I minoritari di “Sinistra italiana” contro Renzi da Happy Days

Con la manifestazione al Teatro Quirino di Roma è nata ufficialmente la “Sinistra italiana”, il nuovo gruppo parlamentare (alla Camera e al Senato) creato da Sel e dai parlamentari fuoriusciti …

Con la manifestazione al Teatro Quirino di Roma è nata ufficialmente la “Sinistra italiana”, il nuovo gruppo parlamentare (alla Camera e al Senato) creato da Sel e dai parlamentari fuoriusciti dal Pd. In particolare si tratta di 31 deputati a Montecitorio più una decina di senatori.

L’evento di oggi rappresenta una tappa del percorso che condurrà all’assemblea costituente di un nuovo soggetto politico prevista per gennaio. Fra gli ex Pd Stefano Fassina e Alfredo D’Attorre, ma anche Folino e Gregori.

Nasce Sinistra Italiana: ecco chi sono i protagonisti

Il nuovo gruppo di Sinistra Italiana si insedierà a breve a Montecitorio, mentre in Senato avverrà nei prossimi mesi. Consulente economico del gruppo a Montecitorio il premio Nobel Joseph Stiglitz.

D’Attorre: «Non permetteremo che Renzi cancelli la sinistra»

«Sta nascendo qualcosa di nuovo, c’è una nuova sigla ma soprattutto inizia un cammino, la costruzione della Sinistra». Così l’ex Pd Alfredo D’Attorre dal palco del Quirino. Perchè, dice, «non ci vogliamo rassegnare al fatto che l’Italia sia l’unico Paese in Europa in cui la sinistra viene cancellata. Noi vogliamo costruire una realtà politica vera, costruire un partito». E osserva: «Oggi da un lato la sinistra sembra fuori gioco e dall’altro le trasformazioni del capitalismo ci dicono quanto bisogno c’è di sinistra». «Sinistra – spiega D’Attorre – indica con chiarezza da che parte stiamo. Italiana indica che pur essendo una parte, siamo consapevoli di dover servire il Paese». Quindi continua, dal palco del Quirino: «Ci sono tantissimi iscritti del Pd perché stiamo purtroppo prendendo atto che la battaglia che pensavamo di fare dall’interno per la radicalità della deriva renziana non è possibile farla». E rivolto a Pierluigi Bersani, sottolinea: «Comprendo il suo tormento e il suo dolore, ma le cose giuste che lui dice nel Pd oggi sono impossibili».

Vendola: «Urgenza per il Paese»

«Oggi si costruisce un primo pezzo di “spazio pubblico” di ciò che potrà e vorrà essere la sinistra che non cede né alle lusinghe del potere né alle seduzioni dell’impotenza vestita di minoritarismo», lo scrive il leader di Sel, Nichi Vendola, all’assemblea per la presentazione della nascita dei gruppi di Sinistra italiana. «Se il lavoro torna ad essere merce, se i diritti sociali spariscono poco a poco, se la dignità delle persone diviene una variabile dipendente del mercato, se la democrazia viene ingabbiata nella retorica della governabilità e nel fascino di un `uomo solo al comando´, allora vuol dire che `fare la sinistra´ è l’urgenza di un’Italia spaccata tra nord e sud, frammentata in clan e corporazioni, umiliata dal malaffare che abita tutti i palazzi del potere»,

Cofferati: «È un primo passo di ricostruzione»

«Quella di oggi è una giornata significativa perché può dare inizio ad un percorso importante per la sinistra italiana. È un primo passo che mira alla costruzione di una sinistra, che faccia tesoro del suo patrimonio storico, ma con il coraggio e la volontà di rinnovarlo». Lo afferma Sergio Cofferati in un messaggio inviato all’assemblea di Sinistra italiana. «La sinistra – aggiunge – è ancora oggi uno spazio politico fondamentale, c’è un oggettivo bisogno di dare rappresentanza alle esigenze di una larga parte di popolazione che ha subito le più aspre conseguenze sociali generate dalla crisi. La crescita della disoccupazione, in particolare per i giovani, la perdita del valore sociale del lavoro, la cancellazione dei diritti che garantivano dignità e l’aumento della povertà sono lì a dimostrarlo. Non meno grave è il mancato riconoscimento di diritti di cittadinanza, come la parità tra i generi, la valorizzazione dei beni comuni e l’esercizio della sostenibilità come fondamento del modello di sviluppo economico europeo e nazionale».

Teatro pieno, gente in strada 
Platea e palchi del Teatro Quirino si sono riempiti di sostenitori con tante persone rimaste fuori per motivi di sicurezza: circa 500 secondo gli organizzatori. A un certo punto Fassina, D’Attorre, Fratoianni e Scotto hanno deciso di uscire dal teatro, tra un intervento e l’altro, per “riprodurre”» l’assemblea anche all’esterno, con un “bis” improvvisato in strada. Non sono mancati momenti di tensione tra i vigili del fuoco e i militanti. E nei momenti più concitati qualcuno ha insinuato ironico: «Non ci fanno entrare perché sono renziani».

Fassina: «Non è gioco di palazzo» 
La nascita dei gruppi di Sinistra italiana «non è un gioco di palazzo, ma una scelta strategica per segnare un cammino politico» ha detto Stefano Fassina dal palco del Teatro Quirino. «Non è la prima tappa perché c’è un percorso già avviato fuori dalle aule e in questi mesi abbiamo lavorato insieme ad altre forze per costruire un partito coinvolgente, innovativo, largo e plurale che abbi ala centro il lavoro, il welfare, la scuola pubblica, la ricostruzione morale della politica».

Fassina ha anche indicato la scelta di avviare i nuovi gruppi mentre in Parlamento si discute della legge di stabilità. «C’è una questione che riguarda la credibilità di una forza politica. Bisogna specificare cosa vogliamo fare e portarlo avanti con coerenza. I nostri emendamentisaranno messaggi all’Italia», ha aggiunto sottolineando come il disegno della ex finanziaria sia «sinergico al Partito della nazione», ed ha denunciato: «Si allargano le disuguaglianze, si impoverisce il welfare e si abbandona il mezzogiorno», senza mancare di rivendicare sul fronte economico una cultura keynesiana alternativa «al liberalismo da Happy days del segretario del Pd».

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2 commenti

  1.   

    certo, ci mancherebbe pure la sinistra ha diritto di esistere ma comincia male.intruppare tanti..cadaveri eccellenti.. non è di buon auspicio.Certo che Renzi non lo capisco. governare con gente come verdini e alfano gli farà perdere le elezioni. poi da oggi salirà sul carro pure Casini. Aspetto che si svegli lo zio poi vi ragguaglierò.

  2.   

    Poche idee superate dai tempi e rigorosamente confuse. Sono ridicoli, ma comunque rappresentano una piccola fetta di elettorato che è giusto che abbia voce.