Undici grandi città in deflazione: “Pesa l’effetto Parigi”

Prezzi in picchiata in tutta Italia, dal produttivo Nord-Est (Venezia, Padova, Verona) all’Emilia Romagna (Bologna, Modena) e al Sud (Bari, Palermo, Catania) e le isole (Cagliari). Tassi annui …

Prezzi in picchiata in tutta Italia, dal produttivo Nord-Est (Venezia, Padova, Verona) all’Emilia Romagna (Bologna, Modena) e al Sud (Bari, Palermo, Catania) e le isole (Cagliari).

Tassi annui d’inflazione sotto lo zero a novembre in undici tra le grandi città italiane, ovvero allarme deflazione. Lo rileva l’Istat, mappando capoluoghi e centri con più di 150 mila abitanti. La riduzione più forte dei prezzi si registra a Bologna (-0,7%), seguita da Padova, Palermo, Catania, Perugia, Cagliari, Bari, Verona, Venezia, Modena e Aosta. Nel dettaglio a Padova scendono dello 0,4%, a Catania e Palermo dello 0,3%, si fermano a -0,2% Perugia, Cagliari, Bari e Verona, più contenuta la flessione, a -0,1%, a Modena, Aosta e Venezia. Ad ottobre 2015 le grandi città in deflazione erano sette, quindi quattro in meno rispetto a novembre. (Ansa)

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“I gravi attentati di Parigi hanno avuto ripercussioni dirette sull’economia italiana, portando i cittadini a modificare le proprie abitudini con effetti negativi sull’andamento dei prezzi al dettaglio”. A sostenerlo è il Codacons, commentando i dati Istat sull’inflazione, che vedono a novembre un calo del -0,4% su mese, e una brusca frenata della crescita su base annua, con i listini fermi a quota +0,1%. “L’effetto Parigi pesa in modo impressionante anche sulla nostra economia – spiega il presidente, Carlo Rienzi -. Ristoranti e alberghi si sono infatti svuotati dopo i fatti del 14 novembre, come denunciato in prima istanza dal Codacons e come certificato lunedì 14 dicembre dall’Istat, che attribuisce il rallentamento dell’inflazione soprattutto ai servizi ricettivi e di ristorazione, fermi al +0,9% dal +2,1% del mese precedente. Proprio la modifica dei comportamenti economici dei cittadini ha influito negativamente sull’andamento dei prezzi di beni e servizi – conclude Rienzi -, portando ad un calo dei listini rispetto ad ottobre e ad una brusca frenata della crescita su base annua”.

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