S&P declassa rating Cina: allarme rosso, troppi debiti

Improvvisa doccia fredda per l'intera economia mondiale, a dimostrazione che le bolle esistono, e possono scoppiare.

La Cina e il mondo hanno ricevuto un nuovo avviso oggi in merito alla crescita drammaticamente alta del debito del paese orientale negli ultimi anni, che minaccia ormai la stabilità di uno dei motori più importanti dell’economia globale.

Standard & Poor’s ha declassato il rating della Cina, sostenendo che il forte sviluppo economico del paese è stato alimentato da un massiccio indebitamento – e la previsione e’ che  che l’indebitamento continui a salire.

Questo potrebbe minare la capacità della seconda economia più grande del mondo di gestire potenziali shock finanziari, come una crisi delle banche, e potrebbe portare a problemi di crescita a più lungo termine.

Il downgrade – che segue un passo simile effettuato quattro mesi da parte di Moody’s Investors Service, una società di rating rivale di S&P nella classificazione del debito – costituisce una doccia fredda per l’intera economia mondiale e fa da promemoria per le sfide che l’economia cinese affronta mentre la crescita matura e rallenta.

Moody’s taglia il rating della Cina. Frenata economia e troppo debito

Dopo Moody’s arriva la pagella di Standard & Poor che taglia il rating del debito sovrano cinese a lungo termine da AA- ad A+, con outlook stabile, e ad essere messo sul banco delle accuse c’è il crescente ammontare del debito cinese.

«Il downgrade riflette la nostra valutazione secondo cui un periodo prolungato di forte crescita del credito ha aumentato i rischi economici e finanziari della Cina», ha dichiarato S&P. Il downgrade segue a ruota le decisioni di Moody’s adottate nel maggio scorso proprio quando il Governo coglie la sfida di contenere i rischi finanziari derivanti da anni di incentivi alimentati dal credito, “spinto” dalla necessità di raggiungere obiettivi di crescita ufficiali.

A poche settimane dal congresso del Partito Comunista, questo è un verdetto che pesa.

Le preoccupazioni sulla crescita sostenuta in Cina del credito sembrano aumentare, anche se la performance economica del primo semestre ha battuto ogni aspettativa. I mercati azionari cinesi erano già chiusi quando il downgrade è stato annunciato ma ovviamente le quotazioni dello yuan ne hanno risentito.

S&P ha affermato che gli sforzi del governo per ridurre la leva aziendale potrebbero stabilizzare i rischi finanziari a medio termine. «Tuttavia, si prevede che la crescita del credito nei prossimi due-tre anni resterà a livelli che aumenteranno gradualmente i rischi finanziari», ha dichiarato S&P. L’Agenzia ha anche abbassato la valutazione a breve termine della Cina a A-1 da A-1 +.

 

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