Brexit, studio legale fa ricorso: “Articolo 50 Ue non valido senza voto di Westminster”

Il pasticcio Brexit finisce in mano agli avvocati: un prestigioso studio legale londinese, per conto di anonimi clienti, ha chiesto garanzie che il procedimento formale per l’uscita della …

Il pasticcio Brexit finisce in mano agli avvocati: un prestigioso studio legale londinese, per conto di anonimi clienti, ha chiesto garanzie che il procedimento formale per l’uscita della Ue dalla Gran Bretagna non inizi prima di un atto del Parlamento.

Mishcon de Reya, uno studio che sostiene di agire per conto di un gruppo di imprenditori e accademici, afferma che sarebbe illegale se il primo ministro invocasse l’articolo 50 dei trattati Ue, che fa scattare la procedura irreversibile, senza un dibattito e un voto a Westminster. Gli avvocati di Mishcon de Reya si sono messi in contatto con i legali del governo per ottenere garanzie e e sono pronti a far ricorso alle aule di giustizia nel caso non ne ricevessero. La tesi del legali poggia sulla formulazione ambigua dell’articolo 50: “qualunque Stato membro può decidere di ritirarsi dall’Unione nel rispetto dei propri requisiti costituzionali”. Il referendum del 23 giugno, che ha bocciato la Ue e invocato la Brexit, è puramente consultivo, perciò secondo Mishcon de Reya, la decisione di far scattare l’articolo 50 è nelle mani dei rappresentanti del popolo a Westminster in base alla costituzione britannica.

Lo studio è in contatto con l’avvocatura del governo fin dal 27 giugno “per avere garanzie che il governo rispetterà la costituzione britannica e protegga la sovranità del parlamento nell’invocare l’articolo 50”. In realtà il Regno unito non ha una vera a propria costituzione scritta e qualche avvocato sostiene che l’iniziativa legale è destinata a naufragare, altri chiedono un chiarimento giuridico sul punto. La scorsa settimana un altro legale, Jolyon Maugham, ha avviato una campagna di crowdfunding per chiedere un parere a esperti costituzionali per chiarire se, alla luce della natura puramente consultiva del referendum , debba essere il premier o il parlamento a far scattare l’articolo 50.

Dopo l’avvio della proceduta ci sono due anni di tempo per negoziare i termini dell’uscita dalla Ue, limite che può esser spostato in avanti con l’accordo unanime dei Paesi membri. In assenza di accordo do di rinvio l’appartenenza alla Ue dello Stato che vuole uscire decade al termine dei due anni. Il premier David Cameron dopo il referendum si è dimesso e ha lasciato al suo successore, ancora da scegliere nelle fila del partito conservatore, ogni decisione sull’articolo 50.

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