Primarie Usa, vincono Trump e Clinton. Rubio si ritira

Ma in campo repubblicano aumentano le probabilità che si arrivi alla convention di luglio con il partito spaccato e senza che nessuno abbia la maggioranza dei delegati. In …

Ma in campo repubblicano aumentano le probabilità che si arrivi alla convention di luglio con il partito spaccato e senza che nessuno abbia la maggioranza dei delegati.

In Florida e in Ohio chi vince prende tutto. Questa è la regola per i due stati chiave in palio oggi, 99 e 66 delegati rispettivamente. Vittoria netta di Hillary Clinton che si è già aggiudicata Florida, Ohio, Nord Carolina ed è in vantaggio in Illinois. Sanders appare in testa solo in Missouri. In campo repubblicano la vittoria brillante di Trump in Florida, le vittorie in Nord Carolina ed Illinois sembrano confermare che il controverso candidato repubblicano è impermeabile alla campagna negativa lanciata contro di lui, ma Trump non ha fatto l’en plein ed è rimasto a bocca asciutta in Ohio, che ha scelto il suo governatore John Kasich. Marco Rubio, il giovane senatore di Miami di origine cubana, entrato trionfalmente in gara come beniamino del Good Old Party, ha messo fine alla sua campagna dopo aver malamente perso le primarie nel suo stato: la Florida. Con lui muore l’idea di un partito repubblicano moderato, al tempo stesso tradizionale e inclusivo. Trump ha cambiato le regole del gioco; l’irruzione sulla scena del discusso miliardario newyorkese ha catalizzato la rabbia della classe media contro il sistema e contro la classe politica tradizionale. Questa reazione ha trasformato le primarie repubblicane in un referendum pro o contro Trump, con poco o nessuno spazio per i temi politici tradizionali. L’ondata di pubblicità negativa riversata contro Trump dai suoi concorrenti, la mobilitazione della società civile contro di lui, gli spot “al veleno” pagati dai superpac repubblicani, l’ostilità di tutto il sistema dei media, non sono serviti: la vittoria di Trump in Florida gli assegna un vantaggio difficile da colmare per i due candidati rimasti in gara: Ted Cruz e John Kasich che stanotte ha vinto la competizione nel suo Ohio, unica vittoria nel suo carnet. Proprio la sconfitta di Trump in Ohio, però, rende la sua vittoria meno netta e riapre l’ipotesi di una convention repubblicana “eccezionale” che si inauguri senza che nessuno dei candidati abbia un numero di delegati tale da vincere la nomination. A quel punto i delegati sarebbero liberi di accordarsi sul nome di Trump, di uno degli sfidanti o addirittura di un outsider. In campo democratico la giornata di oggi consolida il vantaggio di Hillary Clinton sul candidato “socialista” Bernie Sanders. Hillary trionfa come previsto in Florida e Ohio, vince in Nord Carolina guida la corsa in Illinois e cede a Sanders solo in Missouri. Sanders perde al sud e non riesce a ribaltare i pronostici nella fascia del Midwest dove il suo messaggio anti globalizzazione poteva risuonare con maggiore forza. Hillary Clinton ha pronunciato un discorso della vittoria centrato sulla chiamata alle armi contro il frontrunner repubblicano Donald Trump. L’ex segretario di stato si è rivolta allo stesso tempo ai democratici e ai repubblicani moderati che potrebbero preferirla non solo a Trump ma anche al radicale estremista Ted Cruz. L’establishment repubblicano a questo punto si trova ad un bivio: scegliere un Trump imbarazzante ma allo stesso tempo in grado di sfondare in tutti gli strati sociali e in tutti gli stati o puntare ad indebolirlo mettendo a rischio la vittoria finalesui democratici. L’appello di Trump ad unire il partito “Nonostante le spese record in spot falsi e negativi, ho registrato una vittoria incredibile in Florida. Tra poco i numeri”, ha scritto in un tweet il miliardario Usa che, secondo i voti scrutinati fino a questo momento, ha staccato Marco Rubio, secondo classificato, di circa 20 punti. Nel suo discorso di ringraziamento per la vittoria da Palm Beach, in Florida, Donald Trump ha chiamato il partito repubblicano all’unità, ringraziando personalmente i leader nazionali che gli hanno assicurato il loro sostegno. “Eravamo in 17 candidati, ora siamo in 3, molti di quelli che hanno abbandonato la corsa oggi sono con me, ha ringraziato per il sostegno Mitch Mc Connel, Paul Ryan, Ben Carson, Chris Christie. “Il partito repubblicano è la più grande storia politica del mondo, milioni di persone stanno venendo a votare” ha detto Trump, invitando tutto il partito a riconoscersi in lui come unico candidato in grado di sfondare tra gli elettori indipendenti. Un accordo bypartisan per proteggere le nostre imprese “Se io sarò presidente” ha detto Trump, “sarà facile riunire democratici e repubblicani attorno all’idea che dobbiamo proteggere le nostre imprese dalla concorrenza sleale”. “oggi perdiamo contro tutti, Cinesi, Indiani, Giapponesi, dobbiamo tornare a vincere” Cruz chiama all’unità contro Trump “Solo due campagne hanno un percorso plausibile” dice Ted Cruz da Houston, Texas, “la mia e quella di Donald Trump”. “Solo io ho sconfitto Trump ripetutamente. L’ho battto 9 volte in tutta l’america, dall’alaska al maine. Volete un candidato che condivida i vostri valori? I media vogliono trump perché fa audience e perché sanno che questo darebbe via libera ad Hillary. Ma non sono i media ma gli elettori a vincere le elezioni.” ma quali sono i valori repubblicani secondo Cruz. “aboliremo ogni singola disposizione della riforma sanitaria di Obama” “aiuteremo le piccole aziende abolendo le tasse che le vessano”, “proteggeremo le frontiere e elimineremo i sussidi per gli immigrati irregolari”.

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