I primi 40 anni di Apple e le 10 cose che non sai sulla mela più famosa al mondo

Niente garanzie ai fumatori, la scelta del logo, perché nelle foto ufficiali l’orologio segna sempre le 9:41, i flop e le falle: dieci curiosità sull’azienda americana che ha …

Niente garanzie ai fumatori, la scelta del logo, perché nelle foto ufficiali l’orologio segna sempre le 9:41, i flop e le falle: dieci curiosità sull’azienda americana che ha rivoluzionato la tecnologia.

Cosa c’entra Newton con l’iPad? Perché nelle foto ufficiali l’iPhone segna sempre le 9:41? Davvero per i fan della mela è vietato… fumare? Tutte le curiosità che non sapevi sulla Apple, nei giorni suo 40° compleanno!

PERCHÉ LA MELA? Il primo logo di Apple Computer raffigurava lo scienziato Isaac Newton seduto sotto a un albero di mele e fu disegnato nel 1976 da un socio di Steve Jobs (che pare avesse una gran passione per le mele, da qui il nome scelto per la società). L’anno successivo, però, fu sostituito da una nuova immagine con una semplice mela stilizzata e morsicata, che forse alludeva al peccato originale (a evidenziare l’anticonformismo dell’azienda).

IL GARAGE E UNA FUGA INFELICE. Si trova all’indirizzo 2066 Crist Drive di Los Altos, località californiana della contea di Santa Clara, proprio dove Steve Jobs abitava con la sua famiglia (nella foto, durante le riprese del recente film sulla sua vita). È qui che nel 1976 fondò la Apple Computer: lo fece insieme a due soci, Steve Wozniak e Ronald Wayne. Quest’ultimo, ai primi guadagni, decise di uscire dalla società incassando il corrispettivo delle proprie quote, pari a circa 800 dollari. È stato calcolato che oggi avrebbero un valore tra 60 e 100 milioni di dollari.

LA PERFEZIONE DEL CLIC. Uno dei segreti che contribuirono al successo dei prodotti con la mela, fu l’attenzione anche per i minimi dettagli. In questo Jobs aveva una vera ossessione, che lo portava a tempestare i suoi collaboratori di continue richieste di miglioramento. Un esempio? “Poco prima del lancio dell’iPod sul mercato” si legge nel libro “Nella testa di Steve Jobs” di Leander Kahney “era contrariato perché lo spinotto delle cuffie non produceva un ‘clic’ soddisfacente quando si collegavano o scollegavano gli auricolari. Ordinò perciò a un ingegnere di introdurre in tutti gli iPod che sarebbero stati distribuiti a giornalisti e vip in occasione della presentazione del prodotto, un nuovo spinotto capace di produrre un rumore accettabile”.

GLI APPLE STORE FALSI. I prodotti Apple sono tra i più imitati del mercato, come del resto accade per quelli di altri grandi nomi dell’elettronica. Quel che di speciale accade con la mela è che, a essere “clonati”, siano anche i negozi, per la maggior parte in Cina. Quello dove è stata scattata la foto si trova a Kunming, nella provincia di Yunnan e se ne parlò qualche anno fa sul web per una curiosità: le persone che lì lavoravano (impiegati, commessi ecc.) erano convinte, pure loro, che si trattasse di un Apple store “vero”! I prodotti in vendita però erano originali.

IL TEMPO È FERMO ALLE 9:41. Ci avete mai fatto caso? Nelle foto istituzionali Apple, sul sito ufficiale e nelle presentazioni, gli orologi sono fermi alle 9:41. Come mai? La cosa è nata durante il lancio del primo iPhone, nel 2007. Diverse indiscrezioni avevano anticipato che in quell’evento Apple avrebbe presentato, oltre a un certo numero di altre novità, anche il suo primo smartphone. Ma quando la presentazione sembrava volgere al termine senza che Jobs avesse fatto alcun cenno all’iPhone, ecco il colpo di scena: «Ah, c’è ancora un’ultima cosa…» e calò il suo asso. Tutto era stato studiato a tavolino e, cronometro alla mano, era stato calcolato che quel momento sarebbe arrivato 40 minuti dopo il via della presentazione (che iniziava alle 9 del mattino). Si decise di preparare le foto dell’iPhone con l’orologio sulle 9:41 in modo che al momento dell’entrata in scena l’ora indicata coincidesse con quella reale. Da allora è rimasta questa abitudine.

