L’Europa discute se dare lo “stato di persone” ai Robot (e il reddito minimo agli umani)

Robot, droni, auto  che si guidano da sole: tutti insieme hanno in comune vari gradi di intelligenza artificiale. Sono in grado di apprendere e diventeranno sempre più evoluti. …

Robot, droni, auto  che si guidano da sole: tutti insieme hanno in comune vari gradi di intelligenza artificiale. Sono in grado di apprendere e diventeranno sempre più evoluti. E se ci possono raggiungere (e superare) in intelligenza saremo solo noi a rispondere alla legge e pagare le tasse? Per la commissione giuridica del Parlamento Europeo no: giovedì 12 gennaio la commissione ha approvato, con due soli astenuti, il rapporto della deputata socialista lussemburghese Mady Delvaux che della commissione è vicepresidente.

La proposta  parte dalla letteratura, citando Frankenstein, Pigmalione, il Golem di Praga fino a Karel Capek, lo scrittore ceco inventore della parola robot. E qualche mese fa, alla pubblicazione iniziale del rapporto, la cosa.

Dopo la letteratura, però, c’è l’economia: le vendite di automi, impiegati soprattutto nelle industrie automobilistica ed elettronica, ma anche negli ospedali e nell’assistenza agli anziani, sono cresciute nel mondo del 17% all’anno tra il 2010 e il 2014, per fare un balzo del 29% l’anno scorso. I brevetti nell’ultimo decennio sono triplicati.

La proposta suggerisce una forma di tassa sui robot, in particolare una contribuzione al sistema previdenziale che vede gli umani essere rimpiazzati dalle macchine. Ogni cittadino che impiega degli automi dovrà segnalarli allo stato, indicando anche quanto risparmia in contributi grazie alla sostituzione dei lavoratori in carne e ossa con quelli in acciaio e silicio.

Quanto ai danni e agli eventuali risarcimenti che i robot sarebbero chiamati a pagare, secondo la proposta sarebbe necessario stipulare per ogni automa una polizza assicurativa, proprio come accade per le automobili.

Il passaggio in commissione consentirà in febbraio di valutare la calendarizzazione della proposta nell’Aula plenaria del parlamento.

Ecco i punti salienti della bozza che potrebbe diventare legge.

  • La creazione di un’agenzia europea per la robotica e intelligenza artificiale;
  • Una definizione legale di “robot autonomi intelligenti”, con un sistema di registrazione dei più avanzati di loro;
  • Un codice di condotta di consulenza per gli ingegneri robotici volti a guidare il design etico, la produzione e l’uso di robot;
  • Una nuova struttura di reporting per le aziende che richiedono loro di segnalare il contributo della robotica e intelligenza artificiale ai risultati economici di una società per lo scopo della tassazione e dei contributi previdenziali
  • Un nuovo sistema di assicurazione obbligatoria per le aziende per coprire i danni causati dai loro robot.

Il rapporto, che cerca di prevedere norme che abbiano un’efficacia per i prossimi 10-15 anni, aggiunge anche l’appello ad un “serio” esame di un reddito minimo di cittadinanza come soluzione all’eventualità di massicce perdite di posti di lavoro a favore dei robot. (AGI)

Per approfondire:

Intervista all’eurodeputata Mady Delvaux

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1 commento

  1.   

    Il reddito di cittadinanza lo si può pensare quando i robot faranno la gran parte dell’attuale lavoro svolto dagli umani e quindi il lavoro residuo non sarà sufficiente per dare un’occupazione e tutti, ma fino a quel momento dare un reddito di cittadinanza significa che per erogarlo devo tassare maggiormente il reddito di chi lavora, cosa che mi sembra totalmente assurda, iniqua, populista e stupida. Passiamo dal regalare stipendi a dipendenti pubblici che non fanno una fava al regalare stipendi a chi non è tenuto nemmeno a timbrare il cartellino, e non in funzione di una invalidità, ma del fatto che è cittadino e quindi ha il diritto di avere un reddito rubandolo a chi lo produce. Gli svizzeri hanno detto no, ma sono convinto che in Italia un referendum in tal senso vincerebbe alla grande, dopo sarà interessante capire come riuscire a pagare….