C’è in questo momento una possibilità su tre di una recessione negli Stati Uniti nei prossimi 12 mesi, secondo gli economisti di J.P. Morgan Chase, come si deduce da un report inviato ai clienti dopo il rilascio (orribile) dei numeri sulla creazione di nuovi posti di lavoro di maggio. Gli economisti di Chase sostengono che adesso c’è una probabilità del 36% di una recessione in 12 mesi, il più alto tasso negativo da quando gli Stati Uniti sono usciti l’ultima volta da una recessione, e in netto rialzo rispetto al 30% del mese scorso.
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Stranamente, non è stato il fatto che gli Stati Uniti hanno aggiunto solo 38.000 posti di lavoro nell’ultimo mese, l’elemento che ha peggiorato lo scenario. Il calo del tasso di disoccupazione, paradossalmente, aumenta la probabilità di surriscaldamento dell’economia nel medio periodo, si legge nella nota dell’ufficio studi di J.P. Morgan Chase. Altre delusioni sull’andamento dell’economia Usa sono venute dagli indicatori della Federal Reserve di Dallas sul settore manifatturiero e dei servizi, l’indice ISM servizi, e dal rapporto sulla fiducia dei consumatori del Conference Board.
Anche economisti di altre istituzioni finanziarie e bancarie rilevano le stesse preoccupazioni. David Rosenberg, capo economista e strategist di Gluskin Sheff, osserva che sul fronte dell’occupazione, la creazione di nuovi posti di lavoro si è contratta per 4 mesi di fila, con 77.000 posti di lavoro persi nel periodo di tempo considerato. Un forte calo di questo tipo era stato osservato l’ultima volta nel novembre 1969, nel maggio 1974, dicembre 1979, ottobre 1989, novembre 2000 e maggio 2007. Il dato va letto in modo univoco: cali simili sul fronte occupazionale hanno sempre preceduto cicli di recessione, con una media di 5 mesi di anticipo. L’unica volta che non vi è stata una recessione a seguito di un forte calo della creazione di nuovi posti di lavoro è stato durante dopo il crollo del prezzo del petrolio nel 1985 e 1986.
L’ultimo rapporto sull’occupazione è stato “deludente” e ha fatto emergere domande sugli sviluppi dell’economia. Lo ha detto il governatore della Fed, Janet Yellen, nel suo discorso al World Affairs Convention di Philadelphia. Proprio l’andamento dell’economia è uno degli elementi fondamentali che la Fed guarderà il prossimo 14 e 15 giugno per decidere se alzare i tassi sul denaro e queste parole appaiono allontanare l’atteso momento del rialzo dei tassi.