POTERI FORTI, POTERI DEBOLI / Renzi teme di essere intercettato. Nel M5S ora comanda Davide Casaleggio

O Carrai, o morte! Si dice, si mormora, si sussurra che Renzi sia molto, molto nervoso da qualche settimana a questa parte. A Palazzo Chigi si avverte un’aria …

carraiO Carrai, o morte! Si dice, si mormora, si sussurra che Renzi sia molto, molto nervoso da qualche settimana a questa parte. A Palazzo Chigi si avverte un’aria pesante tra funzionari e impiegati per il malumore del premier. Orecchie indiscrete dicono di aver sentito il braccio destro Lotti conversare col fotografo ufficiale Barchielli. I due si sarebbero sfogati dell’intrattabilità del “Capo”, preoccupato che i magistrati di Potenza potrebbero aver messo sotto controllo anche il suo cellulare (peraltro non protetto dall’immunità parlamentare). Quello dal quale raramente chiama, ma preferisce mandare whatsapp ed sms di risposta a quanti lo contattano. Per le conversazioni più strette, invece, preferisce Telegram, che ha la funzione di autodistruzione dei messaggi nelle “chat segrete”. Ma visto che non si può mai star tranquilli fino in fondo, Renzi sta perdendo le staffe per i ritardi che gli stanno causando alleati e oppositori nella nomina del fido Marco Carrai a capo dell’Unità di Cybersecurity che vuole creare a Palazzo Chigi. Con un uomo come “il Marchino” al suo fianco, si sentirebbe estremamente più coperto, anche dalle orecchie indiscrete di alcuni magistrati. Sarà vero?

dire trilateralBoschi indignata per l’imboscato. Nello staff di Maria Elena Boschi è scattata la caccia alla talpa che ha permesso a un giornalista dell’agenzia di stampa “Dire” di intrufolarsi alla riunione segreta e a porte chiuse di Trilateral. Ci sono un po’ di poteri forti che vogliono mettere in difficoltà il braccio (e avambraccio) sinistro del premier. Visto che il “cassiere” (soprannominato così per la sua delega al Cipe) Lotti non prende mai parte a queste riunioni, l’unico modo di trovare qualche schizzo di fango da spargere nel ventilatore è seguire il ministro degli esteri del renzismo, la donna che ha le chiavi della diplomazia di Palazzo Chigi in mano con politica, banche e convitati di pietra. Stavolta però è stato un buco nell’acqua, la Mari non ha abboccato. Ma il segnale è stato lanciato, e lei vuole sapere chi, come e perché la bacia e la osanna in pubblico e in privato, per poi provare ad accoltellarla appena volta la schiena.

berlusconi salviniSilvio vuole trivellare Matteo. Ovviamente Salvini. Il Cavaliere non ha più nulla da perdere: brandisce il povero Bertolaso come scudo per non farsi ruspare via la leadership del centrodestra da quel “senza scrupoli” di Salvini, che in accoppiata con la Giorgia Meloni ha ormai deciso di liberarsi del “vecchio”, come pare lo chiami in privato con i suoi collaboratori. Se gli concederà la scelta del 50% dei candidati alle prossime elezioni politiche (segnatevi la data: 2017, dopo il referendum costituzionale), allora appoggerà Meloni sindaco a Roma, mandando la sua coalizione al ballottaggio con Virginia Raggi del M5S. In caso contrario, avrà lo stesso atteggiamento assunto con i referendum sulle trivelle: in pubblico ha dato addosso a Renzi, poi però al seggio non si è fatto vedere. Nemmeno in cartolina. Né lui, né i suoi: quelli che oggi distribuiscono la linea di Arcore al partito. Di chi parliamo? Di Deborah Bergamini, Marcello Fiori e Francesca Pascale. Li avete visti votare? Beh, nemmeno Salvini. Ed era verde di rabbia…

casaleggio padre e figlioNuove epurazioni in vista nel Movimento 5 Stelle. Morto un Casaleggio, non se ne fa un altro. Meglio cambiare totalmente linea, allora, pur conservando le care, vecchie pratiche delle espulsioni random per affermare il potere. Di Maio si è lisciato ben benino Davide Casaleggio, erede del guru pentastellato, che ha le chiavi del sistema Rousseau, quello che regge in piedi il blog, la piattaforma delle votazioni online e dunque il Movimento. Davide però non è un fesso: che gliene poco della politica è risaputo, ma sa che senza questo “ramo d’azienda” la Casaleggio&Associati esploderebbe, mandando per stracci molte famiglie. Di Maio ha una sorta di vantaggio, ma non si illuda: è tutto marketing. Casaleggio jr sa che Luigino piace alle nonne, ma se oggi o domani un Di Battista qualsiasi dovesse piacere di più, verrebbe silurato dalla stanza dei bottoni. Prima, però, Davide vuole capire chi ha la “cattiveria” giusta per reggere il Movimento (inteso sempre come “ramo d’azienda” politica della C&A). Perciò concederà un tot di espulsioni a testa ai membri del Direttorio tra le file delle correnti avverse. Chi la spunterà? Sarà Di Maio a epurare i sostenitori più influencer di Di Battista o sarà il romano a indebolire la squadra del vice presidente della Camera? Niente di tutto questo: a vincere sarà Davide Casaleggio, che farà scontrare i più forti della scuderia, indebolendoli a vicenda. Dopodiché l’erede del Guru sarà indispensabile. A chiunque. Geniale!

pannella I radicali si preparano a spartirsi l’eredità di Marco Pannella. Ormai ha 80 anni, è malato, non riesce più a stare al passo con i ritmi della politica, anche se la sua testa è ancora estremamente lucida. Pannella sta male, dicono da Torre Argentina, e stavolta non risorgerà a nuova vita. E allora all’interno sono già pronti a farsi la guerra per prenderne il posto e gestire l’unica forza politica che è sopravvissuta agli tsunami degli ultimi 40 anni, creando addirittura la maggior parte della classe politica attuale e degli ultimi anni. Ma non è un compito semplice: i più vecchi del partito sanno che dopo Pannella ci sarà il diluvio, nonostante sono anni che non indovini più un nome per la segreteria: da Capezzone a Cappato, a Magi: tutti mezzi flop o flop interi. È lontana l’epoca dei Rutelli, dei Giachetti, dei Vito e delle Bonino. E una volta che il leader storico non ci sarà più, in molti sono pronti a scommettere che non ci sarà più nemmeno il partito. Ecco perché è partita la corsa all’apparentamento: chi con Renzi, chi con la minoranza Pd, chi con Sel. Quasi nessuno a destra, perché l’elettorato non capirebbe Salvini o Meloni.

di Marco Grande

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1 commento

  1.   

    Davide Casaleggio, chi è costui?
    E’ forse l’inizio della fine?