In vent’anni le tasse in Italia sono aumentate del 92%. Soprattutto al Sud

I dati dello studio di Confcommercio sulla media delle imposte introdotte dal 1995 al 2015. Le locali sono passate da 30 a 103 miliardi (+248%), mentre le centrali …

I dati dello studio di Confcommercio sulla media delle imposte introdotte dal 1995 al 2015. Le locali sono passate da 30 a 103 miliardi (+248%), mentre le centrali da 228 a 393 miliardi (248%).

In 20 anni, dal 1995 al 2015, le tasse sono aumentate del 92,4%: quelle locali sono passate da 30 miliardi a 103 miliardi di euro con una crescita del 248% mentre, nello stesso periodo le tasse centrali sono passate da 228 a 393 miliardi di euro con una crescita del 72%. Questi i dati diffusi dal Centro Studi della Confcommercio che evidenziano come negli ultimi 20 anni la pressione fiscale sia aumentata dal 40,3 al 43,7%.

Lo studio della Confcommercio rileva, inoltre, una marcata dicotomia tra nord e sud d’Italia sul fronte della tassazione. “Roma e in generale il Mezzogiorno – spiega il direttore dell’Ufficio studi, Mariano Bella – è tra i maggiori pagatori a causa delle inefficienze. C’è uno scarto di 3-4 punti percentuali, una differenza analoga a quella che vediamo tra il nostro paese e la Germania a sud ci sono meno servizi e più imposte e forse anche questa è una ragione dello svuotamento, le aliquote sono del tutto scollegate dai servizi”.

A testimonianza di tali argomenti, lo studio fa l’esempio di un contribuente con un imponibile Irap o un imponibile Irpef di 50 mila euro. A Roma la pressione Irap più Irpef arriva al 38% seguita da Campobasso e Napoli con il 37,4 e il 37,2%. Seguono Catanzaro, Palermo e L’Aquila con 36,8%. Le città più convenienti dal punto di vista fiscale sono Cagliari (34,8%), Bolzano (34%) e Trento (33,5%). Per le altre città esaminate si va dal 36,6 di Bari al 35,1 di Aosta.

Tag

Partecipa alla discussione