Servono più trasparenza e controlli, solo così si batte la corruzione nello sport

Il Global corruption Report di Transparency International da sei suggerimenti ai governi contro la piaga delle mazzette: maggiore coinvolgimento dei cittadini, sponsor con valori etici e un’agenzia globale di …

Il Global corruption Report di Transparency International da sei suggerimenti ai governi contro la piaga delle mazzette: maggiore coinvolgimento dei cittadini, sponsor con valori etici e un’agenzia globale di vigilanza.

Sei raccomandazioni per combattere la corruzione. Si trovano nel Global corruption report sullo sport realizzato dall’associazione Transparency International, presentato martedì 23 febbraio a Berlino e illustrato per l’Italia nella sala Alessi di Palazzo Marino, a Milano.

>>> Leggi il Global Corruption Report: Sport di Transparency International

Tra i suggerimenti, l’aumento della sorveglianza indipendente nella governance internazionale; l’uso di criteri rigorosi e trasparenti per l’ammissibilità a tutte le “poltrone” di alto livello; una maggiore trasparenza finanziaria in tutte le associazioni sportive. E ancora: il coinvolgimento dei cittadini nelle procedure di assegnazione per i grandi eventi sportivi e la necessità di garanzie formali da parte degli enti coinvolti; l’esigenza da parte degli sponsor di promuovere l’integrità e di gestire i rapporti con le organizzazioni sportive con gli stessi standard legati allo loro catena di fornitori; un’ulteriore indagine sul bisogno di istituire un’unica agenzia globale proprio per la lotta alla corruzione nello sport.

Gli argomenti trattati nel rapporto, che offre 60 contributi specialistici, comprendono le interferenze politiche nel calcio asiatico, la corruzione nello sport africano, i rischi di match-fixing nel calcio, il lascito della Coppa del Mondo e delle Olimpiadi in Brasile, il finanziamento delle Olimpiadi invernali di Sochi, in Russia. Tra gli altri temi, ci sono anche i flussi di denaro del Mondiale di calcio russo nel 2018, il controllo politico del calcio in Ungheria, la governance del cricket in Bangladesh e gli assetti proprietari della società di calcio nel Regno Unito. “Lo sport è un fenomeno globale che impegna miliardi di persone e genera un fatturato annuo di più di 145 miliardi di dollari, come leggiamo nel report – ha detto Virginio Carnevali, presidente di Transparency International Italia -. Se la corruzione nello sport non è una novità, la recente pervasività di malgoverno e scandali, come quelli della Fifa e ancora più recenti nel mondo del tennis, rischia di minare la vera essenza dello sport e tutti i grandi vantaggi che lo sport adduce sia allo scenario economico e sociale dei territori sia nell’impatto etico ed educativo sulle società civili”.

“Il governo italiano considera lo sport un veicoli di buoni valori – ha commentato Francesco Tufarelli, coordinatore dell’ufficio Sport della presidenza del Consiglio dei ministri -. A riguardo è già attivo in costante sinergia con il Coni con particolare riferimento alle azioni di contrasto al match-fixing al doping. Questo Paese c’è su queste cose il rapporto viene presentato anche in Italia – ha aggiunto -. Quando guardiamo le classifiche, dobbiamo considerare il fatto che la percezione del fenomeno è frutto anche dell’attività di contrasto. Dobbiamo lavorare meglio. Non lavora solo il Governo, ma anche gli enti locali, Unioncamere, le Camere di Commercio, Transparency International e tutto il sistema universitario: c’è un sistema che lavora sui temi principali. Al Consiglio europeo di marzo ribadiremo il nostro interesse nella lotta all’esclusione sociale, al match-fixing e al doping”.

>>> Leggi l’Executive summary del Global Corruption Report: Sport

“Il Comune di Milano si è dotato, a livello amministrativo, di una serie di regolamenti importanti per evitare il fenomeno di corruzione. Nello sport, abbiamo sempre distribuito i fondi tramite bandi pubblici trasparenti”, ha spiegato l’assessora allo Sport, Chiara Bisconti. “Abbiamo promulgato – ha continuato – il Codice etico dello sport, che è uno strumento importante e, in fondo, innovativo rispetto alle prassi amministrative classiche, perché è uno strumento sostanzialmente di autodiagnosi e, quindi, di responsabilizzazione delle singole associazione o concessionari, andando a verificare tutta una serie di aspetti per capire se al proprio interno si mettono in atto strategie di opposizione a possibilità di corruzione e, soprattutto, anche se si mandano messaggi educativi ai ragazzi”. “Se un’amministrazione si dota di anticorpi, è un bene. Ritengo il Codice etico dello sport un’eccellenza del nostro mandato. So che andremo avanti a discuterlo”, ha concluso Bisconti.

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