Elezioni Usa, Casa Bianca: primarie a New York confermano i due candidati Trump (R) e Clinton (D)

Vittoria decisiva alle primarie nello Stato di New York per Donald Trump e Hillary Clinton, i due principali candidati alla corsa alla Casa Bianca. Con il 60% dei …

Vittoria decisiva alle primarie nello Stato di New York per Donald Trump e Hillary Clinton, i due principali candidati alla corsa alla Casa Bianca. Con il 60% dei voti scrutinati il tycoon newyorchese ha ottenuto il 60,1% dei voti contro il governatore dell’Ohio, John Kasich, molto indietro (25,1%) e il senatore Ted Cruz sul gradino più basso del podio, inchiodato al 14,9 percento.

Nella corsa democratica, l’ex segretario di Stato Usa ed ex fist lady ha incassato il 58,5% delle preferenze, battendo lo sfidante, il socialista Bernie Sanders del Vermont, che ha portato a casa comunque un risultato considerevole: 41,5%, quando sono stati scrutinati il 72% dei seggi. Un’importante inversione di tendenza, quest’ultima, dopo che Sanders aveva vinto otto delle nove precedenti elezioni primarie in Stati minori. I sondaggi, tuttavia, lo mostrano ora in svantaggio in Pennsylvania e in altre grandi del nord-est degli Stati Uniti dove sperava di fare bene.

TRUMP FESTEGGIA – È stata una notte felice per Trump. Il suo trionfo nello Stato di New York gli apre la strada della vittoria in tutta una serie di primarie e caucus nel nordest degli Stati Uniti nel corso del mese successivo. “Ci aspettiamo di fare davvero bene in Pennsylvania, Indiana, Maryland, Rhode Island” ha detto Trump dopo la vittoria. “Siamo in vantaggio di parecchio e non possiamo essere ripresi, è impossibile riprenderci”. New York è lo stato natale di Trump e il terzo più popoloso degli Stati Uniti. Trump ha anche sottolineato l’importanza dell’umiliazione inflitta a Cruz vissuto a New York, uno Stato che aveva denigrato l’anno scorso in un dibattito televisivo a livello nazionale tra i candidati repubblicani. “Abbiamo preso milioni di voti in più del senatore Cruz. Quasi 300 delegati in più. Siamo davvero, davvero gongolanti. Stiamo tornando alle vecchie maniere, che si chiamano tu voti, tu vinci”, ha detto Trump. Secondo le regole dello Stato di New York, Trump deve vincere oltre il 50 per cento dei voti in ognuno dei distretti congressuali dello Stato al fine di ottenere tutti i suoi 95 delegati per la Convention Nazionale Repubblicana nel mese di luglio. Trump ha bisogno di 1.237 delegati per essere nominato candidato presidente al primo turno. La scalata alla vittoria del tycoon ha superato le aspettative dei sui stessi esperti della campagna elettorale. Ieri, prima che i sondaggi fossero chiusi, il responsabile della campagna Corey Lewandowski aveva detto ai giornalisti che era certo che Trump avrebbe vinto in modo chiaro, ma aveva avvertito che era improbabile che vincesse con oltre la metà del totale dei voti.

TED CRUZ – Cruz chiaramente aveva previsto la sua sconfitta. Ha lasciato lo Stato di New York per la campagna in vista delle elezioni in Pennsylvania e in anticipo ha cercato di sminuire la vittoria di Trump come quella di “un politico che trasporta il suo Stato di origine”. Tuttavia, Trump ha vinto a New York in maniera molto più decisiva di quanto non sia riuscito a fare Cruz in Texas.

PROSSIMI PASSI – Anche Sanders ha trascorso il giorno della campagna elettorale in Pennsylvania. Ha fallito nei suoi sforzi di prevalere grazie al supporto solido in particolare tra le donne anziane, afro-americane e gli elettori ispanici a New York che sono tutti a favore della Clinton. Lo Stato di New York è sempre stata una roccaforte per l’ex segretario di Stato, che qui ha vinto l’elezione al Senato degli Stati Uniti nel 2000 e nel 2006. Con la vittoria di oggi la Clinton ha inoltre bloccato l’ascesa di Sanders che aveva conquistato una serie di primarie in Stati minori e le ha dato slancio per i prossimi confronti in Pennsylvania, Indiana, Maryland e Connecticut. Dall’altra parte Cruz, che gode di forti finanziamento, può sopravvivere alle probabili sconfitte nella maggior parte di questi Stati, e può quindi guardare avanti per risultati più favorevoli a maggio quando ci saranno le votazioni nel Midwest degli Stati Uniti. In tal caso, cercherà poi di sfidare Trump nelle primarie della California nel mese di giugno, anche se attualmente i sondaggi danno Trump in forte vantaggio rispetto Cruz anche lì. Le prospettive di Sanders sono più tetre. Egli gode di leale sostegno di base e di forti finanziamenti: con una campagna ben gestita può permettersi di tenere fino alla Convention democratica a Philadelphia nel mese di luglio. Ma le sue prospettive di ridurre il divario con la Clinton si stanno esaurendo rapidamente.

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