Doppia morsa sul settore, la Bce mette nel mirino Carige che crolla -10%. Sugli istituti italiani pesa la mole di crediti deteriorati. Le cartolarizzazioni del governo sui crediti in sofferenza non convincono.
La soluzione delle Gacs studiata dal Tesoro per risolvere il problema delle sofferenze bancarie porterà a una “riduzione piuttosto modesta” di questo tipo di crediti dubbi nel 2016 ma nell’arco dei prossimi tre anni dovrebbe ridurre di un quinto l’ammontare delle sofferenze lorde, che è pari a 200 miliardi di euro. È il parere di Carlo Gori, vice president e senior analist per il settore bancario di Moody’s a margine del Moody’s Credit trends 2016 a Milano. In particolare, secondo l’analista, è Mps che dovrebbe comunque approfittare di qualche cartolarizzazione, “ora che c’è la possibilità”. Infatti, spiega Gori, “le sofferenze creano incertezza quindi come c’è incertezza per un investitore, c’è incertezza anche per potenziali acquirenti: Montepaschi che approfittasse di questa cartolarizzazione sarebbe più appetibile”.
Quanto alla sua “vendibilità”, l’analista sottolinea che la Bce ha detto che “Mps, insieme a Carige, dovrebbero trovare un partner perché da sole effettivamente sono deboli”. In Italia ad esempio, “non possiamo speculare, ma le banche francesi, come Bnl e Cariparma, sono già presenti e quindi ci potrebbe essere un qualche interesse, soprattutto con un Montepaschi più ‘pulito'”. In generale, il provvedimento del governo “è una misura che aiuta ma non risolve il problema, come invece era successo in Spagna. Non ci aspettiamo che si riduca la massa di sofferenze quest’anno in maniera definitiva”.
Le banche, ora, possono procedere con cartolarizzazioni di “portafogli molto frazionati. Difficile che vendano le prime dieci, venti sofferenze: venderanno quelle di più piccolo taglio o le più coperte”. Sull’andamento del comparto in Borsa, fortemente penalizzato da inizio anno, Gori sostiene che “la reazione del mercato non è allineata ai fondamentali. Le banche – dice – sono molto più solide del 2008, il capitale è raddoppiato. Ma a oggi il mercato è meno liquido e più volatile perché le banche di investimento sono uscite dal mercato dei capitali”.
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Borsa, Carige trascina a picco i titoli dei bancari
Tornano con prepotenza le vendite sui titoli bancari di Piazza Affari, dopo il recupero della vigilia, innescato da alcune indicazioni positive sui conti di bilancio. Sugli istituti italiani, tuttavia, continua a pesare la mole di crediti deteriorati che ha spinto la Banca Centrale Europea ad accendere un faro.
La peggiore performance viene registrata da Banca Carige che scivola di oltre 10 punti percentuali dopo aver annunciato una maxi perdita di oltre 100 milioni di euro più che raddoppiata rispetto al rosso comunicato lo scorso 11 febbraio. La correzione si è resa necessaria a seguito la richiesta della Bce di una “draft decision” una bozza di decisione, presentata lo scorso 19 febbraio.
La tensione degli investitori investe gli altri altri player del settore bancario, come Ubi Banca che perde oltre il 5% nonostante abbia annunciato un utili 2015 in aumento e alzato il dividendo. Debole anche Unicredit -4,04% che ha chiuso il 2015 con utili sopra le attese. Giù inoltre Banca Popolare Milano -4,04% che ha aumentato il dividendo dopo il pieno di utili e il Banco Popolare che arretra del 4,14% tornato in utile nell’esercizio da poco concluso.
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Carige, maxi perdita da oltre 100 milioni
Si amplia la perdita di Banca Carige, nel 2015. L’istituto ligure, nel giorno in cui ha brindato in Borsa alla lista presentata da Malacalza per rinnovare i membri del Consiglio di amministrazione, ha annunciato una maxi perdita di 101,7 milioni di euro più che raddoppiata rispetto al rosso di 44,6 milioni comunicato lo scorso 11 febbraio.
La correzione si è resa necessaria a seguito la richiesta della BCE di una “draft decision” una bozza di decisione, presentata lo scorso 19 febbraio.
“La BCE ha comunicato a Banca Carige l’intenzione di adottare una decisione finalizzata alla “riduzione dei rischi” e alla “presentazione di un piano per adeguarsi ai requisiti di vigilanza” (“the reduction of risks and the presentation of a plan to restore compliance with supervisory requirements”) spiega la banca in una nota.
La Banca centrale guidata da Mario Draghi ha chiesto un “nuovo Funding Plan” entro il 31 marzo 2016, un nuovo piano industriale entro il 31 maggio che tenga conto del deterioramento dell’attuale scenario e un piano che rifletta nuove considerazioni sulle opzioni strategiche, entro maggio.
Carige ha replicato alla BCE “fornendo i propri commenti e osservazioni, ribadendo l’adeguatezza delle strategie, dei processi, dei fondi propri e della dotazione di liquidità atti a fronteggiare i rischi correnti e prospettici del Gruppo anche nel nuovo deteriorato scenario di riferimento”. Contestualmente – prosegue l’istituto – “la Banca ha operato per ottemperare alle indicazioni dell’Autorità di Vigilanza e per creare le condizioni affinché il Consiglio di Amministrazione che sarà nominato dalla prossima Assemblea possa effettuare le scelte strategiche più adeguate per lo sviluppo della Banca e del Gruppo”. (Teleborsa)