Il governo vuole fare cassa: “Se non privatizziamo Fs lo faremo con altre aziende”

Il ricavo della privatizzazione di Ferrovie non potrà essere finalizzato ad altri scopi se non quello di ridurre di uno 0,4-0,5% annuo, il debito pubblico. È il punto …

Il ricavo della privatizzazione di Ferrovie non potrà essere finalizzato ad altri scopi se non quello di ridurre di uno 0,4-0,5% annuo, il debito pubblico. È il punto fermo previsto nel Def per il 2016 – che conferma gli indirizzi di politica finanziaria dei precedenti esercizi – ribadito in aula al Senato dal sottosegretario al Mef, Enrico Morando, nel corso della discussione delle mozioni sulla parziale privatizzazione delle Ferrovie dello Stato.

“Il volume globale del debito – ha affermato Morando – si deve ridurre nel 2016, grazie al contributo delle privatizzazioni, dello 0,4-0,5%. Il che significa che se non facciamo l’operazione che riguarda il gruppo Fs dovremo fare altri tipi di operazioni” di volume analogo. Con la privatizzazione, ha poi rimarcato Morando, il governo vuole conseguire tre obiettivi. Il primo è appunto quello “di ottenere, attraverso le privatizzazioni, un contributo significativo alla riduzione del volume globale del debito”.

“In questo momento – ha detto ancora Morando illustrando il secondo obiettivo – le società hanno bisogno di investire e hanno bisogno di capitali ma lo Stato, a causa delle dimensioni del volume globale del debito, ha il braccio corto” e allora “il processo di privatizzazione deve consentire di superare questo gap, attraverso il concorso di capitali privati al rafforzamento di grandi società oggi possedute dal pubblico”.

“Al contrario di quello che è avvenuto in passato – ha continuato Morando, specificando la finalità del terzo step – vogliamo favorire il fatto che una quota significativa dell’enorme volume di risparmio privato delle famiglie e delle imprese italiane (in particolare delle famiglie) vada ad investirsi sul capitale di rischio delle imprese”. “Il debito delle imprese italiane – ha ricordato – è eccessivamente concentrato nelle banche e noi sappiamo che questo è un problema che riguarda la competitività economica del nostro sistema produttivo nel suo complesso. È dunque importante fare bene le privatizzazioni, a certe condizioni che noi vogliamo realizzare”.

“Noi dobbiamo utilizzare questa occasione per fare in modo che la grande disponibilità di capitale connesso con il risparmio privato possa fare in Italia la scelta che fa in altri Paesi: andare a investirsi sul debito delle imprese, che ammodernandosi e investendo, avranno attività che comunque saranno ancora necessarie in futuro”, ha concluso il sottosegretario al Mef.

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