. Per i quali ogni azienda ha ammesso che propri dipendenti (umani) ascoltano le domande degli utenti come mezzo per migliorare il riconoscimento vocale e la funzionalità degli assistenti digitali.

“In sostanza basta attivare quei dispositivi e chiedere: “Fornisci dati anche quando le persone agiscono passivamente sul dispositivo “. Quindi, in altre parole, è come usare l’interruttore della luce”, ha spiegato Borthwick. “Lo spengo, lo accendo, ed ecco che ora sta restituendo i dati all’altoparlante intelligente.” Insomma: spionaggio degno di Cia e Fbi.

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