L’ASTRONOMO CHE SI ARRABBIÒ. La storia delle grane legali di Apple non è fatta solo delle odierne battaglie a colpi di brevetti contro la rivale Samsung. Ci sono state anche grane per motivi più… curiosi. Come quella avuta, nel 1994, con lo scienziato americano Carl Sagan (al centro nell’illustrazione), al quale gli ingegneri Apple avevano inteso “dedicare” il nome in codice di un computer al quale stavano lavorando: un Power Macintosh che, all’interno dei laboratori della mela, si sarebbe dovuto appunto chiamare come il popolare astronomo. Quest’ultimo però non gradì e attraverso i propri avvocati diffidò ufficialmente Apple dall’usare il suo nome. La reazione dell’azienda? Obbedì, naturalmente. E cambiò il nome della macchina in Power Macintosh BHA. BHA come “butt head astronomer” (che per non essere volgari si potrebbe tradurre come “astronomo testa… dura”).

FUMI? NIENTE GARANZIA. Secondo il sito americano per consumatori consumerist.com, in passato Apple si sarebbe rifiutata di effettuare riparazioni o sostituzioni previste dalla garanzia perché gli apparecchi erano stati esposti al fumo. In particolare, nel 2007 un cliente si vide negata l’assistenza per il suo MacBook perché all’interno del computer erano presenti residui di fumo di sigaretta, potenzialmente “nocivi quanto se non più dei materiali inalati dagli stessi fumatori” per i tecnici che avrebbero dovuto effettuare la riparazione. Per ottenerela, il proprietario smontò il computer e pulì i residui tossici con aria compressa.

SURRISCALDAMENTI E ALTRI FLOP. Si chiamava Apple III, uscì nel 1980 e il suo risultato commerciale fu definito “una catastrofe”. Il suo problema? Il prezzo eccessivo (circa 8 mila dollari!) e un design che non aveva previsto la presenza di ventole (per volere di Steve Jobs che le riteneva “poco eleganti”) e che dunque portava Apple III a surriscaldarsi. Negli anni successivi Apple andò incontro anche ad altri fiaschi, come il palmare Newton, il PowerCd, il Macintosh Portable…, ma Apple III fu decisamente il peggiore degli insuccessi.

DALL’IMAC ALL’I…TUTTO! Quando fu presentato nel 1998, nessuno avrebbe immaginato che, a suo modo, il nuovo computer iMac sarebbe entrato nella storia: si trattava del primo prodotto Apple ad avere il prefisso “i” nel nome. Una i che sta per internet, per evidenziare l’inedita (per quei tempi) “attitudine” alla connessione in rete. Questo particolare “marchio di fabbrica” fu poi mantenuto anche per i prodotti successivi, dall’iPod all’iPhone fino all’iPad.

IL CAPOSTIPITE. È il primo prodotto della casa della mela: Apple I, un computer formato da pochi componenti, dunque abbastanza economico, ma con alcune caratteristiche innovative per l’epoca. Innanzitutto poteva essere collegato a una tv, e aveva un sistema di memorie (rom) che ne semplificava l’accensione (una fase critica per i computer di allora). Per l’estetica e il design, c’era da aspettare qualche anno…: Apple I in pratica era un semplice circuito elettronico da montare dove si voleva: molti, per esempio, lo montarono in un mobiletto di legno. Ne furono venduti 200. Si stima che nel mondo ce ne siano una trentina di esemplari: uno di questi, nel 2014, fu venduto all’asta al prezzo record di 905.000!

Fonte: Focus

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