Vaccino universale presto diventerà realtà

Primi test positivi sugli animali per la profilassi in grado di liberarci per sempre dall’influenza. I ricercatori sono finalmente riusciti a confezionare un vaccino ad ampio spettro in …

Primi test positivi sugli animali per la profilassi in grado di liberarci per sempre dall’influenza.

I ricercatori sono finalmente riusciti a confezionare un vaccino ad ampio spettro in grado di annientare anche i virus mutanti, una panacea che potrebbe liberarci per sempre dall’influenza. Questo Santo Graal “universale” dovrebbe sconfiggere tutti i ceppi di quel virus che ogni anni funesta il pianeta, uccidendo decine di migliaia di persone. Finora i vaccini contro le stagionali epidemie d’influenza sono stati composti da molecole che s’attaccano a uno specifico tipo di virus. Ma queste molecole diventano inefficaci appena il virus muta il suo rivestimento per ingannare il sistema immunitario. È successo anche l’anno scorso, quando i medici s’accorsero che il vaccino fabbricato con troppo anticipo contro l’influenza che stava per colpirci proteggeva solo il 3 per cento della popolazione.

Per anni i biologi hanno cercato di fronteggiare la strategia del virus, creando un vaccino in grado di prevenirne le mutazioni. La scoperta di un vaccino che eviti il bisogno di un richiamo annuale e che protegga contro nuove pandemie è da sempre una delle priorità della virologia clinica. Adesso due équipe di ricercatori sono riuscite a centrare questo difficilissimo obiettivo, sia pure sperimentando il farmaco soltanto sugli animali. I due team (del californiano Scripps research institute in collaborazione con l’olandese Janssen prevention center e dello Us national institute of Health del Maryland) hanno lavorato indipendentemente uno dall’altro, e le loro ricerche sono appena state pubblicate su Science e su Nature Medecine .

Al momento il vaccino inoculato a ratti, furetti e scimmie funziona bene. Come hanno proceduto gli scienziati? Ebbene, invece di bersagliare la “testa” del virus, più facile da colpire ma altamente mutevole, hanno scelto il suo “gambo”, che non muta quasi affatto. I risultati sui mammiferi sopracitati sono stupefacenti: una volta vaccinati, questi resistono a quasi tutti i ceppi di influenza, compreso il famigerato H5N1, quello dell’influenza aviaria. Ora, il furetto è il miglior modello per studiare l’influenza umana, perché possiede lo stesso ricettore cellulare usato dal virus per infettarci. «Siamo sulla strada giusta per un vaccino universale contro l’influenza e il nostro obiettivo finale sarebbe di fabbricarne uno che non abbia scadenza», dice il professor Ian Wilson, dello Scripps research institute. «Se l’organismo riesce a fabbricare anticorpi contro il “gambo” del virus, questo non avrebbe più scampo».

Nel 2009 si stima che il virus H1N1, responsabile dell’influenza suina, abbia ucciso nel mondo tra le 150mila e le 575mila persone. E sul pianeta plana sempre lo spettro di una violenta pandemia come fu la Spagnola, che nel 1918-19 provocò 50 milioni di morti.

La prossima tappa per scongiurare tutto ciò saranno i test clinici sull’uomo. Ci vorranno ancora diversi anni prima di raggiungere un risultato definitivo. Ma come dice Wilson «siamo sulla strada giusta». A proposito di virus, ieri è stato dimesso l’ultimo malato di Ebola in Sierra Leone. Nel Paese non si segnalano nuovi casi da oltre due settimane. Ma un piccolo numero di infetti è stato nuovamente individuato nella vicina Guinea.

di Pietro del Re

Questo articolo è stato pubblicato originariamente su La Repubblica

Tag

Partecipa alla discussione