Biden è “un anziano senza memoria”. Repubblicani ne chiedono la rimozione

Chiesta l'applicazione del 25° emendamento per incapacità. Declino mentale un vero handicap per le elezioni di novembre. In tutti i più recenti sondaggi gli elettori hanno affermato che l’età di Biden è una delle loro maggiori preoccupazioni.

Diversi parlamentari repubblicani trumpiani hanno chiesto la rimozione di Joe Biden invocando il 25° emendamento, quello introdotto dopo l’assassinio di Jfk per sostituire il presidente Usa in caso di morte, destituzione, dimissioni o incapacità. In questo caso si tratterebbe di incapacità, per i deficit di memoria di Biden.

Più cauti per ora i vertici del Grand Old Party, anche se lo speaker della Camera Mike Johnson ha già definito Biden “inidoneo allo Studio Ovale” dopo il rapporto del procuratore speciale Hur.

Con forza – a volte rabbia – il presidente ha cercato di far fronte alla valanga di critiche sulla sua poca acutezza mentale, in una conferenza stampa organizzata in tutta fretta alla Casa Bianca giovedì sera.

Ma l’ottantunenne leader americano potrebbe aver peggiorato la situazione, così un serio handicap in questo anno elettorale è risultato in tutta la sua evidenza.

Il presidente ha convocato i giornalisti per insistere sul fatto che la sua memoria è “buona” e sottolineare di essersi sentito insultato dal ritratto che è stato fatto di lui come un “uomo anziano con scarsa memoria”. Queste parole sono nel rapporto del procuratore speciale Robert Hur (nominato da Donald Trump) in un’indagine che riguarda il trattamento di documenti riservati (si trattava di scatoloni pieni di carte accumulati nel garage di due case private di Biden).

Tuttavia, nella conferenza stampa convocata per parare il danno del report che pone sul piatto la questione età + salute mentale del Commander in Chief, Biden ne ha fatta un’altra delle sue. Verso la fine del suo intervento, si è erroneamente riferito al presidente egiziano Abdel Fattah El-Sisi come al leader del Messico. Il passo falso ha minacciato così di far saltare tutti i suoi sforzi volti a dimostrare che la memoria gli funziona, fatto che è stato immediatamente colto dai suoi avversari politici come un’ulteriore prova che Biden non è idoneo per un secondo mandato. Da qui le richieste di rimozione in base al 25° emendamento.

Fonti della Casa Bianca hanno espresso rabbia e frustrazione, affermando che l’attenzione sull’ultimo errore di Biden ha semplicemente convalidato la convinzione che i media siano guidati dallo spettacolo piuttosto che dalla sostanza, e abbiano ingiustamente tenuto Biden a standard più elevati rispetto a Trump, il quale, pure lui, 79enne, ha ripetutamente confuso nomi, date ed eventi.

Tuttavia, l’ironia della gaffe su Messico/Egitto di Biden sembra abbia eliminato ogni speranza di invertire la preoccupazione sulla sua età e sulle sue capacità mentali, timori cresciuti nel corso della settimana, dopo che il Presidente, in discorsi durante la campagna elettorale, ha più volte confuso i nomi dei leader europei  e ha rifiutato l’opportunità di concedere la tradizionale intervista pre-partita del Super Bowl.

L’allarme ha raggiunto nuovi livelli giovedì pomeriggio, quando un severo rapporto del Dipartimento di Giustizia sulla sua gestione di materiale riservato ha citato “facoltà ridotte e memoria difettosa” del presidente, anche se ha concluso che le accuse penali non erano giustificate.

Biden ha respinto la caratterizzazione presentata nel rapporto del procuratore speciale Robert Hur. “Sono ben intenzionato, sono un uomo anziano e so cosa diavolo sto facendo. Sono stato presidente e ho rimesso in piedi questo Paese. Non ho bisogno della sua raccomandazione”, ha detto Biden ai giornalisti riferendosi a Hur.

Il presidente ha mostrato di essere particolarmente ferito dall’affermazione di Hur secondo cui la sua mancanza di memoria sarebbe confermata dal fatto che non riusciva a ricordare la data in cui suo figlio Beau Biden morì di cancro al cervello.

«Come diavolo osa sollevare una cosa del genere. Francamente quando mi è stata posta la domanda ho pensato: non sono affari loro”, ha detto Biden. “Non ho bisogno che nessuno mi ricordi quando è morto mio figlio”.

Il rapporto del Dipartimento di Giustizia afferma che gli investigatori che lavorano per Hur hanno scoperto che Biden aveva consapevolmente archiviato e divulgato informazioni riservate conservate nelle sue case in Virginia e Delaware, ma si è fermato prima di accusarlo di eventuali crimini.

Le rivelazioni più sconcertanti contenute nel rapporto, tuttavia, sono proprio le descrizioni del presidente come un “uomo anziano con scarsa memoria”, che in alcune occasioni fatica a ricordare i fatti basilari. Nel rapporto è scritto anche che Biden ha dimenticato la fine del suo mandato come vicepresidente (per otto anni) e non ricorda i dettagli di discussione critiche sulla politica estera durante l’amministrazione Obama.

“La mia memoria va bene”, ha detto Biden. “Sono la persona più qualificata in questo Paese per diventare Presidente degli Stati Uniti e portare a termine il lavoro che ho iniziato”. Ha detto di aver avuto un colloquio di cinque ore con Hur, avvenuto il giorno dopo l’assalto di Hamas contro Israele del 7 ottobre. Il che potrebbe avergli causato una situazione di stress.

Gli elettori in tutti i più recenti sondaggi hanno affermato che l’età di Biden è una delle loro maggiori preoccupazioni mentre l’America va verso una probabile rivincita con Trump a novembre. La campagna elettorale di Trump ha ovviamente preso la palla al balzo, con l’opportunità offerta dal rapporto del procuratore speciale.

“Se sei troppo rimbambito per essere processato, allora sei troppo rimbambito per diventare presidente”, ha detto Alex Pfeiffer, direttore delle comunicazioni del comitato di azione politica di Trump.

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