Morto Carlo Azeglio Ciampi: l’unico a scalare Bankitalia, Palazzo Chigi e la presidenza della Repubblica

È morto venerdì 16 settembre a Roma Carlo Azeglio Ciampi. Aveva 95 anni. Nato a Livorno nel 1920 è stato capo dello Stato dal 1999 al 2006 e …

È morto venerdì 16 settembre a Roma Carlo Azeglio Ciampi. Aveva 95 anni. Nato a Livorno nel 1920 è stato capo dello Stato dal 1999 al 2006 e anche, per 14 anni, governatore della Banca d’Italia e presidente del Consiglio nel 1993.

Presidente della Repubblica, banchiere centrale e uomo politico, nato a Livorno il 9 dicembre 1920. Ha conseguito la laurea in Lettere e il diploma della Scuola Normale di Pisa nel 1941, e la laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Pisa nel 1946. In questo ultimo anno è stato assunto alla Banca d’Italia, dove ha inizialmente prestato servizio presso alcune filiali, svolgendo attività amministrativa e di ispezione ad aziende di credito.

Nel 1960 è stato chiamato all’amministrazione centrale della Banca d’Italia, presso il Servizio Studi, di cui ha assunto la direzione nel luglio 1970. Segretario generale della Banca d’Italia nel 1973, vice direttore generale nel 1976, direttore generale nel 1978, nell’ottobre 1979 è stato nominato Governatore della Banca d’Italia e presidente dell’Ufficio Italiano Cambi, funzioni che ha assolto fino al 28 aprile 1993. Dall’aprile 1993 al maggio 1994 è stato Presidente del Consiglio, presiedendo un governo chiamato a svolgere un compito di transizione. Durante la XIII legislatura è stato Ministro del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione Economica, nel governo Prodi (dall’aprile 1996 all’ottobre 1998) e nel governo D’Alema (dall’ottobre 1998 al maggio 1999).

Dal 1993 governatore onorario della Banca d’Italia e dal 1996 membro del consiglio di amministrazione dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana. Ha ricoperto numerosi incarichi di rilevanza internazionale, tra cui quelli di: presidente del Comitato dei governatori della Comunità europea e del Fondo europeo di cooperazione monetaria (nel 1982 e nel 1987); vice presidente della Banca dei regolamenti internazionali (dal 1994 al 1996); presidente del Gruppo Consultivo per la competitività in seno alla Commissione europea (dal 1995 al 1996); Presidente del comitato interinale del Fondo Monetario Internazionale (dall’ottobre 1998 al maggio 1999).

Dall’aprile 1993 al maggio 1994, Ciampi ha governato durante una fase di difficile transizione istituzionale ed economica. Il referendum elettorale e la congiuntura sfavorevole caratterizzata da un rallentamento della crescita economica richiedevano immediate risposte. Il governo Ciampi ha garantito l’applicazione della nuova legge elettorale approvata dal Parlamento, attraverso il complesso lavoro per la determinazione dei collegi e delle circoscrizioni elettorali, e il passaggio da un Parlamento profondamente rinnovatosi tra la XI e la XII legislatura. Sul piano economico gli interventi più significativi sono stati rivolti a costituire il quadro istituzionale per la lotta all’inflazione, attraverso l’accordo governo-parti sociali del luglio del 1993, che segnatamente ha posto fine ad ogni meccanismo di indicizzazione ed ha individuato nel tasso di inflazione programmata il parametro di riferimento per i rinnovi contrattuali.

Inoltre, il governo Ciampi ha dato avvio alla privatizzazione di numerose imprese pubbliche, ampliando e puntualizzando il quadro di riferimento normativo e realizzando le prime operazioni di dismissione (tra cui quelle, nel settore bancario, del Credito italiano, della Banca commerciale italiana, dell’IMI). Come Ministro del Tesoro e del Bilancio del governo Prodi e del governo D’Alema Ciampi ha dato un contributo determinante al raggiungimento dei parametri previsti dal Trattato di Maastricht, permettendo così la partecipazione dell’Italia alla moneta unica europea, sin dalla sua creazione.

Tra i provvedimenti più significativi di questo periodo si ricorda la manovra correttiva della politica di bilancio varata nel settembre del 1996 dal governo Prodi, che ha consentito un abbattimento di oltre 4 punti percentuali del rapporto indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni rispetto al prodotto interno lordo, il parametro di Maastricht di più arduo conseguimento per il nostro Paese. Il 13 maggio del 1999 è stato eletto, in prima votazione, decimo Presidente della Repubblica Italiana.

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1 commento

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    “Ci furono pressioni su Ciampi dalla Germania”. Gianni De Michelis e i negoziati che distrussero la sovranità italiana
     
    http://www.controinformazione.info/ci-furono-pressioni-su-ciampi-dalla-germania-gianni-de-michelis-e-i-negoziati-che-distrussero-la-sovranita-italiana/
     
    Nel giorno della morte di Carlo Azeglio Ciampi, vi riproponiamo l’intervista che l’ex ministro degli affari esteri italiano, Gianni de Michelis, ci ha rilasciato l’anno scorso.
     
     
    «Ci furono pressioni su Ciampi dalla Germania. Ciampi accettò condizioni che erano l’ esatto opposto di quello che si sarebbe dovuto accettare», ha dichiarato nel libro ‘Oltre l’euro’. Si trovano tanti riferimenti importanti, che non dobbiamo dimenticare oggi nel ricordo dell’ex Governatore della Banca d’Italia protagonista del futuro “Divorzio” e del ministro “tecnico” che più di tutti diede l’accelerata decisiva per l’euro. Chiaramente oggi, Corriere e Repubblica su tutti, lo celebrano come l’italiano che ha salvato l’Italia, “un grande banchiere”, un “grande statista”.
     
     
    La storia ci dirà che Ciampi è colui che più di tutti ha contribuito a svendere la nostra sovranità. In cambio di meno diritti, meno giustizia sociale, più povertà diffusa e la distruzione della nostra Costituzione (il referendum Renzi ha tra i Padri Fondatori proprio Ciampi). Non va dimenticato oggi nel rispetto della morte, ma soprattutto domani quando analizzeremo il suo lascito politico.
     
     
    Il libro ‘Oltre l’euro’ si conclude con un’intervista esclusiva mai pubblicata prima dell’ex Ministro degli  Affari Esteri italiano che firmò il Trattato di Maastricht, Gianni De Michelis, che torna a parlare dopo diversi anni della fase che ha dato inizio alla stagione di cessione di sovranità del nostro Paese. Il 1992 non è solo l’anno di Maastricht, del resto, ma anche di Mani Pulite, l’inchiesta che di fatto ha distrutto un’intera classe dirigente. Una coincidenza? E qui l’ex Ministro si lascia alle prime rivelazioni: “Non so se quest’operazione fu un modo per favorire il vincolo esterno e la rinuncia alla sovranità del Paese.
     
    Ma il risultato è stato esattamente quello: attentare alla sovranità nazionale. Io, personalmente……………………………………..
    …ecc…